martedi` 26 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
04.12.2007 Abu Mazen e le barbe degli islamisti
un editoriale sul conflitto interno dei palestinesi

Testata: Il Foglio
Data: 04 dicembre 2007
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «In barba a Hamas»

Dal FOGLIO del 4 dicembre 2007:

A quanto pare il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, avrebbe ordinato di radere la barba ai dirigenti di Hamas catturati dalle forze di polizia palestinesi. Si tratta di un oltraggio per i fondamentalisti islamici che considerano l’onore del mento una forma di particolare conformità agli insegnamenti del Profeta. Anche in altre culture e in altri tempi il taglio della barba è stato considerato un segno di secolarizzazione. Il caso più celebre è quello di Pietro il grande, che impose ai boiardi di tutte le Russie di radersi la barba, se non volevano che gliela facesse tagliare lui insieme alla testa. In quel modo lo zar intendeva promuovere, perfino simbolicamente, l’europeizzazione del suo paese, anche se in questo modo suscitò proteste e congiure, compresa quella in cui fu implicato suo figlio. Qualcosa del genere fece Kemal Atatürk, che per giunta cercò di imporre la sostituzione dei turbanti con i cappelli di feltro all’occidentale, ma alla fine, poiché con le lobbie non si poteva portare la fronte a terra per la preghiera islamica, dovette accedere al compromesso del fez. Anche tra gli ebrei, il passaggio dalla prima generazione di sionisti, caratterizzati dalle fluenti barbe alla Theodor Hertzl, a quella glabra dei fondatori di Israele caratterizzò la svolta laica del movimento.
La decisione dell’Autorità palestinese, nelle circostanze attuali, probabilmente ha anche il senso di una reazione alla tracotanza di Hamas che, dopo il colpo di stato con cui si è impadronito di Gaza, continua a perseguire con la violenza la disgregazione dell’entità palestinese e la guerra santa con Israele. Tagliare la barba ai dirigenti di Hamas arrestati, in questo quadro, appare come una scelta di umiliazione non cruenta, un atto simbolico per riaffermare l’autorità contestata di Abu Mazen. E’ comprensibile. Però si potrebbe sommessamente osservare che se un qualunque governo occidentale avesse deciso di fare lo stesso nei confronti di estremisti islamici arrestati sarebbe stato, quanto meno, condannato dall’Onu per islamofobia.

Per inviare una e-mail alla redazione del Foglio cliccare sul link sottostante


lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT