Di seguito una lettera inviata al quotidiano Europa e in copia a Informazione Corretta:
Ho letto in ritardo il suo articolo, e mi permetto di farle pervenire queste mie osservazioni.
Non voglio qui sottolineare la sua dichiarazione sui vantaggi che deriverebbero ad israele nel siglare accordi con paesi dittatoriali. Mi sembra questa una dichiarazione pericolosa, non fosse altro che per il fatto che questi regimi vengono di solito sostituiti con la forza da nuovii che poi non ne riconoscono gli atti (vedasi la diatriba dell'italia con la Libia di Gheddafi).
Ma poi Lei azzarda parallelismi fra la possibile intesa con la Siria e quella con l'Egitto, e dimentica quella che è sempre stata la condizione posta dai governanti di israele (e giustamente, secondo me): riconoscete l'esistenza di israele, e poi discutiamo di tutto, compresa la restituzione dei territori conquistati con la guerra. Ebbene, proprio questo la Siria non lo ha mai accettato (forse Assad ha l'esperienza di quel che è successo a Sadat), ma lei lo omette, andando a parlare invece di relazioni con gli estremisti che vivono in Siria. Questo di cui Lei parla, signor Yehoshua, è un aspetto secondario, così come il fatto che in Egitto ci siano tuttora tanti estremisti che odiano gli ebrei, e cionondimeno la fragile pace resiste. Ma se la Siria non vuole riconoscere lo stato di Israele, tutto il resto è una pura farneticazione. Questo va sempre detto, tanto più da chi, come Lei, ha una grande visibilità mediatica.