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Corriere della Sera Magazine Rassegna Stampa
01.11.2007 Veltroni e l'atomica iraniana
un commento di Angelo Panebianco

Testata: Corriere della Sera Magazine
Data: 01 novembre 2007
Pagina: 11
Autore: Angelo Panebianco
Titolo: «Sull'Iran Veltroni va contro Prodi. Era ora»

Dal CORRIERE della SERA MAGAZINE del 1 novembre 2007

Nelle ultime settimane il neo-segretario del Parito Democratico, Walter Veltroni, ha cercato di colmare l grande "buco" che aveva caratterizzato la sua campagna elettorale per le "primarie". Il grande buco era rappresentato dalla politica internazionale. In questa materia Veltroni si era per lo più limitato, durante quella campagna a proporre le solite banalità progressiste sul " volemose bene" planetario. Probabilmente, non voleva creare motivi di antagonismo con i suoi potenziali elettori su un tema così delicato ( ma anche così importante nel definire l'identità dei partiti politici). Adesso però sembra orientato a rimediare a quella evidente lacuna. Intervenendo sui giornali,Veltroni ha ora preso alcune posizioni nette, soprattutto sulla questione della bomba atomica iraniana. Ha caldeggiato la linea della fermezza, ha detto cose diverse da quelle sostenute da Romano Prodi e dal titolare della Farnesina, Massimo D'Alema.
Si conferma che la politica estera è condizionata dagli equilibri politici interni. La politica estera del governo prodi è figlia del compromesso fra sinistra moderata e sinistra estrema. Come la politica interna, ovviamente. In politica estera ciò si è tradotto in concessioni ampie alle esigenze della sinistra estrema. Per esempio, siamo rimasti in Afghanistan (in caso contrario,si sarebbe aperta una gravissima crisi fra Italia e Stati Uniti), ma abbiamo soddisfatto la richiesta dell'estrema di non inviare ulteriori truppe. Abbiamo caldeggiato la strada del "dialogo" a oltranza, e senza alternative, con gli iraniani sulla questione del nucleare. Abbiamo persino preso le distanze dalla richiesta francese di sanzioni europee all'Iran. E, ancora, non abbiamo mai tralasciato occasioni per criticare Israele, anche quando si stava solo difendendo dall'aggressività di Hamas e di Hezbollah.
Veltroni sembra orientato a delineare una politica estera almeno in parte diversa. Non è difficile comprendere il perché. Veltroni vuole un Partito democratico " a vocazione maggioritaria" in grado di vincere e governare da solo. Un partito siffatto deve "posizionarsi al centro" , non può contrattare le proprie posizioni di politica estera con la sinistra estrema. Le più recenti idee di Veltroni sulla politica internazionale rappresentano una novità da seguire con attenzione e interesse.

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corrieredellaseramagazine@rcs.it

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