Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Tifosi israeliani oltraggiano la memoria di Rabin la cronaca di Davide Frattini
Testata: Corriere della Sera Data: 06 novembre 2007 Pagina: 13 Autore: Umberto De Giovannangeli Titolo: ««Rabin spazzatura», i tifosi che imbarazzano Israele»
Dal CORRIERE della SERA del 6 novembre 2007:
GERUSALEMME — Ehud Olmert è riuscito a vedere solo il secondo tempo. Il pareggio tra il suo Beitar e il Maccabi Haifa non l'ha messo di buon umore. Quello che ha disgustato il premier e la maggioranza degli israeliani è successo prima che i giocatori scendessero in campo. Quando dagli altoparlanti è stato annunciato un minuto di silenzio per onorare la memoria di Yitzhak Rabin, i tifosi della squadra di Gerusalemme hanno risposto fischiando, urlando «sei spazzatura » e inneggiando a Yigal Amir, l'uomo che dodici anni fa ha sparato tre colpi di pistola contro il primo ministro. «Bestie violente. E purtroppo non sono una minoranza», ha commentato Olmert. «È stato un comportamento inaccettabile». La federazione calcio ha aperto un'inchiesta e l'organizzazione Pace Adesso ha chiesto che il Beitar, in testa al campionato, venga penalizzato. Yitzhak Rabin premier israeliano ucciso il 4 novembre 1995 durante un comizio in piazza a Tel Aviv dall'estremista di destra Yigal Amir, contrario agli accordi di pace Yossi Beilin, leader del partito Meretz, vorrebbe che la squadra venisse cacciata o retrocessa. Anche se i dirigenti hanno condannato i tifosi — «ci vergogniamo per quello che è successo» — i giornali hanno fatto notare che il Beitar resta l'unica società a non aver mai tesserato un giocatore arabo e hanno ricordato i cori razzisti degli ultrà, legati ai movimenti nazionalisti di estrema destra. «Non accantoniamo l'incidente come folklore da stadio — scrive Nahum Barnea su Yedioth Ahronoth —. Perché in questi giorni sui muri sono apparse le foto di Shimon Peres e George Bush con indosso una keffiah. Per la prima volta la visita di Condoleezza Rice è stata accolta da una protesta. L'estrema destra sta tornando nelle strade perché considera i negoziati e il vertice di Annapolis una minaccia. È tragico che tutto questo succeda il 4 novembre». Anche Olmert, che allora era sindaco di Gerusalemme e uno dei leader del Likud, ha fatto un parallelo con dodici anni fa e con il clima di incitamento contro gli accordi di Oslo. «Ci siamo già passati, è la stessa atmosfera. Lotteremo con tutti i mezzi contro chi inneggia alla violenza e minaccia la democrazia ». «La libertà di espressione non ha mai ucciso nessuno», ha replicato Baruch Marzel, uno dei responsabili della campagna anti-governo. Sotto ai poster con la foto di Peres gli ultranazionalisti hanno scritto «amico degli arabi» e hanno attaccato il discorso «pacifista», che il presidente ha tenuto in piazza Rabin, durante la cerimonia per l'anniversario. «Voi siete gli eredi di Rabin. Non lasciatevi intimorire e continuate a seguire la strada che ha tracciato». Sabato sera, davanti a 150 mila persone, ha parlato per la prima volta Yuval, figlio del premier assassinato. Indignato per i giudici che hanno permesso ad Yigal Amir di celebrare in prigione il brit milah del primogenito. La cerimonia della circoncisione si è svolta domenica, nello stesso giorno in cui il Paese ricordava il premier assassinato.
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