Un partito islamico al governo in Danimarca ma l'estremista Asmaa Abdol- Hamid è stata sconfitta
Testata: Libero Data: 14 novembre 2007 Pagina: 16 Autore: Andrea Morigi Titolo: «Prima volta dell'Islam al governo in Europa»
Da LIBERO del 14 novembre 2007:
Per l'Occidente, la Danimarca funziona come laboratorio sperimentale. Alle elezioni di ieri, che hanno visto la vittoria della coalizione di centrodestra guidato da Anders Fogh-Rasmussen, entrambi gli schieramenti si presentavano con un potenziale ago della bilancia islamico. Il risultato delle urne fa ora sì che almeno uno dei due candidati-bandiera, il palestinese Naser Khader, si riveli ora determinante per la formazione del nuovo governo, oltre che l'unica vera novità del panorama politico danese dove, significativamente, sono del tutto scomparsi i cristiano-democratici. I NUOVI "BLU" Con questo nuovo e sorprendente assetto i "blu" del centrodestra, alla chiusura delle urne, venivano dati a 94 seggi, contro i "rossi" del centrosinistra staccati di tredici parlamentari. A contribuire alla vittoria dell'attuale maggioranza di governo, non sembra siano stati quindi né il Partito del Popolo danese, di estrema destra, che si attesterebbe a quota 24 parlamentari, senza variazioni rispetto alla legislatura precedente. Fermi a 18 anche i conservatori, mentre il partito del premier (paradossalmente denominato "Sini stra", ma in realtà social-riformista) subisce una perdita, considerevole, di ben 7 seggi. Si affaccia così sempre più realisticamente, a mano a mano che lo spoglio delle schede procede nella notte, l'ipotesi di un appoggio esterno di Nuova Alleanza, il partito guidato dal musulmano moderato Naser Khader, che comunque, con il 3,1 per cento dei voti, porterebbe al Folketinget tra i cinque e i sette rappresentanti, a testimoniare il ruolo crescente dell'elettorato di origine extracomunitaria. E ora mettere d'accordo Nuova Alleanza e il Partito del Popolo danese di Pia Kjærsgaard, che ha impostato tutta la propria propaganda sullo stop all'immigra zione, non sarà un'impresa facile per Rasmussen, che comunque è abituato a governare seppur in minoranza. Ma il vincitore della tornata elettorale è senza dubbio Khader. 44 anni, parlamentare dal novembre 2001 e ambasciatore dell'Unicef per il Darfur dal 2004, è odiato dai fondamentalisti. «Naser Khader è irrilevante per i musulmani di questo Paese. Il suo ruolo è quello di continuare a bombardare i musulmani e i valori islamici», è l'accusa di Abu Laban, il leader delle moschee radicali che aveva scatenato la protesta contro le vignette su Maometto pubblicate dallo JyllandsPosten nel settembre del 2005. «Rappresenta quella corrente di pensiero europea che è troppo codarda per confrontarsi con i musulmani autentici. Così prendono gente come Khader per fare da scudo umano e sputarci in faccia», è la condanna definitiva di coloro che bruciavano nelle piazze le bandiere danesi. Durante le dimostrazioni, nel 2006 Khader invece organizzava una fiera per trovare lavoro a centinaia di giovani immigrati e sanare la piaga della disoccupazione che affligge le comunità straniere. La sua ricetta, che tende a risolvere le contraddizioni, così da non esasperarle e non alimentare l'estremismo islamico, sembra dunque aver trionfato. Specularmente, subisce una pesante sconfitta la coalizione di estrema sinistra, la Lista dell'Unità, dove spiccava il velo islamico di Asmaa AbdolHamid, l'ex portavoce dei fondamentalisti che avevano fatto rivoltare il mondo islamico contro Copenaghen. Secondo gli exit-poll il suo partito avrebbe ottenuto cinque seggi.
ASMAA E I KAMIKAZE Nata 26 anni fa negli Emirati Arabi Uniti, da una famiglia palestinese. Suo padre, immigrato in Danimarca a metà degli anni Ottanta, per odio verso Israele si è radicalizzato fino a intraprendere la professione di macellaio islamico che, a tempo perso, ha fatto anche l'imam. La figlia sembrava aver preso una strada del tutto diversa, impegnandosi tra i giovani socialisti danesi. Poi, il patrimonio culturale ereditario ha preso il sopravvento, ha iniziato a indossare il velo e a paragonare i kamikaze iracheni ai partigiani anti-nazisti danesi della Seconda Guerra Mondiale. Forse senza tener conto del fatto che Copenaghen ha mandato le proprie truppe in Iraq, ma certamente contando sulla solidarietà degli elettori fondamentalisti.
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