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Riflessioni sulle lettere che riceviamo 10/11/2007

Cari amici di Informazione Corretta,

 

mi dispiace che pubblichiate lettere come le ultime di oggi 10 novembre (trash di una rara serie pubblicata rispetto a ciò che immagino innondi i vostri pc): “ Insulti e non ragionamenti” “Sionisti infami e criminali” . Almeno, quest’ultimo si firma e, dal cognome, mi viene spontaneo riflettere sulla sua penosa esistenza. Con un cognome di città (in Italia, uno dei must ebraici), per il quale il rastrellamento nazista genocida l’avrebbe incluso d’obbligo, deve aver penato notevolmente negli anni dell’immatura fanciullezza (che appare ancora prevalente) per non farsi passare da ebreo, tanto da odiare gli ebrei a prescindere. A dedurre, non deve mai aver brillato per intelligenza, men che meno negli studi e nella cultura. Della storia conosce solo gli slogan più beceri e manipolati, cullandosi nell’illusione che quello sia il sapere, felice di far parte di una schiera nutrita di ignoranti filo-sloganisti. Ora, vorrei solo capire se davvero siete foraggiati – anch’io forse? Ma no, lo so per certo – dai fantomatici amici cui accenna il Cosenza…Accidentino! Mi potevate far sapere che siete foraggiati segretamente...! Che il vostro non è un impegno volontario che ritagliate con sacrificio dalle vostre attività che vi consentono di sbarcare il lunario decorosamente. Ora che siete stati smascherati, penso che per ogni nostro minimo contributo ci dovreste offrire ben più di una pubblicazione dei nostri interventi. Mi trovo a traslocare, sono certa che mi offrireste la reggia di Villa Borghese. Per i vincoli culturali museali non dovrebbe ovviamente sussistere questione. Sono o non sono gli ebrei (che vi foraggiano) padroni del mondo? Di fatto, nella sola Italia, controllano il governo attuale e i partiti della coalizione attuale e quelli dell’estrema destra. Solo che  sono masochisti e gioiscono immensamente quando vedono il governo e la coalizione italiani complici dell’estremismo islamico contro Israele.

 

Al lettore anonimo che avete intitolato “Insulti e non ragionamenti”, dico solo che l’insulto fine a se stesso non è la via per farsi ritenere credibili. La reazione che provocano questo tipo di “opinioni” è la mezza lettura, un sorriso ironico…e dimenticano facilmente per andare oltre. Reazioni da “secchiello e paletta” della nostra infanzia, non possono trovare alcun interesse in una rubrica che si fonda su fatti ed opinioni. Un fatto: la libertà di stampa in Italia è stata posizionata al 72° posto nella classifica mondiale. Sul Medio Oriente – e su quanto attinente al Medio Oriente – si tacciono la maggior parte delle informazioni. Spesso sono manipolate, fino a pochi anni fa del tutto. Ma basta leggere i quotidiani di qualunque altro paese – anche la versione francese di un quotidiano marocchino è più onesto delle manipolazioni italiane – per acquisire informazioni. L’italiano che si limita a seguire l’informazione – stampata e televisiva - nazionale, è destinato a soccombere ad una censura di governo e ai giochi demagogici di partito. Due soli giornalisti se ne distaccano pur nei limiti – stampa e RAI - e non farò i nomi per non creare loro dissensi guidati. Diversamente, gli opinionisti onesti sono una squadra validissima che se solo fosse letta – nel nome della reale democrazia che rigetta ogni ideologia e slogan di regime – aprirebbe qualche confine nell’intelletto, se quest’ultimo non fosse inesistente. In questo caso, pace al morto. Ed anche i giornali di centrodestra, quando pubblicano fatti ed opinioni coerenti, vanno tenuti in considerazione. Siamo ancora in un regime di libertà: non dobbiamo certo avere paura di leggere infamie e verità. Sta a noi, al nostro intelletto quando lo possediamo, decidere razionalmente quale linea seguire e sostenere. Questo vale anche per i quotidiani di partito di sinistra ed estrema sinistra che, solitamente, si fondano sulla manipolazione dei fatti e sulle opinioni più becere.

 

Israele non ha mai ammesso di possedere le testate nucleari. Se non fosse stato per il venduto Vanunu, non sarebbe mai trapelata l’eventuale (ripeto: l’eventuale) esistenza del nucleare israeliano. Nel passato, questo dubbio è servito da deterrente contro la distruzione fisica dello Stato di Israele agognata dagli arabi; e l’instaurazione del dubbio – quasi alla negazione – era necessaria (ammesso sempre che Israele detenga l’arma nucleare) ad evitare il pericolo della proliferazione nucleare in un’immensa regione instabile. Nessuno in Italia – grazie alla disinformazione – sa chi sia il Dr. Abdul Qadeer Khan. Famoso ovunque come AQ Khan. E’ il padre dell’atomica pakistana e responsabile del mercato nero della proliferazione nucleare che si è sublimata nella Corea del Nord e dalla Corea del Nord in Iran e Medio Oriente. AQ Khan è in carcere (sembra), considerato eroe nazionale dai pachistani, e non è stato consentito agli americani di interrogarlo. Quindi, quando si parla di un piccolo Israele responsabile di tutti i mali, si dovrebbe prim’ancora conoscere la situazione internazionale. E riflettere sul ricatto all’Italia da parte delle potenze del petrolio e del terrorismo globale e del suo condizionamento per non essere ultima in Europa. Ma davvero c’è chi si illude che l’Italia sarebbe parte del G-8 se non ottemperasse ai suoi obblighi in campo internazionale con le altre 7 potenze? Per contro, il ricatto petrolifero e terrorista islamista, la mantiene al più basso livello. Insomma, l’Italia sta nel mezzo. E non certo a causa di Israele. Questa realtà esiste perché in Italia non esiste il senso dello Stato, il senso della res publica, che a loro volta sono responsabilità e doveri ancor prima che diritti. Ricopio qui un episodio famoso anche se non so di chi, come non lo ricordava Galli Della Loggia da cui ho ripreso il fatto. “Un sovrano o principe o governatore, di fronte ai lamenti di una delegazione di suoi sudditi, che per scusarsi di alcuni gravi disordini appena avvenuti li addebitava all’esclusiva responsabilità di “pochi pazzi”, ebbe a rispondere: “Ah sì? E cosa faceva nel frattempo la maggioranza dei savi?”

 

 

Danielle Sussmann


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