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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
13.11.2007 L'Autorità palestinese rifiuta di riconoscere Israele come "Stato ebraico"
lo dichiara il consigliere di Abu Mazen Saeb Erekat

Testata: Corriere della Sera
Data: 13 novembre 2007
Pagina: 14
Autore: la redazione
Titolo: «Erekat: «Non riconosciamo Israele come uno Stato ebraico»»
Dal CORRIERE della SERA del 13  novembre 2007:

GERUSALEMME — Adesso che sembra esserci una data definita (il 27 novembre), i negoziati tra israeliani e palestinesi per il vertice di Annapolis diventano «difficili». Saeb Erekat (foto),
consigliere di Abu Mazen, ha spiegato che le due squadre non hanno ancora cominciato a stilare un documento comune. E ha aggiunto un commento, che ha aumentato le distanze diplomatiche: «Riconosciamo il diritto di Israele a esistere. Ma i palestinesi non accetteranno Israele come uno Stato ebraico». «Il riconoscimento della nostra identità — ha commentato Miri Eisin, una portavoce del premier Ehud Olmert — non è in discussione. Ci aspettiamo questo passo da qualunque nazione voglia avere un trattato di pace con noi». I preparativi per il summit negli Stati Uniti — che secondo la radio israeliana dovrebbe svolgersi per un solo giorno— passano anche dalla Turchia. Ad Ankara, sono in questi giorni Abu Mazen e Shimon Peres. Peres sarà il primo capo di Stato israeliano a parlare davanti al parlamento turco. Preannunciando la vista del presidente, il premier israeliano Olmert aveva parlato esplicitamente di un evento di portata epocale: «La Turchia — aveva detto — è un importante Paese musulmano e democratico, che può giocare un importante ruolo nel nostro riavvicinamento al mondo arabo».
Abdullah Gül si è proposto anche come mediatore con la Siria: «Damasco è interessata alla pace vera». Il presidente turco ha sostenuto con Peres la necessità che i siriani vengano invitati ad Annapolis e si è offerto di lavorare per il rilascio dei due soldati israeliani rapiti dagli Hezbollah, nell'estate del 2006.

Per inviare una e-mail alla redazione del Corriere della Sera cliccare sul link sottostante

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