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Una lettera inviata a Sergio Romano, a proposito della sua risposta a un lettore pubblicata dal CORRIERE della SERA il 12 novembre 2007:
Non sono avventurosi islamici a leggere il Corano come un manuale per i nostri tempi. Sfilano per le nostre città occidentali con cartelli che inneggiano alla morte dell’infedele, all’islam che vincerà e dominerà il mondo. Uccidono, massacrano. A questo punto, vuole gentilmente farci degli esempi su ebrei ed evangelici che mettano in pratica le parole dell’Antico Testamento (da lei citate al lettore Michele Galante) come quello che da anni notiamo nel panorama estremista islamico? Non mi metta l’esempio di Goldstein che, medico, è impazzito dopo aver inutilmente curato troppe vittime del terrorismo palestinese. E, comunque, l’abbiamo condannato in maggioranza per la sua orribile reazione. Inoltre, lei dovrebbe sapere che gli ebrei – in seguito gli israeliani - hanno da sempre tentato di vivere in pace ed armonia con i loro vicini da quando sono tornati in più immigrazioni dopo la metà dell’Ottocento, raggiungendo gli ebrei stanziali da due millenni nella loro terra sotto varie occupazioni ed ultima – e plurisecolare – quella ottomana. E come mai ci si vuole dimenticare – o si vuole sempre ignorare – che ci fu un periodo in cui il Movimento Nazionalista Arabo di re Feisal fu in piena sintonia con il Movimento Sionista di Haim Weitzmann nell’interesse di quell’area che gli americani denominarono Medio Oriente? Solo perché le responsabilità del fallimento/annientamento dei presupposti dello sviluppo di quell’area sono attribuibili agli interessi coloniali miopi e catastrofici di Gran Bretagna e Francia? Per quanto riguarda gli evangelici, salvo essere religiosamente ferventi dell’Antico Testamento, cosa hanno fatto di tanto terribile e cruento? Aver riconosciuto come tanti musulmani ignorati e perseguitati il legittimo diritto all’esistenza degli ebrei nella loro Terra? Legittimo diritto che pone Israele ad essere l’unica nazione riconosciuta legalmente per ben due volte: dalla Società delle Nazioni e dalle Nazioni Unite. L’Italia, ad esempio, non vanta neanche un riconoscimento legale. Appartiene a tale consesso, come altre nazioni, solo per tradizione. E, dovrebbe saperlo: questo è il motivo principale per cui la questione atesina è sempre in bilico tra Italia e Austria. Cordialmente,
Danielle Sussmann
Caro Romano, mi permetta di dissentire. Le citazioni dell'Antico Testamento da lei riportate non sono comparabili con quelle del Corano proposte dal lettore. Quelli sono fatti contestualizzabili in un contesto storico, queste sono istigazioni ad uccidere attualissime; c'è una bella differenza. Michele Galante , | mike.galante@libero.it Altri lettori hanno fatto la stessa osservazione. Ma le propongo la lettura di un passaggio del Deuteronomio che non descrive fatti già accaduti, ma esorta alla violenza futura: «Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nella terra dove vai, per conquistarla, cadranno innanzi a te molte nazioni (segue l'elenco di sette nazioni, ndr) più numerose e forti di te. Il Signore te le metterà davanti; tu le batterai e le voterai all'anatema. Non stringerai nessun patto con esse, né avrai misericordia di loro» (7,1). Credo quindi che Corano e Antico Testamento vadano egualmente contestualizzati. Esistono, è vero, islamici che leggono il Corano come un manuale per i nostri tempi. Ma esistono evangelici ed ebrei che leggono l'Antico Testamento allo stesso modo. |
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