Leggo l'articolo, scritto da Angelo Pezzana per Shalom, in cui egli riferisce dell'incontro con Bassem Eid, coraggioso dissidente palestinese, che assomiglia tanto ai suoi omologhi russi (non sovietici!!) di alcuni decenni fa. Uomo senza paura, Bassem Eid, e con le idee chiare, quando parla, ad es., del business dei profughi, ed insiste sulla realtà che è soprattutto dei Paesi arabi la responsabilità del fatto che la pace non c'è ancora, tra Israeliani e Palestinesi. E' assai più lucido di AB. Yehoshua, scrittore che peraltro amo molto, il quale afferma che occorre accordarsi con la Siria perché un Paese dittatoriale è in grado di mantenere le promesse (le democrazie, no; par di capire). Ma siamo matti???????
Che dire allora di Ahmadinejad? Il guaio è che che gli scrittori influenzano la pubblica opnione e non è sempre facile distinguere tra l'opera letteraria, preziosissima, e le posizioni politiche, opinabili. Specie in un particolare contesto come Israele. Voi che ne dite?
Mara Marantonio (Bologna)