Gentile Direttore,
leggendo l’articolo di Sandro Viola dal titolo "Herzl, un messia dalla vita tragica", pubblicato ieri, 25 novembre su La Repubblica, ho trovato veramente infelice il tentativo di distruggere la figura di T. Herzl, rovistando nelle sue tragedie familiari. Questo articolo descrive con cinica accuratezza le sofferenze personali di un uomo, senza riferimenti alla contingenza storica.
In esso emerge un chiaro tentativo di manipolare la storia e una mancanza totale di sensibilità e di rispetto. Chiunque, dotato di capacità riflessiva, dovrebbe ammettere che Herzl, malgrado una vita affettiva e famigliare difficile, riuscì a realizzare un sogno: dare il senso di stato ad un popolo che viveva disperso da quasi duemila anni. Il sogno di quest’uomo nacque dalla sofferenza che egli provò nel vedere il capitano Dreyfuss maltrattato ed accusato ingiustamente in Francia. Tale episodio, passato alla storia come emblema d’ingiustizia, scosse molti intellettuali francesi dell’epoca. Tra di essi si annovera anche Herzl, giornalista ed intellettuale, fermo sostenitore del diritto e della giustizia degli stati occidentali d’Europa, il quale, però, dovette constatare che proprio in Francia, culla del diritto e della libertà, sta riprendendo vita un sentimento antigiudaico. Egli riflettè sulla grave situazione creatasi e si rese conto che se in un paese come la Francia l’odio per gli ebrei aveva ripreso, ciò sarebbe accaduto con maggior vigore in altri paesi, dove i diritti e la libertà non erano concessi. Herzl comprese che la necessità di dare a questo popolo, ciclicamente perseguitato, un luogo da abitare. In brevissimo tempo, nel 1897, egli convocò a Basilea ebrei provenienti da tutta Europa. Tale evento richiamò nella città svizzera ben 250 giornalisti.
Per la prima volta dalla diaspora, quest’uomo riuscì a fare incontrare ebrei dispersi in tutte le nazioni.
Theodor Herzl, non fu un delirante, come viene descritto nel suo giornale, ma un uomo di coscienza, che, di fronte alla sofferenza, venne scosso profondamente, perché comprese il pericolo che il suo popolo stava vivendo. Egli capì che doveva darsi da fare velocemente per fare riconoscere il diritto ad un territorio ebraico, prima di una nuova persecuzione. Egli viaggiò in tutte le nazioni in cerca di consensi, non trascurando di presentarsi anche al Sultano a Costantinopoli, per proporgli l’acquisto delle terre.
Herzl fu un uomo lungimirante perché comprese che una nuova, violenta, persecuzione stava arrivando. Cinquant’anni dopo, quando l’Europa sarà si troverà di fronte al più grande genocidio mai accaduto, la storia darà ragione ai suoi timori.
Herzl seppe creare dal nulla l’idea di stato. A mio avviso, fu un uomo geniale.
Edda Fogarollo