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Difendo Pio XII, ma la beatificazione può aspettare 19/12/2007

Pubblichiamo la lettera di un nostro lettore che esprime un'opinione su Papa Pacelli a nostro avviso fin troppo condiscendente. L'argomento si presta a discussioni da entrambi gli schieramenti, se ci giungeranno lettere le pubblicheremo volentieri.

Cari amici, più volte ho difeso l'operato di Pio XII a favore dei perseguitati e degli ebrei. Ci sono già stati, in queste pagine, miei interventi. La scelta dell'azione a favore di tutti i perseguitati, cristiani ed ebrei, piuttosto che un a pubblica condanna, è stata una sua decisione, forsedeerminata dai fatti contigenti.

Anche se ha taciuto non ritengo che si possa dargli colpa di ciò. Peraltro la questione è molto intricata, perchè neppure le potenze alleate contro il nazifascismo hanno fatto mai pubblica condanna degli eccidi commessi dai nazisti. C'era infatti il timore che i tedeschi venissero così a sapere di essere stati intercettati e decrittati dagli Alleati anglo-americani. Interessante sarebbe sapere se esiste qualche relazione tra il silenzio di Pio XII e quello degli Alleati.

Detto questo, si sbaglia però P. Gumpel dicendo che questo è un processo diverso dagli altri. "Coram Deo non est acceptio personarum", davanti a Dio non c'è preferenza di persone. Il processo canonico di beatificazione di Pio XII deve essere fatto come tutti gli altri. Tutto l'archivio vaticano che lo riguarda deve essere messo alla luce e pubblicato. Ma non solo, anche gli archivi di altre nazioni  o enti di qualsiasi natura devono essere analizzati e pubblicizzati. Nulla deve restare segreto, proprio per fuggare ogni dubbio anche minimo. Non ha importanza il tempo necessario per fare tutto ciò, bisogna farlo. Si è agito così per gli altri e non si capisce perché per Pio XII  s idebba agire differentemente.

Certo la Commissione ha dato parere unanime sull'eroicità delle virtù di Pio XII. Ma fino a che non ci sarà la firma del Papa, quel documento non avrà alcun valore.

Bene ha fatto perciò Benedetto XVI ad avocare a sé la questione, perché è la faccenda è delicata. Però è anche lo stile di Ratzinger ricercatore e teologo. Nulla egli ha detto su qualsiasi argomento, se prima non lo ha studiato personalmente a fondo e non per sentito dire.
lettera firmata


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