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2012
Edizioni Associate Euro 11
E’ difficile trovare le parole adatte per descrivere il male assoluto,
Ma tacere non è possibile: è solo attraverso il ricordo che quelle persone, spazzate via da una ferocia inaudita, continuano a vivere nella nostra memoria.
Rinaldo Baggiani sente prepotente il bisogno di scrivere, di rivivere e far rivivere. “Perché niente possa essere dimenticato. Perché nessuno possa essere perdonato se dimentica”
Da questo impegno, da questa profonda esigenza nasce “2012
Con garbo narrativo e uno stile aulico, con sfumature oniriche, l’autore ci conduce in quell’inferno che sono stati i campi di sterminio nei quali milioni di persone hanno perso la vita e fra essi tantissimi bambini.
Proprio su quelle piccole vittime innocenti strappate alle cure e all’affetto dei loro familiari, l’autore concentra il suo sguardo attento e partecipe, partecipe di un dolore che scava in profondità, che toglie il respiro.
Rinaldo Baggiani dà voce ai bambini, lascia che siano loro a descrivere la sofferenza dei loro cuori, l’orrore di cui sono testimoni: “Mamma e papà divorati da umani. Mamma e papà umiliati dai cani. Per noi il mondo si era capovolto”.
E ancora è l’indifferenza che colpisce lo scrittore e sulla quale si sofferma con parole accorate.
….” I pianti dei bimbi salivano al cielo ma il cielo era sordo al pianto dei giusti. Bussavano alla porta di amici vicini la porta si chiuse per paura e sospetto”.
I capitoli brevi, le frasi dure come sferzate incidono la mente, colpiscono il cuore. “Venni strappato all’ultimo abbraccio e buttato nel fuoco perché non servivo”.
In questo bel libro non ci sono date, non sono riportati i nomi di luoghi o persone perché l’autore ricorda che quell’immenso crimine potrebbe ripetersi a causa dell’indifferenza e dell’intolleranza verso il diverso che pervadono il genere umano e si insinuano come un veleno anche nelle menti più illuminate.
Ecco perché è importante leggere questo libro: per non dimenticare mai cosa è successo, per “opporsi anche alle più semplici forme di critica verso chi è diverso” nella consapevolezza che se il ricordo cede il posto all’oblio “il fuoco ritorna”.
Giorgia Greco
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