Sul CORRIERE della SERA di oggi, 17/11/2007, a pag.43, Sergio Romano ritorna sull'argomento Bibbia-Corano, rispondendo ad un lettore. Chiediamo ai nostri lettori di intervenire scrivendo al Corriere. A tale scopo pubblichiamo le precedenti pagine di informazione corretta, utili per contestare il perseverare di Romano.
Ecco la rubrica di Romano di oggi. A seguire le corrispondenze precedenti, pubblicate da IC nella rubrica del lettori di IC " Dite la vostra". Per scrivere al Corriere, cliccare sulla e-mail sottostante.
LA BIBBIA E IL CORANO: RIFLESSIONI DI UN GESUITA
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La sua risposta su Bibbia e Corano è fuorviante. La Sacra Scrittura, che, secondo la Chiesa cattolica, è ispirata da Dio, consta di due «Testamenti» l'Antico e il Nuovo. In essi la rivelazione è presentata in modo progressivo e trova la sua forma finale, definitiva e vincolante per il cristiano, solo nel Nuovo. In entrambi i Testamenti ci sono libri e/o passi di volta in volta narrativi, sapienziali, morali e metafisici. Nel settore delle norme morali la Chiesa ritiene vincolanti solo le norme rivelate da Gesù e trasmesse dai suoi discepoli (che ad esempio nel caso dei Dieci comandamenti riproducono quelli dell'Antico Testamento). Ora lei può ben cercare nel Nuovo Testamento e in bocca a Gesù e ai suoi, non vi troverà altro che amore incondizionato, perdono dei nemici e paziente sopportazione del male eventualmente inflitto da altri. Questo è secondo San Paolo la sintesi e la quint'essenza di tutta la legge morale. Di solito, da parte di chi non appartiene alla Chiesa, si obbietta che anche la Chiesa nella sua storia bimillenaria si è comportata nei confronti degli avversari proprio come altre comunità religiose o agnostiche che hanno diversi principi morali. Se e nella misura in cui ciò è avvenuto (si deve tener presente anche il diritto alla legittima difesa!), ciò è stato in assoluto contrasto con le parole del suo fondatore, a differenza di altre religioni in cui ciò è invece comandato o perlomeno permesso. Anche per quanto riguarda l'Antico Testamento, da cui lei trae alcune citazioni, vorrei ricordarle che si tratta di testi narrativi, non prescrittivi per tutti i fedeli e precisamente di fatti del XIII secolo avanti Cristo, non, come nel caso del Corano, di testi prescrittivi del VII secolo dopo Cristo. Anche per ciò che concerne l'Antico Testamento, comunque, la Torah si riassume nel ben noto Decalogo, in cui troviamo il comandamento di non uccidere l'innocente. Anche nell'Antico Testamento, nei testi di carattere giuridico o morale, sempre si condanna l'ingiustizia, mentre Lev. 19,17 comanda di amare «il prossimo come te stesso» e Tob. 4,15 di non fare agli altri quello che non vuoi si faccia a te. Tutto questo verrà poi perfezionato da Gesù. Corrado Marucci, S.I. Ordinario di teologia biblica al Pontificio Istituto Orientale Caro Marucci, Grazie per la sua lettera, molto esauriente e interessante. Le lascio quindi buona parte del mio spazio e mi limito a tre osservazioni. In primo luogo mi è difficile fare una distinzione fra testi descrittivi e prescrittivi quando Dio chiede a Mosé, nell'Esodo, di annunciare al Faraone le piaghe che devasteranno l'Egitto se non verrà permesso al popolo ebraico di partire liberamente. E mi è difficile considerare semplicemente descrittiva la conquista di Ai quando l'azione di Giosuè risponde a un preciso ordine del Signore. E non vedo perché debba esservi una radicale differenza fra il XIII secolo a.C. e il VII secolo d.C. se nel 1099, quattro secoli dopo Maometto, i crociati fecero di Gerusalemme un lago di sangue. In secondo luogo è vero che l'Antico Testamento contiene comandamenti ammirevoli, ricchi di pietà e misericordia. Ma esistono anche nel Corano e dimostrano che molti testi sacri sono un pot-pourri, scusi l'espressione, in cui è possibile trovare di tutto. In terzo luogo sono consapevole della differenza fra l'Antico e il Nuovo Testamento. Ma non credo che lei abbia ragione quando sostiene che soltanto il Nuovo, per il cristiano, è vincolante. Temo che molti evangelici americani (i sostenitori del creazionismo ad esempio) continuino a credere nel valore letterale e vincolante dell'Antico Testamento.
