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Corriere della Sera Rassegna Stampa
11.11.2007 Una azione d'odio e una assunzione interessante
Il maiale dei leghisti e l'assunzione all'Osservatore Romano di Anna Foa

Testata: Corriere della Sera
Data: 11 novembre 2007
Pagina: 24
Autore: Luigi Accattoli,Claudia Voltattorni
Titolo: «" Osservatore Romano, la prima collaboratrice ebrea"-" La comunità ebraica: azione d'odio"»

Dal CORRIERE della SERA di oggi, 11/11/2007, due notizie di cronaca. La prima, a pag. 24, l'assunzione all' OSSERVATORE ROMANO, di Anna Foa, storica dell'ebraismo. Ci aspettiamo che il giornale vaticano comincia ad affrontare seriamente la storia e che dia alla nuova collaboratrice ampia libertà di scelta sui temi da affrontare. Ad Anna Foa l'invito a proporre temi che aiutino il lettore cattolico a capire quel che è successo e quel che sta succedendo.

Il secondo, a pag.9, un'intervista a Yasha Reibman, portavoce della Comunità ebraica milanese, dopo la bravata leghista, giustamente definita < azione d'odio>. Si resta allibiti dopo una simile dimostrazione di ignoranza, violenza, volgarità, espressa da una parte politica che dovrebbe invece comportarsi in modo opposto.

" Osservatore Romano, la prima collaboratrice ebrea" di Luigi Accattoli:

CITTA' DEL VATICANO — «Vedere il mio nome in quelle pagine dalla grafica austera mi ha fatto impressione. Per una come me, ebrea e di tutt'altra formazione, questa collaborazione è una sfida culturale. Immagino che mi apprezzino come una voce di differenza e spero di essere all'altezza di una testata tanto seria»: così Anna Foa — ebrea che insegna Storia alla Sapienza, figlia del dirigente comunista Vittorio Foa e pronipote del rabbino- capo di Torino — commenta l'uscita del suo primo articolo sull'Osservatore
Romano.
Alla domanda se la sua sarà una «collaborazione fissa» la studiosa risponde che non sa: «Sono stata invitata a collaborare, per ora non c'è altro. E quell'invito mi ha fatto piacere».
L'articolo di esordio s'intitola «I tortuosi percorsi della memoria» ed è una recensione del libro «Brutti ricordi», contenente saggi di vari autori (Ephraim Kleim, Anita Shapira, Pierre Vidal-Naquet) sulle espulsioni forzate dei palestinesi dal territorio di Israele nel 1948-1949. La Foa tratta dell'apparente rimozione dalla memoria collettiva di Israele di quelle espulsioni eseguite manu militari: del ricordare, dimenticare, ricordare e dimenticare di nuovo un fatto che non è mai stato un «segreto».
E' la prima volta che l'Osservatore ospita una firma ebrea? «E' difficile dire questo, dato che il nostro giornale ha 146 anni di storia. Ospitalità eccezionali possono esservi state, ma è probabile che sia la prima volta che una voce ebrea viene invitata a dare una collaborazione culturale»: è la risposta di Giovanni Maria Vian, che dirige il quotidiano vaticano dal 27 ottobre.
Che obiettivo si propone il nuovo
Osservatore Romano? «C'è l'intenzione — risponde Vian — di aprire la testata a un dibattito culturale vivo e ampio, con respiro internazionale e a tale scopo è indispensabile che vengano ospitate voci autorevoli, di varia provenienza, portatrici di quel respiro». In due settimane il quotidiano vaticano ha vistosamente cambiato aspetto: più sobrio nella grafica, con meno pagine e meno foto, non ha più le «testatine» dedicate a Roma e all'Italia, pubblica molti contributi culturali e interviste sul fatto del giorno. Per esempio intervista il vescovo Bregantini il giorno del suo trasferimento da Locri-Gerace a Campobasso.
Tra le novità anche l'apertura alla collaborazione delle donne. Già il primo giorno era ospitato un lungo articolo di Maria Encarnación Gonzalez, direttrice dell'Ufficio delle Cause dei santi della Chiesa di Spagna (si era alla vigilia della beatificazione di 498 martiri della guerra civile). Ieri oltre all'articolo di Anna Foa ce n'era un altro della giurista Patrizia Clementi sui presunti privilegi economici e fiscali della Chiesa cattolica in Italia. In altri giorni si sono viste le firme di Lucetta Scaraffia, Sandra Isetta, Maria Maggi, Irene Iarocci. E' stata pubblicata una recensione dell'ultimo lavoro della poetessa milanese Alda Merini, «Canto di una creatura» (editore Frassinelli).
Il direttore Vian e il vicedirettore Carlo Di Cicco prevedono di potenziare il sito Internet del quotidiano, di ridurne il formato, di assumere dei redattori donna, di ampliare la rosa dei collaboratori alla «migliore intellighenzia cattolica del mondo ». Ma l'ottica — precisa Vian — non sarà mai esclusivamente cattolica: «Come si vede dal libro recensito da Anna Foa, ci interessano anche i problemi del mondo, non solo quelli della Chiesa» .

" La comunità ebraica: azione d'odio", di Claudia Voltattorni

MILANO — «Una roba terribile, né divertente né difensiva di alcuna identità, semmai è profondamente offensivo "rendere divino" un luogo con un maiale, questa è politica della bestemmia».
Yasha Reibman ( foto) non crede alle sue orecchie. Il portavoce e vicepresidente della comunità ebraica di Milano resta quasi senza parole a sentire dell'azione leghista a Padova contro la costruzione della nuova moschea.
Il blitz è stato motivato come «difesa dell'identità italiana», una nuova moschea sarebbe un pericolo per il Paese?
«Ma quale identità italiana? Ci sono molti italiani che sono anche musulmani. Ma se pure non ce ne fossero, un'azione del genere è basata solo sull'odio e allora la difesa di una simile identità diventa pericolosa: unire un porco con Dio non si fa, né per una questione di cultura né per reclamare una maggiore sicurezza».
Ecco, i leghisti temono anche per la sicurezza dei cittadini...
«Quello della sicurezza è un tema che noi conosciamo molto bene perché lo affrontiamo ogni giorno, quando ad esempio per entrare a scuola dobbiamo far vedere i documenti o dobbiamo mantenere le nostre sinagoghe sempre sorvegliate: quindi di sicurezza qualcosa ne sappiamo e non è certo con questa politica della bestemmia che si difendono i propri cittadini».
Crede che il clima di paura dello straniero che si sta diffondendo in Italia nell'ultimo periodo possa contribuire a dare dei seguiti ad un'azione del genere?
«Spero proprio di no, non credo che questo modo di proporre le cose troverà dei consensi. Non si tratta di una goliardata, ma di una cosa offensiva e piena di odio».
Però la trovata del maiale per «benedire» il posto dove dovrà sorgere una moschea non è una novità per il partito di Bossi. Ci aveva già pensato in passato l'ex ministro leghista Calderoli a Lodi e solo poco tempo fa a Bologna...
«Me lo ricordo bene. Non credo però che la Lega voglia riconoscersi in simili azioni, un partito fondato sulla libertà non può dimenticare che la libertà propria finisce dove comincia quella dell'altro. Spero che i vertici nazionali della Lega si dissocino dai leghisti padovani che sono solo dei ragazzacci da sculacciare.
Bossi dovrebbe farlo».

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