Al Qaeda protesta con Al Jazeera per il "travisamento" dell'ultimo discorso di Osama Bin Laden
Testata: La Stampa Data: 25 ottobre 2007 Pagina: 12 Autore: Francesca Paci Titolo: «Accuse ad Al Jazeera “Ha censurato Osama”»
Nell'articolo pubblicato da La STAMPA del 25 ottobre 2007 sulle accuse di Al Qaeda ad al Jazeera (il gruppo terroristico si aspettava di più e di meglio ?), si capisce bene quale sia l'opinione personale di Francesca Paci sulla rete televisiva.
Ecco il testo:
Le notizie, d’accordo. Quale emittente rifiuterrebbe per ragioni etiche un’intervista a Osama bin Laden? Ma in fondo, oltre lo scoop, da che parte sta Al Jazeera? Accusata spesso dai media occidentali d’essere «il megafono di al Qaeda», la tv satellitare qatariota è finita ora nel mirino dei suoi presunti amici. Faceva una certa impressione ieri leggere sui forum vicini a Osama il processo alla Cnn del mondo arabo rea, a detta dei cyberjihadisti, d’aver travisato l’ultimo discorso dello sceicco saudita enfatizzandone il mea culpa per gli errori commessi in Iraq. Due giorni fa il tg di al Jaazera aveva mandato in onda 5 minuti della nuova audiocassetta del leader qaedista: un taglio imperdonabile, secondo i suoi sostenitori, alla mezzora e passa del proclama originale intitolato «Messaggio alla gente dell’Iraq». Una «censura politica», condannata da al Sahab, la «casa di produzione» che distribuisce il pensiero di Osama e al Zawahiri. «Al Qaeda ci attacca? Routine». Una notizia come un’altra per Walid al Umari, responsabile di Al Jazeera in Cisgiordania, alle prese con l’accusa quotidiana di simpatizzare per Hamas. Anzi, una notizia divertente a giudicare dalla risata: «Sarebbe curioso sapere cosa ne dicono i nostri detrattori». Sì, perchè, l’emittente del Qatar si appunta sul petto ogni critica come una medaglia al valore. «Se ci serviva una prova di professionalità eccola», aggiunge il corrispondente da Gaza Wael Dahdouh. A Doha, negli studi di Al Jazeera, giurano d’esserci abituati: «Ogni volta che decidiamo di non mandare in onda una delle decine di cassette spedite ogni settimana dai “produttori” di al Qaeda veniamo bersagliati. L’ultimo messaggio di Osama è stato tagliato per selezionare le parti interessanti». Il direttore dell’emittente, Ahmed Sheikh, fa spallucce: «E’ semplicemente giornalismo». Come dire che se Osama cita detti del Profeta per incoraggiare «l’unità della comunità islamica» sottintende qualcosa. Un cambio di strategia, nota Abdel Bari Atwan, direttore del giornale al-Quds al-Arabi: «C’è un’evoluzione del pensiero di Osama che per la prima volta riconosce gli errori commessi in Iraq». Una novità. «L’unico nostro parametro per mandare in onda un servizio è che faccia notizia, come in questo caso», spiega Barbara Serra, la giornalista italiana più famosa nel palinsesto arabo, passata da Sky alla sede londinese di al Jazeera International. «Non tutti i Paesi in cui trasmettiamo ci amano, l’Arabia Saudita non vuole i nostri reporter. E gli estremisti ci accusano di essere filoamericani e filosionisti perché siamo stati pionieri nell’invitare politici e studiosi israeliani». Un primato che Israele riconosce. Ragioni di business, ma il satellite israeliano Hot sta per cedere la frequenza di Cnn ad al Jazeera. Amnon Dankner, direttore del quotidiano Maariv, spende una parola per i colleghi non propio «amici»: «Non è abbastanza filoisraeliana... - ride - ma al Jazeera fa un buon lavoro. E’ relativamente libera, affronta argomenti relativamente tabù per il pubblico musulmano, invita ospiti relativamente controcorrente come il giornalista del Kuwait che due giorni fa biasimava l’attitudine araba d’incolpare Israele per ogni guaio. E comunque se avessi un messaggio di Bin Laden lo pubblicherei eccome». Alla fine la reazione «offesa» dei siti jihadisti non danneggerà la tv del Qatar, sostiene Suliman Ashafi, volto arabo del Secondo Canale israeliano: «Al Qaeda continuerà a spedire le sue cassette ad Al Jazeera qualsiasi censura lamenti perché al Jazeera parla agli arabi». E Osama vive sul palcoscenico mediatico.
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