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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.12.2007 Magdi Allam scopre la truffa dell'Ucoii
che vuole una mega-moschea a Bologna

Testata: Corriere della Sera
Data: 04 dicembre 2007
Pagina: 44
Autore: Magdi Allam
Titolo: «La moschea di Bologna e i cedimenti di Cofferati»

Dal CORRIERE della SERA del 4 dicembre 2007, un editoriale di Magdi Allam:

Il sindaco di Bologna Sergio Cofferati è determinato a sottoscrivere, entro la fine di dicembre, l'accordo con il «Centro di cultura islamica» per la costruzione di una mega-moschea di 2800 mq su un terreno di 20 mila mq, dopo aver fatto marcia indietro, lo scorso 19 settembre, sul progetto di una «cittadella islamica» di 52 mila mq con una moschea di 6 mila mq. Ebbene ci sono delle gravi considerazioni politiche, nonché dei pesanti dubbi di validità giuridica, che dovrebbero ispirare il suo definitivo annullamento.
Tutti gli interlocutori islamici di questa vicenda appartengono all'Ucoii, l'Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia, legata ai Fratelli Musulmani e sostenitrice dei terroristi di Hamas. Ebbene si sono presentati alle trattative con il Comune mentendo sulla propria identità, cioè negando di aver nulla a che fare con l'Ucoii. Eppure il Comune non solo non si è detto preoccupato per la stipula di un accordo con un interlocutore mendace, ma è a tal punto disponibile nei confronti dell'Ucoii da accettare che i suoi rappresentanti modifichino il proprio statuto affinché la menzogna si trasformi formalmente in verità.
Ecco le prove. All'articolo 1 dello Statuto del «Centro di Cultura Islamica di Bologna Onlus» si dice esplicitamente che «aderisce all'Ucoii (Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia)». Eppure il presidente del Centro, il convertito Daniele Parracino, in una dichiarazione riportata dall'Agenzia Dire il 16 marzo 2007, rispondendo alla richiesta di chiarimento dei rapporti tra il Centro e l'Ucoii avanzata dall'assessore all'Urbanistica Virginio Merola, ha sostenuto: «Noi siamo autonomi in tutto e per tutto, siamo noi che c'entriamo, siamo noi che abbiamo acquistato un terreno e siamo noi che intendiamo permutarlo ». Dicendo due bugie: la prima è appunto che il Centro non aderisce all'Ucoii, la seconda è che il Centro sarebbe il proprietario del terreno in via Felsina.
Perché dall'atto di compravendita, sottoscritto il 31 maggio 2000 presso il notaio Cristiano Masi, si legge che Michelangelo Poletti, nella sua veste di amministratore unico della «Filpo Srl», vendette a Kabakebbji Mohamed Maher, nella sua veste di presidente del Comitato direttivo e legale della Associazione Onlus «Al Waqf Al-Islami in Italia», ovvero «Ente di gestione dei beni islamici in Italia», il terreno di viale Felsina a 180 milioni di lire. Ebbene dallo Statuto del «Al Waqf Al-Islami in Italia», all'articolo 2, si legge: «L'associazione ha sede in Segrate, via Cassanese n.3 ed aderisce all' Ucoii». E lo stesso Kabakebbji ricopre attualmente la carica di «Vice-presidente e responsabile Dipartimento Economia» dell'Ucoii. Eppure lo stesso presidente dell'Ucoii Mohamed Nour Dachan, in una lunga lettera pubblicatagli dal Corriere
il 9 novembre 2007, afferma che sarebbe «totalmente falso » il fatto che «i terreni concessi dal Comune di Bologna per la costruzione della moschea sarebbero destinati all' Ucoii».
Ed è così che abbiamo il presidente e il vice-presidente dell' Ucoii, nonché il presidente del «Centro di cultura islamica di Bologna» che mentono affermando che l'Ucoii non ha nulla a che fare né con il progetto della moschea né con il terreno oggetto della permuta con il Comune. E il Comune che fa? Si presta volentieri a questo gioco di dissimulazione della realtà: «Non faremo una permuta diretta con l'Ente gestione beni islamici», ha sostenuto Merola al Corriere di Bologna il 27 novembre scorso, «Per trasparenza abbiamo chiesto al Centro islamico di essere l'intestatario del terreno di via Felsina al momento della permuta».
Quindi per Cofferati l'Ucoii va bene se si presenta sotto mentite spoglie. E da un punto di vista strettamente formale non c'è nulla da fare. «C'è una norma costituzionale che vieta la rinascita del disciolto partito fascista. Eppure nel dopo-guerra fu costituito il Movimento sociale italiano a dispetto del suo palese legame con il fascismo e tutti i tentativi per impedirlo fallirono», spiega Gabriele Gatti, esperto di diritto penale, «quindi nel momento in cui gli organismi e i dirigenti dell' Ucoii modificano il loro statuto in modo che formalmente non compaia più il legame con l'Ucoii, c'è poco da fare».
Non capisco come possa Cofferati, che ha già dato prova di avere a cuore l'interesse della collettività quando si è trattato di fronteggiare l'illegalità straniera e autoctona, finire per soccombere alla strategia degli estremisti islamici. Qui non è in discussione la libertà religiosa, a Bologna ci sono già 5 moschee e in Italia ammontano a 734, ma la salvaguardia del diritto alla sicurezza e alla pacifica convivenza dei bolognesi e dei musulmani perbene.

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