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Una lettera inviata a Sergio Romano, e non pubblicata, a proposito della sua risposta a un lettore sul CORRIERE della SERA il 12 novembre 2007: Non sono avventurosi islamici a leggere il Corano come un manuale per i nostri tempi. Sfilano per le nostre città occidentali con cartelli che inneggiano alla morte dell’infedele, all’islam che vincerà e dominerà il mondo. Uccidono, massacrano. A questo punto, vuole gentilmente farci degli esempi su ebrei ed evangelici che mettano in pratica le parole dell’Antico Testamento (da lei citate al lettore Michele Galante) come quello che da anni notiamo nel panorama estremista islamico? Non mi metta l’esempio di Goldstein che, medico, è impazzito dopo aver inutilmente curato troppe vittime del terrorismo palestinese. E, comunque, l’abbiamo condannato in maggioranza per la sua orribile reazione. Inoltre, lei dovrebbe sapere che gli ebrei – in seguito gli israeliani - hanno da sempre tentato di vivere in pace ed armonia con i loro vicini da quando sono tornati in più immigrazioni dopo la metà dell’Ottocento, raggiungendo gli ebrei stanziali da due millenni nella loro terra sotto varie occupazioni ed ultima – e plurisecolare – quella ottomana. E come mai ci si vuole dimenticare – o si vuole sempre ignorare – che ci fu un periodo in cui il Movimento Nazionalista Arabo di re Feisal fu in piena sintonia con il Movimento Sionista di Haim Weitzmann nell’interesse di quell’area che gli americani denominarono Medio Oriente? Solo perché le responsabilità del fallimento/annientamento dei presupposti dello sviluppo di quell’area sono attribuibili agli interessi coloniali miopi e catastrofici di Gran Bretagna e Francia? Per quanto riguarda gli evangelici, salvo essere religiosamente ferventi dell’Antico Testamento, cosa hanno fatto di tanto terribile e cruento? Aver riconosciuto come tanti musulmani ignorati e perseguitati il legittimo diritto all’esistenza degli ebrei nella loro Terra? Legittimo diritto che pone Israele ad essere l’unica nazione riconosciuta legalmente per ben due volte: dalla Società delle Nazioni e dalle Nazioni Unite. L’Italia, ad esempio, non vanta neanche un riconoscimento legale. Appartiene a tale consesso, come altre nazioni, solo per tradizione. E, dovrebbe saperlo: questo è il motivo principale per cui la questione atesina è sempre in bilico tra Italia e Austria. Cordialmente,
Danielle Sussmann
Di seguito, la precedente lettera a Romano e la sua risposta:
Il confronto
Caro Romano, mi permetta di dissentire. Le citazioni dell'Antico Testamento da lei riportate non sono comparabili con quelle del Corano proposte dal lettore. Quelli sono fatti contestualizzabili in un contesto storico, queste sono istigazioni ad uccidere attualissime; c'è una bella differenza.
Michele Galante , | mike.galante@libero.it
Altri lettori hanno fatto la stessa osservazione. Ma le propongo la lettura di un passaggio del Deuteronomio che non descrive fatti già accaduti, ma esorta alla violenza futura: «Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nella terra dove vai, per conquistarla, cadranno innanzi a te molte nazioni (segue l'elenco di sette nazioni, ndr) più numerose e forti di te. Il Signore te le metterà davanti; tu le batterai e le voterai all'anatema. Non stringerai nessun patto con esse, né avrai misericordia di loro» (7,1). Credo quindi che Corano e Antico Testamento vadano egualmente contestualizzati. Esistono, è vero, islamici che leggono il Corano come un manuale per i nostri tempi. Ma esistono evangelici ed ebrei che leggono l'Antico Testamento allo stesso modo.
