Infiltrati di Al Qaeda tra i clandestini il dossier Italia del Centro studi strategici antiterrorismo di Tel Aviv
Testata: Libero Data: 01 novembre 2007 Pagina: 6 Autore: Guglielmo Sasinini Titolo: «Sui barconi dei clandestini agenti infiltrati di Al Qaeda»
Da LIBERO del 1 novembre 2007:
Il Centro studi strategici antiterrorismo di Tel Aviv segue con attenzione tutto ciò che avviene nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, Italia compresa. Sulla scrivania del direttore, un ex ufficiale operativo del Mossad, da circa una settimana c'è in bella evidenza la cartellina top secret "Italy-Calabria and Sicilia". La cartellina azzurra contiene una serie di articoli che raccontano dei sedici immigrati clandestini annegati nei due naufragi avvenuti tra sabato e domenica scorsa al largo della Calabria e della Sicilia. Probabilmente la maggior parte dei clandestini ignorava che sul loro peschereccio, partito da una città della Palestina, (quasi sicuramente sulla costa di Gaza), c'era un numeroso gruppo di palestinesi imbarcato all'ulti mo momento dopo essere sceso da un camion telonato. Gli inquirenti stanno tentando di accertare l'esatta nazionalità dei profughi, specialmente di quelli palestinesi, anche se la maggior parte di essi figura nel novero dei 38 clandestini ufficialmente "di spersi" nelle acque ioniche. Uno dei sopravvissuti, il sedicente Abdelsiih Mohammed Escim (ha dichiarato di essere nato in Palestina il 24 ottobre del '93 e di essere scappato da Ramallah), non è stato molto convincente, forse perché la sua interprete era una ragazzina di 11 anni, forse perché ha cercato di farsi passare per minorenne per ottenere facilmente lo status di rifugiato. Ma c'è pure un'altra ipotesi: Abdelsiih potrebbe tentare di nascondere il vero obiettivo del suo viaggio, così come quello dei suoi compagni, verso l'Italia. DALLE "NAVI MADRI" Da tempo infatti sia l'intelligence israeliana che il quintetto di agenti segreti dell'Ue, inviati in gran fretta a Gerusalemme dopo l'11 settembre, da Italia, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, con l'incarico esplicito di monitorare ciò che avviene nell'area integralista palestinese, in particolare i rapporti tra Hamas, Hezbollah, e la galassia di Al Qaeda, hanno segnalato che cellule palestinesi, in contatto con i qaedisti, avevano in progetto di infiltrare piccoli gruppi di militanti super selezionati in Italia e da qui indirizzarli verso altri Paesi dell'Unione utilizzando proprio le nuove rotte dei clandestini. Dopo la linea dura scelta dalla Grecia, che li respinge prima che approdino, si imbarcano a Smirne, in Turchia, o nei porti egiziani della costa orientale o in quelli clandestini gestiti dai miliziani di Hamas o nel porto di Zwara in Libia. Esattamente quello che sembra essere avvenuto al largo delle coste calabresi e siciliane, e che accade da almeno tre anni. Gli stranieri sbarcati clandestinamente in Italia, da gennaio al 17 settembre 2007, sono stati, secondo dati ufficiali, 14.968. Ma nessuna stima può considerarsi attendibile, nonostante le dichiarazioni del Viminale e le indiscusse capacità professionali del prefetto Mario Morcone, direttore del Dipartimento Immigrazione. E' la tipologia stessa della "materia" che rende impossibile avere cifre certe. Il ministero dell'Interno conferma l'apertura della nuova rotta che dalla Turchia porta in Calabria, così come l'utilizzo, da alcune settimane, di "navi madri", pescherecci che lasciano i clandestini a poche miglia dalla costa e che imbarcano quelli "di riguardo" su velocissimi gommoni che accostano sotto bordo, per poi ripartire a 50/60 nodi di velocità, il che li rende pressoché invisibili ai radar della nostra Marina e imprendibili per le Unità navali d'altura della Guardia di Finanza. Nel "dossier Italy" sulla scrivania del direttore del Centro studi di Tel Aviv si parla di minaccia terroristica islamica. Nelle grandi cifre che si riferiscono ai clandestini sbarcati nel nostro Paese è fondato il sospetto, per non dire la certezza, che si siano infiltrati non meno di 300400 integralisti islamici. Il passaporto palestinese di per sé non esiste, mentre esistono quelli siriani, giordani, egiziani, libanesi, iraniani, tunisini, sauditi. Chi può dire, nella difficile traslitterazione dall'arabo chi è veramente e dove è nato realmente un certo Mansour Abdalah, o Ibraim Mohammad Said, o Ahmad Joshef ? Nei campi profughi palestinesi del Libano, della Siria, della Giordania, così come nella Striscia di Gaza, quello dei passaporti è un fiorente mercato, per di più approvato dalle "autorità" di Hamas o degli Hezbollah libanesi al soldo di Teheran. TIMBRI E DOCUMENTI "VERI" I passaporti sono addirittura originali, così come i timbri. Per non parlare dei cosiddetti "arabi bianchi", cioè quei cittadini i cui nonni o genitori erano di nazionalità araba o palestinese, che nel corso degli anni si sono trasferiti a Londra, Parigi, Berlino, New York, Amsterdam, Roma, Milano, Bologna i cui figli hanno frequentato le migliori università, sono diventati dentisti, avvocati, architetti, dispongono di regolare passaporto inglese, francese, tedesco, americano, olandese, italiano, insospettabili professionisti che possono agevolmente viaggiare dappertutto ma che costituiscono le cellule "in sonno" di Al Qaeda e degli altri movimenti integralisti della Jihad, le strutture più segrete e compartimentate che al momento opportuno (come a Londra, 7 luglio 2005) sono pronte a fornire supporto logistico agli operativi che "vengono dal mare". Gli israeliani dicono " Mistà Aravim". Diventare come gli arabi, per dire operare dietro le linee, per capire cosa sta facendo il nemico, per intuirne e anticiparne le mosse. Gli uomini del Sayeret Matkal, il reparto d'èlitè israeliano formato dai migliori commandos, così come il Mossad, sanno molto bene cosa sta avvenendo nelle acque del Mediterraneo, potrebbero ricostruire tutti gli sbarchi clandestini avvenuti in Italia. Le foto dei satelliti militari non mentono e la loro risoluzione non lascia spazio a equivoci. Attraverso le vie diplomatiche Tel Aviv ha comunicato quanto a sua conoscenza agli alleati, ribadendo che la questione della sicurezza delle coste italiane non può riguardare solo il nostro Paese ma tutta l'Unione Europea. Israele non fa parte dell'Europa, può solo diplomaticamente consigliare le varie Cancellerie. Ma da Londra, Berlino, Parigi, Roma, Bruxelles, non giungono segnali.
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