Caro Allam,
ciò che Lei scrive è veramente allarmante e sconcertante.
In poche parole Lei hai denunciato un fatto gravissimo. La nostra polizia, per l’apprendimento della lingua e cultura araba, ha usufruito di due associazioni straniere e di docenti dell’Università di Tripoli e di scuole coraniche italiane. Inoltre tale processo di formazione è stato affidato all’Università di Rabat, indipendentemente da chi insegnava.
Giustamente Lei scrive che “Il ministero dell'Interno dovrebbe limitarsi a far rispettare la legge e l'ordine così come previsto dal diritto e dalle norme operative dello Stato italiano”. Ma non solo, a parer mio, il ministro dell’Interno deve soprattutto rispettare la legge.
Non so con quale legittimità tale ministero possa aver demandato la formazione della polizia italiana a enti stranieri, quando qui in Italia esistono Facoltà Universitarie istituite proprio per istruire gli studenti nelle lingue orientali, fra cui c’è anche l’arabo, l’islamistica, la filosofia islamica e altri esami sulla cultura e storia dell’Islam. Fra questi posso menzionare l’Università di Venezia “Ca’ Foscari” e l’Istituto Orientale di Napoli, benché già da molti anni gli studi di arabistica si siano estesi a tutte le Università italiane. Vale la pena di ricordare che soprattutto all’Istituto Orientale di Napoli era demandato il compito d’insegnare le lingue straniere, in modo che i futuri funzionari fossero ben preparati a capire la lingua e la cultura dei paesi in cui venivano inviati.
Il ministro dell’Interno dovrebbe spiegare:
- In che cosa difettano i docenti delle Università italiane, rispetto a quelle straniere.
- Se difetti e carenze formative esistono, perché non li denuncia al ministro competente, affinché proceda nei loro confronti a norma di legge.
- Se non ritiene di essere incorso in eccesso di potere e violazione di legge.
- Se
la Corte
dei conti ha registrato gli atti spesa relativi a tale iniziativa di formazione della polizia italiana.
Detto questo l’opposizione che cosa fa? Dorme o si diletta ad apparire in televisione per dire sempre le stesse cose contro Prodi o va in Parlamento solo per leggere il giornale, salvo a fine mese intascare il lauto compenso a carico del contribuente italiano?
Chi avrà coraggio, fra i politici italiani, di denunciare un simile abuso?
Ma‘a salama
lettera firmata