Ecco la prima risposta di Romano che ha dato inizio alla polemica, CORRIERE della SERA del 09/11/2007:
Corano e Bibbia: attenzione, usare con cautela
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A Khalida El Khatir, la studentessa che ha scritto per lamentare le difficoltà di un musulmano che vuole praticare la sua religione in Italia, rispondo che ho letto il Corano. L'ho letto quattro volte perché non credevo ai miei occhi. Ecco alcun versetti che concernono in particolare la violenza verso gli infedeli. 2/191: ammazzateli ovunque essi s'incontrino! Fateli uscire da dove essi vi hanno cacciato! La persecuzione è più forte della strage. Non combatteteli presso la moschea, a meno che essi ci diano battaglia in quei paraggi: ché se in verità vi attaccano, uccideteli! Questa è la fine degli infedeli. 2/193: combatteteli fino a che non vi sia più ribellione, e che la religione sia quella del Dio. 4/89: vorrebbero far di voi degli infedeli, come loro, vorrebbero che voi vi abbassaste al loro livello. Fate attenzione a non crearvi tra loro degli amici, se prima non emigrano nel sentiero del Dio. Se si girano indietro, prendeteli, fateli morire ammazzati ovunque essi si trovino, e tra loro non cercate né amico né soccorritore. 4/91: se non si mantengono in neutralità nei vostri riguardi, né vi offrono la pace, né abbassano le armi, assaliteli, ammazzateli là dov'essi si trovano:su di loro vi concediamo pieni poteri. 5/33: quella sarà la ricompensa dovuta a coloro che fanno guerra al Dio e al suo profeta e che ce la mettono tutta per creare disordini sulla terra. Moriranno di morte violenta. Saranno crocefissi. Gli sarà tagliata una mano, gli sarà amputata la gamba della parte opposta a quella della mano. Saranno cacciati dal loro territorio. Destino crudele! Vergogna qui in terra, castigo tremendo nell'aldilà. 8/7: allorquando il Dio vi faceva promessa di concedervi una delle fazioni in arresa voi bramavate di impadronirvi di quella che era disarmata, mentre il Dio intendeva manifestare la verità per mezzo del suo verbo e sterminare gli infedeli fino all'ultimo. Questo è soltanto un piccolo campione. Ce n'è abbastanza per essere allarmato di ciò che s'insegna nelle moschee. Tralascio i commenti possibili perché il testo si commenta da sé. Non crede che per il suo contenuto il Corano esprima una dottrina pericolosa per l'umanità? E per certi aspetti anche nemica dell'uomo, infedele e islamico compreso? Paolo Codecasa paolo.codecasa@ fastwebnet.it Caro Codecasa, la sua lettera contiene 26 citazioni dal Corano. Per ragioni di spazio ho dovuto abbreviare e pubblicare soltanto le prime sei. Ma spero di avere lasciato intatti i suoi argomenti e il senso del suo messaggio. Potrei risponderle che il Corano, come ogni testo sacro, contiene anche numerosi messaggi ispirati da sentimenti di carità, amore, misericordia. Ma preferisco riprodurre altrettante citazioni dall'Antico Testamento e ricordare che i modernisti cattolici, sin dalla fine dell'Ottocento, ci avevano insegnato a trattare i testi sacri alla stregua di documenti storici, da collocare, per essere compresi, nel contesto dell'epoca in cui furono scritti. Un fedele, secondo i modernisti, può credere nella loro ispirazione divina, ma ammettere che Dio abbia usato il linguaggio più corrispondente ai costumi e alla cultura di coloro a cui erano originalmente indirizzati. Comunque, caro Codecasa, ecco sei esempi tratti dai libri dell'Esodo e di Giosuè. Così ha detto il Signore: «A metà della notte io uscirò in mezzo all'Egitto, e morirà ogni primogenito in terra d'Egitto dal primogenito del Faraone che siede sul suo trono fino al primogenito della serva che sta dietro la mola e ogni primogenito del bestiame» (Esodo, 11) L'acqua ritornò e coprì i carri, i cavalieri, e tutto l'esercito del Faraone che veniva dietro a loro nel mare: di loro non ne restò neppure uno. (Esodo, 14. Passaggio del Mar Rosso) Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai, perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso che punisce la colpa dei padri sui figli, fino alla terza e quarta generazione per quelli che mi odiano (...) (Esodo, 20) Sterminarono tutto quanto era nella città, uomini e donne, giovani e vecchi, perfino i buoi e gli asini passarono a fil di spada (Giosuè, 6. Presa di Gerico) Allora Giosuè prese Acan figlio di Zerach, con l'argento, il mantello, il lingotto d'oro, i suoi figli e le sue figlie, i suoi tori, i suoi asini e tutto il bestiame minuto, la sua tenda e tutto quanto gli apparteneva (...) e li condussero nella valle di Acor. Giosuè disse allora: «Perché tu hai voluto affliggerci? Così il Signore affligga te oggi». Tutto Israele lo uccise con pietre. Innalzarono quindi su di lui un grande mucchio di pietre che c'è anche oggi, e il Signore si calmò dal furore della sua ira».(Giosuè, 7. Il peccato di Acan e le sue conseguenze) Quando Israele ebbe finito di uccidere tutti gli abitanti di Ai nella campagna, nel deserto, dove quelli prima lo inseguivano, e tutti furono caduti sotto la spada, in modo che non sopravvivesse alcuno, allora tutto Israele tornò ad Ai e la passò a fil di spada. Il totale degli uccisi in quel giorno, fra uomini e donne, fu di dodicimila, tutta la gente di Ai.(Giosuè, 8. Conquista della città di Ai).
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