Elia Luzzati Mauro Franco
Edizioni Associate Euro 14
Un viottolo di campagna che si allunga a perdita d’occhio, campi e alberi che lo costeggiano, una collina che si staglia all’orizzonte: è l’immagine dolce e pacata che restituisce la copertina del bel romanzo di Mauro Franco.
Eppure nel libro “Elia Luzzati” non vi è nulla di pacato. Le leggi razziali, l’antisemitismo, l’intolleranza costituiscono lo sfondo drammatico del racconto e accompagnano il lettore per un lungo tratto di storia italiana.
Il romanzo, ambientato in un tranquillo quartiere della città di Padova, prende avvio nel 1938 quando anche in Italia vengono promulgate le leggi razziali, a seguito delle quali “quarantacinquemila ebrei italiani vennero privati dei loro diritti essenziali e sottoposti a disprezzo e mortificazione”. Fra questi Elia (“un bambino grazioso dotato di un dolce sorriso che lo rendeva simpatico a chiunque lo conoscesse”) e la sua famiglia che, grazie ad una gestione oculata degli affari, può ancora godere di un tenore di vita benestante.
Ma la situazione è destinata a mutare rapidamente: l’attività commerciale di Carlo, il padre di Elia, è “compromessa irrimediabilmente” e la conseguente difficoltà di pagare l’affitto lo inducono a cedere il loro appartamento all’avvocato Manabrea, un personaggio equivoco che al termine della guerra non esiterà a rinnegare il suo passato fascista e unirsi al vincitore.
In un clima di crescente intolleranza e di soprusi il piccolo Elia è costretto a crescere in fretta: nel nuovo quartiere dove si trasferirà con la famiglia farà conoscenza con Don Michele, un giovane prete dal cuore buono, con Alessandro un ragazzo forte e appassionato di calcio il cui destino sarà inesorabilmente segnato dalla guerra, con Piero, convinto antifascista, l’unico che tenderà una mano ai Luzzati quando la situazione volgerà al peggio.
E’ un caleidoscopio di personaggi quello che ruota attorno ad Elia e lo accompagna nei momenti più difficili della sua giovane vita: alcuni generosi e altruisti, altri cinici e crudeli, tutti tratteggiati dall’autore con grande maestria e con un tocco delicato che ne accentua le caratteristiche più spiccate.
La fine della guerra giunge dopo ulteriori sofferenze e umiliazioni: molti ebrei deportati nei campi di sterminio non faranno più ritorno e fra essi anche i genitori di Amos, nipote dei Luzzati che sceglierà di emigrare in Palestina e di contribuire alla nascita dello Stato d’Israele.
La speranza che albergava nell’animo della famiglia Luzzati di ricostruirsi una vita dignitosa viene spazzata via da nuove vessazioni e soprusi: l’antisemitismo latente insinuatosi nei gesti e nei comportamenti di amici e conoscenti costringerà i Luzzati a trasferirsi a Milano per trovare un po’ di serenità e garantire ad Elia, studente universitario, un futuro più roseo, con l’amara consapevolezza però che l’intolleranza, il cinismo e l’odio per il diverso non saranno mai debellati.
Con questa prima opera narrativa l’autore dimostra una straordinaria capacità di catturare l’attenzione del lettore indugiando nelle descrizioni della città, nella caratterizzazione dei personaggi, scrutando con sobria delicatezza nell’animo umano: il risultato è lo spaccato di un’epoca le cui vicende hanno lasciato un segno profondo e indelebile nella società italiana.
Un libro intenso, una piccola perla di saggezza narrativa.
Giorgia Greco