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L'italiano e l'integrazione. Lettera a Magdi Allam 25/10/2007

Caro Magdi Allam,

la questione se gli extra-comunitari debbano sapere e parlare la lingua italiana è una cosa ovvia. In tutti i paesi del mondo dove c’è gente che emigra, è obbligatorio conoscere la lingua del paese di emigrazione. I casi più appariscenti però avvengono in Austria e Germania, ma anche in America.

Le citerò per brevità soltanto ciò che avviene in Austria, Se uno non sa il tedesco, deve impararlo in un tempo stabilito. Dopo di che riceve un patentino. Senza di quello non solo non può esercitare alcuna attività economica, ma neppure può restare in Austria; semplicemente viene espulso.

Provvedimenti analoghi avvengono anche in altri paesi e questo il ministro Amato lo sa benissimo.

Quindi è del tutto inutile che ci venga a parlare di sua nonna quando è emigrata in America che non sapeva parlare neppure l’italiano, immaginarsi l’inglese. Se non lo sapeva, avrà dovuto impararlo.

Il ragionamento che fa Amato è quindi un discorso sofistico. E ogni sofisma nasconde una seconda intenzione.

Come sappiamo il governo e la maggioranza si reggono soltanto per i voti dei senatori a vita. Inoltre sanno che nella popolazione italiana va montando ogni giorno di più il risentimento verso chi ci governa. Quindi, in caso di nuove elezioni, che si svolgano in primavera o alla scadenza naturale della legislatura, i partiti al governo verrebbero sconfitti.

Allora bisogna trovare il rimedio. Come tutti sanno, anche se a ciò non si dà molto rilievo nella stampa, gli extra-comunitari possono iscriversi al cosiddetto Partito Democratico. Ma siccome nessuno fa niente per niente, evidentemente bisogna concedere loro alcuni benefici. Oltre alle varie candidature che riusciranno ottenere agli Enti Locali, bisogna lasciarli parlare la loro lingua. Allora si creano i precedenti: avvisi pubblicitari multilingui di ditte private, avvisi delle Poste Italiane sulle rimesse estere, pure quelli multilingui, ecc. Poi alla fine, vista la situazione che sarà stata creata ad arte, salterà fuori che la Costituzione Italiana tutela le minoranze linguistiche. E così il gioco sarà fatto.

I partiti di maggioranza cercano così di rastrellare voti possibili dagli extra-comunitari per poter colmare il vuoto che si è creato, o meglio che essi hanno creato nella popolazione italiana.

Quindi essi se ne fregano della lingua di Dante, dell’integrazione, ecc. Sono tutti discorsi da salotto, che come tali non spostano un voto. Come pure se ne fregano se alcuni giornali o alcune persone, come Lei, si scandalizzano per quanto sta succedendo in merito a questa faccenda.

Tuttavia non è detto che abbiano fatto i calcoli giusti, perché potrebbe darsi che queste manovre di sottobosco possano generare nella popolazione italiana un nuovo nazionalismo, che, essendo nuovo, potrebbe anche essere peggiore degli altri.

Ma‘a salama

Dario Bazec


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