Prendendo spunto dalle vicende del Kosovo, Giordano Bruno Guerri presenta uno scenario inquietante, ma plausibile, nel futuro dell'Italia:
Dopo il fallimento dei colloqui fra Serbia e Kosovo, è probabile che il Kosovo proclami unilateralmente l’indipendenza. A volerlo è l’etnia albanese, musulmana, che in quella regione è in maggioranza, ma che è una minoranza nello Stato serbo. Pare già certo che Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia riconosceranno l’indipendenza, e che anche l’Italia darà il suo consenso, per non emarginarsi nella Nato e nell’Unione Europea. Naturalmente si farà appello al principio dell’autodeterminazione dei popoli, che fa sempre comodo quando lo si applica in casa d’altri. Ma se qualcosa di simile avvenisse anche da noi?
Una volta, in Italia, si paventava il secessionismo della Lega, che in realtà minacciava cento per ottenere dieci, ovvero il federalismo. Nessuno ha mai temuto davvero una secessione - mettiamo - del Veneto: la grande maggioranza dei veneti non ha mai avuto la volontà di staccarsi dall’Italia. Supponiamo però che, in un futuro non troppo lontano, accada che una nostra regione abbia una maggioranza di cittadini motivati sul serio a proclamare unilateralmente la secessione.
È un’ipotesi provocatoria, ma nient’affatto campata in aria. Con l’attuale flusso di extracomunitari, e con la loro invidiabile prolificità, è possibile che un giorno questi cittadini - minoranza in Italia - diventino maggioranza in una regione, in una provincia. Soprattutto se si continuerà a mantenere l’attuale lassismo verso l’immigrazione clandestina, graziata da periodiche sanatorie, e si continuerà ad avere bisogno di importare manodopera. Non è una cosa che possa accadere domani, certo, ma già tra qualche decennio potremmo trovarci davvero in una situazione che oggi può sembrare fantapolitica.
Com’è giusto e lecito, avendo la cittadinanza italiana, cittadini di altre etnie formeranno un partito che sarà utile a qualcuno per governare e otterranno sempre maggiori autonomie e diritti. Qua e là amministreranno, magari anche bene, comuni sempre più grandi. È presumibile che questi cittadini saranno di religione musulmana, e dunque vorranno, com’è nella natura del loro credo, vivere secondo principi religiosi che devono coincidere con le leggi, ovvero diventare legge. A quel punto i compromessi non saranno più possibili. Sarà possibile, invece, che una provincia, una regione, a maggioranza musulmana chieda, dopo l’autonomia, l’indipendenza. Quel giorno ci ricorderanno che, all’inizio del 2008, l’Italia appoggiò la secessione kosovara contro la maggioranza serba.
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