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Politica estera italiana: non ci resta che piangere…o ridere? 28/11/2007

A questo link la risposta di Sergio Romano cui la seguente lettera si riferisce:

Egregio Dr. Romano,

 

nella sua risposta dal titolo “perché in Libano occorre parlare con tutti”, lei giustifica Massimo D’Alema per “l’errore” nell’aver sottovalutato la portata dei sentimenti turchi contro Ocalan, uno dei capi del PKK che da decenni compiva e compie attentati in Turchia. Potrei chiedermi allora, a che servano i Ministeri se il vasto – in senso numerico – personale impiegato, non sia nemmeno in grado di stilare una benché minima scheda informativa sui Paesi con cui l’Italia ha rapporti. Ancor più grave: l’accoglienza (che fu quasi da capo di stato o da eroe) tributata ad un terrorista (cui ricordo si voleva offrire asilo politico) per accontentare le frange estremiste della propria coalizione di governo. Aggiungo che Aoun è inviso dalla maggioranza dei maroniti e considerato traditore per la sua alleanza a Hitzballah e Amal (che ricordo responsabile delle stragi del contingente americano e francese di Beirut). Hitzballah come Hamas hanno ottenuto il consenso proprio come centri assistenziali contro la corruzione del Libano siriota i primi, e quella di Fatah i secondi. Il confronto Algeria e Gran Bretagna nulla ha a che vedere con chi della cancellazione di Israele ha fatto la sua bandiera (con tanto di Kalashnikov in bella vista sullo sfondo giallo. Le “operazioni di commando” da lei citate, quali sarebbero??). Né con il Fronte di liberazione nazionale algerino, né con il Sinn Fein/IRA, che non hanno mai inteso cancellare Francia e Gran Bretagna. D’Alema va a braccetto e parla (di che?) con chi persegue la distruzione di Israele, l’annientamento degli ebrei, la cancellazione di un Libano libero e multiculturale affinché venga mantenuto protettorato siriano ed arabizzato, oltre che islamizzato? Ben diverso, quanto serio, è stato l’invito a tutte le parti politiche libanesi (con i partecipanti dei gruppi terroristi ben selezionati prima) da parte della Francia di Sarkozy. Una riunione al chiuso, senza clamori e soprattutto sceneggiate politiche e mediatiche tipiche nostrane, con i francesi presenti SOLO come osservatori. Preoccupante quando un Paese DEVE dimostrare di essere amico di paesi e  gruppi terroristici che vogliono l’annientamento di un altro Paese, e deve essere amico di chi considera il Libano un oggetto di conquista dell’islam. Come a dire che per tale Paese: il terrorismo paga.

 

Cordialmente,

Danielle Sussmann


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