No al linciaggio morale di Israele, compiuto al FestivalStoria 22/10/2007
Una lettera inviata alle Redazioni de La Stampa, Il Giornale del Piemonte, Il Saviglianese, Il Corriere di Savigliano, La Gazzetta di Saluzzo, Il Corriere di Saluzzo, La Guida, Viver meglio, La Fedeltà, La Bisalta, Bra Oggi, Il Braidese, Gazzetta d’Alba, L’Unione Monregalese, Provincia Granda, Provincia Oggi, Grandain.com, Targatocn.it, La Repubblica, Il Foglio
NO AL LINCIAGGIO MORALE DI ISRAELE ! Sabato 13 ottobre si è svolto a Savigliano, nell’ambito della III edizione di FestivalStoria, l’incontro “Etnos e religione: il caso di Israele”. I relatori erano l’analista palestinese Omar Barghouti, tra i soci fondatori del Palestinian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel (PACBI), Gideon Levy, giornalista israeliano del quotidiano Ha’aretz, Catrin Ormestad giornalista svedese militante dello Swedish Palestine Solidarity Association e Michel Warschawski, direttore del Centro di Informazione alternativa di Gerusalemme, collaboratore in particolare del «Journal of Palestinian Studies». Nel corso della serata i quattro relatori in modo univoco e a più riprese hanno definito lo Stato di Israele “razzista”, “colonialista”, “imperialista”, “nazista”, accusandolo di perseguire una politica di “pulizia etnica” e di apartheid “peggiore di quella a suo tempo praticata dal Sudafrica”. Gli stessi hanno insistito in particolare sulla brutalità e la violenza “mostruosa” con la quale gli israeliani trattano sistematicamente i palestinesi. Non una voce si è levata per parlare delle ripetute guerre di aggressione che Israele ha subito e vinto per sopravvivere, dei quarant’anni di incessante terrorismo palestinese e dell’ultima spaventosa stagione degli attentati suicidi contro i civili israeliani. La serata, alla quale ho assistito insieme ad altri iscritti all’Associazione Italia-Israele di Cuneo, si è insomma risolta in un vero e proprio linciaggio morale di Israele. Alle 23.30 alcuni di noi hanno sollecitato l’apertura del dibattito, inizialmente annunciato, e il moderatore Mimmo Candito, visibilmente imbarazzato, ha fatto presente che gli era giunta indicazione dagli organizzatori di non dare luogo ad alcun confronto con il pubblico. Per inciso, ci spiace francamente che un eccellente giornalista come Mimmo Candito sia stato coinvolto in una situazione così imbarazzante. Ci chiediamo quale carattere di obiettività, di pluralismo e ‘scientificità’ abbia avuto questa serata che pure era tra le più importanti di una manifestazione che si ammanta di rigore accademico. Ancora di più ci chiediamo se questo episodio non sia meritevole di adeguata riflessione da parte delle Amministrazioni di importanti Città, quali Saluzzo e Savigliano e di prestigiose Fondazioni bancarie che si ritrovano ad aver finanziato, con i soldi dei cittadini, un’iniziativa oggettivamente di parte. Ci auguriamo pertanto, alla luce di quanto sopra, che possa avviarsi quanto prima un serio ripensamento su FestivalStoria. Il Segretario dell’Associazione Italia-Israele di Cuneo Andrea Costa