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La Repubblica - Il Sole 24 Ore Rassegna Stampa
13.12.2007 Clima teso nei negoziati israelo-palestinesi
per qualcuno è colpa di Israele che "criminalizza" i lanci di kassam

Testata:La Repubblica - Il Sole 24 Ore
Autore: la redazione - Ugo Tramballi
Titolo: «Dopo Annapolis fra Israele e Anp è gelo ai colloqui - Altre bombe sulla strada della pace»
"Si sono aperti in sordina e si sono conclusi dopo novanta minuti di reciproche accuse e dissensi i primi negoziati di pace fra israeliani e palestinesi dal 2001." leggiamo in un trafiletto pubblicato a pagina 17 da La REPUBBLICA del 13 dicembre 2007.
Perché ? Perché Israele amplia la "colonia" di Har Homa (in realtà un quatiere ebraico di Gerusalemme), Israele compie
"un´incursione terrestre a Khan Younis, nella Striscia di Gaza, uccidendo otto miliziani" (terroristi).
I palestinesi  protestano. Anche Israele ha avanzato le sue rimostranze, ma chi ha scritto l'articolo fa capire che non erano giustificate.
"La delegazione israeliana guidata dal ministro degli Esteri Tzipi Livni" sostiene "dal canto suo ha criminalizzato i palestinesi per il quotidiano lancio di razzi da Gaza contro i suoi centri abitati, pur sapendo che l´Autorità nazionale palestinese non ha più poteri sulla Striscia da quando a giugno Hamas ne ha preso il controllo".
Ma Israele non ha "criminalizzato" i palestinesi, ha chiesto che ai lanci di kassam venga posto fine. Se l'Autorità palestinese non ci riesce,   non può poi lamentarsi che sia lo stesso esercito di Gerusalemme a difendere i suoi cittadini.

Ecco il testo:


GERUSALEMME - Si sono aperti in sordina e si sono conclusi dopo novanta minuti di reciproche accuse e dissensi i primi negoziati di pace fra israeliani e palestinesi dal 2001. Le trattative, fissate il 27 novembre alla Conferenza internazionale di Annapolis nel Maryland, si sarebbero dovute tenere nel lussuoso Hotel King David nel centro di Gerusalemme e alla presenza della stampa. All´ultimo momento e senza informare i giornalisti, la sede dei colloqui è stata invece spostata su richiesta dei palestinesi in una villa d´era ottomana vicino alla Città vecchia. Per i palestinesi i toni celebrativi non si addicevano più all´incontro dopo che nella notte l´esercito israeliano aveva compiuto un´incursione terrestre a Khan Younis, nella Striscia di Gaza, uccidendo otto miliziani. Ma i palestinesi non si sono limitati a cambiare la sede dei colloqui, ne hanno mutato pure l´agenda.
La sessione avrebbe dovuto gettare le basi per le future trattative sul tracciato dei confini dello stato palestinese o sullo status di Gerusalemme. I palestinesi invece hanno aperto l´incontro denunciando la decisione israeliana di costruire 307 nuovi alloggi nella colonia di Har Homa (Jabal Abu Ghneim in arabo), proprie alle porte di Gerusalemme Est che rivendicano come loro futura capitale. «Abbiamo chiesto un arresto totale della colonizzazione senza eccezioni», ha affermato in una nota il capo della delegazione, l´ex primo ministro Ahmed Qorei (Abu Ala). «Senza la fine della politica di insediamenti non ci potrà essere un negoziato di pace serio e significativo» ha poi commentato il negoziatore Saeb Erekat. La delegazione israeliana guidata dal ministro degli Esteri Tzipi Livni dal canto suo ha criminalizzato i palestinesi per il quotidiano lancio di razzi da Gaza contro i suoi centri abitati, pur sapendo che l´Autorità nazionale palestinese non ha più poteri sulla Striscia da quando a giugno Hamas ne ha preso il controllo. Nonostante l´atmosfera «tesa», le due parti hanno deciso d´incontrarsi a fine dicembre dopo la festa musulmana di Eid al-Adha.

Rispetto a quello della REPUBBLICA, l'articolo di Ugo Tramballi a pagina 11 del SOLE 24 ORE appare più equilibrato.
Stupisce tuttavia la seguente considerazione: "iniziare la più massiccia delle operazioni militari degli ultimi mesiil giorno prima della trattativa di pace inaugurata ad Annapolis non sembra una scelta di tempo ideale".
Si dovrebbe invece rilevare come la pioggia di razzi kassam dei giorni precedenti alla ripresa dei negoziati mirasse  precisamente a rendere più difficili le trattative. Non è Israele che deve essere biasimata perché difende i suoi cittadini, ma chi la costringe a farlo.

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