Homo homini lupus. Forse questo proverbio era stato pensato per le efferatezze compiute da maggio di quest’anno a oggi nei territori palestinesi dagli uomini di Fatah su quelli di Hamas e viceversa.
Una guerra di mafia sullo stile di quelle condotte da gente come Totò Riina, con modalità da Gestapo, con tanto di rapimenti notturni di parenti e di rappresaglie traversali compiute sotto gli occhi di povere madri.
Fatti che se gli israeliani avessero solo pensato di fare, non dico eseguite per davvero, l’intero mondo delle sinistre mondiali starebbe oggi facendo una marcia della pace, cantando “we shall overcome”e dirigendo la catena umana su Gerusalemme.
E almeno stavolta niente “amnesy” per Amnesty International.
Che ieri ha pubblicato un rapporto in cui per l’appunto racconta come che gli scontri tra i gruppi palestinesi Hamas e Fatah nella Striscia di Gaza abbiano già causato, solo quest’anno, 350 morti e 2000 feriti gravi.
Con gravi violazioni dei diritti umani, non solo a Gaza ma anche in Cisgiordania. Il rapporto, di 57 pagine, accusa Hamas di aver fatto sempre maggiore ricorso alla detenzione arbitraria e alla tortura, da quando a giugno ha assunto il potere nella Striscia di Gaza.
Hamas ha inoltre autorizzato le proprie forze ad attaccare e aggredire manifestanti pacifici e giornalisti che seguivano le proteste. Per quanto riguarda la Cisgiordania, Amnesty International accusa le forze fedeli al presidente palestinese Mahmoud Abbas di aver arrestato arbitrariamente centinaia di sostenitori di Hamas e di non aver intrapreso alcuna azione nei confronti dei militanti di Fatah responsabili di rapimenti, incendi e altri attacchi.
Insomma una bella classe dirigente per i poveri palestinesi che dovrebbero cominciare a chiedersi se gli converrà mai avere questo stato che agognano dal 1948. Difficile infatti dare la colpa a Israele di tutto ciò. Il problema è che, quando ci si fa rappresentare dalle bande armate dei terroristi, questi sono i risultati.
Adesso Amnesty, meglio tardi che mai, fa anche appelli umanitari: “i dirigenti di Hamas e Fatah devono prendere provvedimenti immediati per spezzare il ciclo dell’impunità che continua ad alimentare le violazioni dei diritti umani, tra cui detenzioni arbitrarie, rapimenti, torture e maltrattamenti” .
Le parole sono di Malcolm Smart,
direttore del
Programma Medio Oriente di Amnesty International.
Secondo il quale “..la perdurante lotta tra le due fazioni sta avendo un effetto devastante sulla popolazione palestinese, specialmente nella Striscia di Gaza, acuendo la crisi umanitaria e dei diritti umani provocata dalle azioni militari e dai blocchi ordinati da Israele”.
Israele che comunque viene evocata solo per non dovere ammettere che i palestinesi si ammazzano tra di loro per ben altri motivi.
Il rapporto
di Amnesty International
contiene atroci testimonianze di vittime
di violazioni dei
diritti umani..
C’è ad esempio la storia
del cuoco Mohammed
Swerki rapito e buttato dalla finestra da uomini di Hamas dopo avere confessato di avere sbagliato palazzo e di essere alla ricerca dell’esatto indirizzo in cui consegnare una pietanza cucinata. La testimonianza è del suo amico F.H. un meccanico che lo aveva accompagnato e che fu rilasciato dopo ore di tortura. “Vidi il corpodi Mohammed fuori dall’edifico sdraiato per terra nel suo proprio sangue – ha detto – aveva le mani legate dietro la schiena”. Qualcuno forse si ricorderà di quei due soldati israeliani linciati nell’ottobre dl 2000 per avere sbagliato strada finendo a Ramallah, con le donne palestinesi che intinsero le mani nel loro sangue dopo averli scannati?
Ecco i metodi sono rimasti li stessi solo che adesso li adoperano tra di loro questi signori.
Commovente anche la testimonianza di Fatima A., 24 anni, madre di cinque giovani bambini e residente a Gaza: “stavano sparando fuori dall’ospedale quelli di Hamas, poi entrarono dentro l’edificio prendendo tre miei parenti, Id, suo figlio Ibrahim di 20 anni e suo nipote Faraj di 22. Li hanno messi in stanze separate e gli hanno sparato in testa a tutti e tre..Quando vidi Faraj disteso per terra mi dissero di andare via e mi presero a calci nella pancia, allora gli tirai una pietra e mi spararono in pancia, sono viva per miracolo.”
Gli episodi contenuti nel rapporto sono decine, ma ce ne è un altro ancora che si segnala per efferatezza, quello capitato a Tariq Mohammed Asfour, 43 anni ex poliziotto dell’Anp a Khan Yonis:
“gli uomini delle forze esecutive delle brigate Qassam vennero a prelevarmi a casa mia alla fine di giugno, mi dissero di vestirmi e di seguirli, non erano mascherati e mi portarono via da casa con le mani legate dietro
la schiena. Mi
condussero in un posto isolato e mi picchiarono con i bastoni per sei ore e poi mi frustarono con cavi metallici. Infine mi chiesero dove stavano le armi di mio fratello, io dissi che non sapevo niente e loro mi piantarono con un martello dieci chiodi nelle gambe, alla fine parlai e dissi che erano nel giardino sotto la cuccia del cane, allora mi dissero di chiamare mio figlio e farle disseppelire, così feci.. quando svenni mi tirarono l’acqua in faccia per farmi rinvenire, poi mi portarono all’ospedale dove dissero ai medici di rimettermi in sesto..”
Testimonianze che un giorno si spera leggano anche i vari intellettuali alla Vattimo e gli odiatori di Israele per professione.
Amnesty riconosce che “le forze di sicurezza rivali, che avrebbero dovuto proteggere la popolazione e rafforzare il rispetto della legge, hanno tradito il proprio compito attraverso una condotta faziosa. Insieme ai gruppi armati che fungono come loro miliziani, hanno loro stesse violato la legge e commesso gravi violazioni dei diritti umani nella totale impunità.”
In Cisgiordania, le violazioni dei diritti umani da parte delle forze di sicurezza dell’Autorità palestinese sono state a loro volta massicce, anche se meno conosciute. Amnesty si permette pure di malignare sul fatto che “..la comunità internazionale pare intenzionata a non prendere una posizione forte, alla vigilia della conferenza promossa dagli Usa per tentare di resuscitare gli accordi
di pace tra il
governo israeliano e il governo di emergenza dell’Autorità palestinese.”
Ma la verità è che la storica condanna del popolo palestinese è stata proprio quella di venire rappresentato da due bande di mafiosi assassini che si equivalgono in efferatezze e ruberie.
Con l’unico comune denominatore che è l’odio verso gli ebrei e lo stato di Israele.