Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Cassiere arabo-israeliano si rifiuta di servire Tzipi Livni una cronaca di Davide Frattini
Testata: Corriere della Sera Data: 04 dicembre 2007 Pagina: 17 Autore: Davide Frattini Titolo: «Il commesso boicotta la Livni «Io non la voglio servire»»
Dal CORRIERE della SERA del 4 dicembre 2007:
GERUSALEMME — Quando in fila per la spesa c'è il ministro degli Esteri, la politica entra al supermercato. Il cassiere di un negozio a nord di Tel Aviv si è rifiutato di servire Tzipi Livni. Una protesta contro le dichiarazioni, rilasciate prima di partire per il vertice di Annapolis: «Un futuro Stato può rappresentare una soluzione non solo per i palestinesi di Gaza e della Cisgiordania, ma anche per le aspirazioni nazionaliste degli arabi che vivono in mezzo a noi». Jubran Abed Al-Fatah, studente di medicina a Tel Aviv, viene da un minuscolo villaggio in Galilea. E' il leader del comitato che raggruppa gli studenti arabi. Non vuol diventare un politico, dice. «Eppure quando ho visto che il ministro era davanti a me, la mia coscienza non mi ha permesso di servirla. Le sue parole hanno offeso i cittadini arabi che vivono in questo Paese. Le ho detto in faccia che ha danneggiato la coesistenza e la democrazia. Ha dato ragione a chi sostiene la nostra espulsione ». Tzipi Livni non ha reagito. Uno dei suoi accompagnatori ha parlato con i capi di Jubran, che prima è stato sospeso e poi ha perso il posto «per essersi rifiutato di svolgere il suo lavoro». Assicura che se Livni fosse stata una dei suoi pazienti («voglio diventare chirurgo»), l'avrebbe curata in ogni caso. «Super-Pharm vende anche medicine. Ho visto che nel suo carrello non c'era nulla di importante per la salute». Il quotidiano Maariv ha accusato Jubran di aver commesso «un gesto fascista»: «Ci sarà sempre qualcuno nella sinistra pronto a ripeterci che dobbiamo comprendere i loro sentimenti. Ma queste sono forme di protesta inaccettabili ». La frase di Tzipi Livni è stata criticata da Ghaleb Majadele, arabo israeliano e ministro della Cultura, che l'ha accusata di «volersi dimenticare che le nostre radici sono state piantate in questa terra prima che nascesse lo Stato. I nostri diritti di cittadinanza non sono negoziabili». Il laburista Ophir Pines-Paz ha paragonato le sue parole di Livni alle proposte dell'ultranazionalista Avigdor Lieberman. Prima del vertice di Annapolis, una settimana fa negli Stati Uniti, il governo di Ehud Olmert ha chiesto — senza ottenere nulla dal presidente Abu Mazen — che i palestinesi riconoscano Israele come uno Stato ebraico. Il discorso di Tzipi Livni è stata una risposta al rifiuto dell'Alto comitato per gli arabi israeliani di riconoscere l'ebraicità della nazione. Alla Knesset, i deputati arabi hanno boicottato la cerimonia che ieri ha celebrato i sessant'anni del Piano di partizione della Palestina votato dalle Nazioni Unite.
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