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Il Manifesto Rassegna Stampa
31.10.2007 Dove si moriva solo di vecchiaia
prima dell'arrivo di Israele: leggende antisioniste sul quotidiano comunista

Testata: Il Manifesto
Data: 31 ottobre 2007
Pagina: 10
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Israele, fuoco sui drusi: 40 feriti»
Michele Giorgio e il quotidiano comunista non si lasciano scappare la notizia della "manifestazione" repressa nel villaggio di Pekiin.
Omettono un particolare " e i  16 feriti tra i poliziotti.
La vicenda, non raccontata nella sua reale dinamica, è utilizzata per delineare un quadro che ricalca il perfetto stereotipo della propaganda antisraeliana: ci sono le discriminazioni contro gli arabi israeliani, la rabbia inespressa della comunità drusa, apparentemente privilegiata, una
 "zona che era nota come uno dei luoghi più salubri di tutta la Galilea, dove si moriva solo di vecchiaia" trasformata dagli stabilimenti industriali e dalle antenne di telefonia mobile degli israeliani, che provocano il cancro (nessun dato statistico viene fornito, nè in merito al  supposto incremento dei tumori, né in merito alla loro totale assenza nell'arcadia presionista).

Ecco il testo:

Sette anni dopo gli scontri in Galilea in cui rimasero uccisi 13 giovani arabi israeliani, la polizia ha sparato di nuovo contro cittadini arabi durante una dimostrazione. Stavolta però di fronte ai 200 agenti entrati nel villaggio di Baaka (Pekiin in ebraico) c'erano i drusi, ben integrati in Israele e considerati dalle autorità gli «arabi modello», e il fatto che la violenza sia divampata in un centro indicato sino a ieri come un esempio di convivenza tra drusi ed un piccola comunità di ebrei israeliani, lascia ipotizzare qualcosa di ben più profondo di incidenti causati dai timori per la salute derivanti dalla installazione di un'antenna di telefonia cellulare. I feriti sono stati una quarantina - tre dei quali colpiti da proiettili - tra cui anche alcuni poliziotti. Durissime le reazioni dei partiti arabi e di sinistra. «È inammissibile che la polizia apra il fuoco su persone che dimostrano contro antenne cellulari», ha protestato il deputato comunista Dov Chenin. Il parlamentare druso e vice ministro degli esteri Majalle Wahbe (Kadima) ha chiesto le dimissioni immediate del capo della polizia nella regione settentrionale, Shimon Koren, «per uso indiscriminato della violenza contro i cittadini israeliani». Da parte sua il sindaco di Baaqa, Hamed Kheir, non ha esitato ad attribuire alla polizia la responsabilità «totale» degli incidenti mentre i leader religiosi della comunità drusa hanno chiesto scuse formali dal governo israeliano, il quale ha annunciato l'apertura di una commissione di inchiesta. La scintilla che ha dato fuoco alle polveri è stata l'installazione di un'antenna per telefoni cellulari sul tetto di un allevamento di polli, nel rione ebraico di Baaqa, che, secondo la popolazione drusa, avrebbe causato in futuro una ulteriore crescita dell'incidenza di tumori che si registra nel villaggio. Il rancore però è molto più profondo. Nuove requisizioni di terre da parte dello Stato non hanno risparmiato neanche questi «arabi modello» che svolgono il servizio di leva e si arruolano numerosi nella polizia. I drusi di Baaqa lamentano anche la presenza a ridosso del villaggio di uno stabilimento inquinante che contribuirebbe all'aumento dei tumori, peraltro in una zona che era nota come uno dei luoghi più salubri di tutta la Galilea, dove si moriva solo di vecchiaia, e noto per lo smercio di prodotti naturali fra cui olio di oliva, erbe mediche e sapone prodotti con sostanze naturali. Gli scontri sono divampati poco prima dell'alba, fra oltre mille abitanti e circa 200 agenti di polizia, entrati con l'equipaggiamento antisommossa e diverse jeep nel centro storico di Baaqa per arrestare alcuni drusi sospettati di aver distrutto l'antenna installata da una compagnia di telefoni cellulari. Al culmine degli incidenti, alcuni agenti hanno aperto il fuoco ad altezza d'uomo. «I dimostranti avevano sparato in loro direzione, si sentivano in pericolo immediato di vita», ha spiegato il capo della polizia Koren, riferendo anche del sequestro per qualche ora di una poliziotta. Una versione che i rappresentanti drusi smentiscono categoricamente. «Vogliamo solo tutelare la nostra salute, non vogliamo quell'antenna, a Baaqa ci sono già un centinaio di ammalati di cancro», ha detto il sindaco Kheir. Al termine della giornata di scontri, oltre ai 40 feriti, si sono registrati anche ingenti danni materiali: due ambulanze e un furgone della radio israeliana sono stati distrutti dai dimostranti, che hanno anche appiccato il fuoco a due case di ebrei. Soprattutto l'accaduto conferma il fermento che da un po' di tempo si registra tra i drusi, sino ad oggi fedeli allo Stato ebraico ma che mostrano segni di crescente insoddisfazione per una condizione economica e sociale che, nonostante tutto, non è molto diversa da quella degli altri arabi israeliani.

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