Una storia che nessuno racconta più: gli attuali Stati arabi dovrebbero prendere esempio dall' Emiro Feisal al-Hussein al-Hashemi Emanuel Segre Amar ricostruisce i suoi rapporti con Chaim Weitzmann
Testata: Informazione Corretta Data: 29 novembre 2007 Pagina: 0 Autore: Emanuel Segre Amar Titolo: «Una storia dimenticata da tutti»
Il Medio Oriente vive di nuovo giorni di speranza, che tutti si augurano non siano come tanti altriimpressi nella memoria, soprattutto per la delusione che sempre ne è seguita.
Nei giorni scorsi la maggior parte dei commentatori politici ha fatto intendere che poco o nulla avremmo dovuto aspettarci da questo summit. Poi all'improvviso, con un colpo d'ala in fondo non così raro nella politica mediorientale, il mondo ha potuto assistere a quello che rimarrà comunque come il primo incontro fra israeliani e sauditi (nessuna stretta di mano! era stato imposto dai sauditi prima della riunione, e tuttavia ci dicono i commentatori che il re saudita ha applaudito Olmert, e, soprattutto, la sua televisione ne ha trasmesso in ebraico il discorso). E a tutti è ben nota l'importanza del regno saudita per la politica del medio oriente.
Si è tanto parlato, nei giorni scorsi, dell'opportunità, o meno, di creare due stati, uno ebraico ed uno arabo, al posto dello stato unico da alcuni (non solo palestinesi) tanto reclamato. Ritengo quindi che possa essere utile ritornare, con la memoria, al 1919, subito dopo la prima guerra mondiale, perché proprio allora iniziò quello che sarebbe diventato uno dei più lunghi conflitti nella storia dell'umanità.
In quel momento le due grandi potenze della terra, Inghilterra e Francia, erano riuscite a sconfiggere l'impero Ottomano, con un'altra guerra lunga e spaventosa. E la vittoria delle nuove potenze fu facilitata, in tanti modi, dai popoli arabi, da un lato, e da Chaim Weizmann, presidente dell'organizzazione sionista mondiale, dall'altro. Questi aiuti prestati all'Inghilterra, in particolare, furono da questa ricambiati con la promessa della creazione dei vari stati arabi, che infatti nacquero negli anni subito successivi, e con la dichiarazione Balfour.
Sembra opportuno andare quindi a rileggersi quel che la storia ci ha tramandato sui rapporti fra arabi ed ebrei. E scopriremo così che a Londra, il 3 gennaio 1919, l'Emiro Feisal al-Hussein al-Hashemi per conto del regno arabo di Hedjaz (nella parte nord occidentale della penisola arabica con La Mecca e Medina) e il dr. Weizmann sottoscrissero l’accordo, la cui lettura insegna tante cose oggi da molti dimenticate (vedansi articoli 1 a 9 in questo link).
In particolare veniva già allora congiuntamente deciso che due stati, uno arabo ed uno palestinese (non si parlava di stato di Israele, in quel tempo, ma dalla lettura appare evidente che era lo stato degli ebrei), sarebbero nati, in ossequio alla dichiarazione del governo britannico del 2 novembre 1917. L'immigrazione ebraica, inoltre, avrebbe dovuto essere stimolata fin da subito per rendere fertili quelle terre diventate aride per l'incuria secolare. Si viveva dunque in armonia fra arabi ed ebrei, ed entrambi, aspirando ad avere uno stato proprio, e riconoscendo quel che gli altri avevano da offrire al proprio interesse particolare, accettarono proprio quel che oggi sembra inaccettabile per tutti.
Certo gli interessi egemonici dell'Inghilterra furono alla base dei cambiamenti successivi, ma pure non si deve dimenticare il ruolo degli arabi fondamentalisti, come li chiamiamo oggi, quegli arabi che già allora, seppure in minoranza, imponevano la propria volontà con la violenza.
Nelle lettere che vengono riportate dopo l'accordo (vedasi ancora in questo link), si legge che gli arabi, specialmente quelli più colti, guardavano con simpatia al movimento sionista. E quella terra spettava anche ai suoi figli originari, e per essi tutti rappresentava una sacra ed amata madrepatria. E si legge pure di logiche difficoltà locali nelle fasi iniziali dei rispettivi movimenti. Mai problemi erano destinati a scomparire con la conoscenza reciproca, in un futuro in cui gli uni e gli altri si aiuteranno a vicenda.