Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Condividere Gerusalemme: l'apertura di Olmert ai palestinesi la cronaca di Davide Frattini
Testata: Corriere della Sera Data: 16 ottobre 2007 Pagina: 16 Autore: Davide Frattini Titolo: «Gerusalemme «condivisa» Da Olmert la prima apertura»
Dal CORRIERE della SERA del 16 ottobre 2007, la cronaca di Davide Frattini
GERUSALEMME — Da sindaco della città, Ehud Olmert ripeteva sempre la formula votata dal parlamento nel 1980: «Gerusalemme è la capitale eterna e indivisibile dello Stato d'Israele». Da primo ministro, per la prima volta, ha fatto capire che alcune zone a Est potrebbero essere cedute ai palestinesi. «Era proprio necessario annettere il campo rifugiati di Shuafat, Sawara, Walajeh e altri villaggi, definirli come parte della metropoli? Credo sia un dubbio legittimo», ha detto davanti ai deputati della Knesset. Un dubbio che per primo ha cominciato a far circolare Haim Ramon, uno dei suoi vice. Settimana scorsa ha toccato una delle questioni tabù per gli israeliani, anche lui con una domanda retorica: «Se raggiungiamo un accordo che riconosce i quartieri ebraici come capitale d'Israele e quelli arabi come capitale palestinese, sarebbe cattivo per noi?». Per i palestinesi, la frase del primo ministro non è abbastanza. «Qualunque soluzione per Gerusalemme — ha commentato Nabil Abu Rudeina, consigliere del presidente Abu Mazen — deve prevedere la nostra sovranità su tutte le aree orientali. Totale, non parziale, compresi i luoghi sacri». Il controllo sulle zone dove si trovano i luoghi santi delle tre religioni monoteiste è la questione più difficile e controversa. Ramon ha parlato di «un accordo speciale perlaCittàVecchia».Ilquotidiano arabo Al Quds Al-Arabi aveva rivelato che tra Olmert e Abu Mazen ci sarebbe già un'intesa per affidare la tutela dei centri islamici al re di Giordania. Condoleezza Rice si sta muovendo in questi giorni tra Gerusalemme e Ramallah. Il segretario di Stato americano vuole che dalla conferenza di Annapolis, prevista per la fine di novembre, esca «un documento serio, anche se non vengono definiti i dettagli». «Francamente, è ora che nasca uno Stato palestinese», ha detto dopo l'incontro alla Mukata con Abu Mazen. «Israeliani e palestinesi stanno compiendo gli sforzi più importanti degli ultimi anni». Funzionari del Dipartimento di Stato sono però convinti che gli sforzi abbiano bisogno di più tempo e il vertice negli Stati Uniti potrebbe essere rinviato. «Le trattative devono avere una data di scadenza — ha spiegato il leader palestinese —. Ci vuole un termine fissato, entro cui raggiungere un accordo». Domenica, Olmert ha annunciato di aver nominato Tzipi Livni, ministro degli Esteri, capo della squadra che conduce i colloqui con gli uomini di Abu Ala, l'ex premier palestinese voluto da Abu Mazen alla guida dei suoi negoziatori. In un'intervista televisiva, il presidente aveva indicato il numero di chilometri quadrati (6.205) che dovranno costituire il futuro Stato palestinese, ha parlato di un ritorno ai confini del 1967, ma ha lasciato aperta la possibilità di scambi territoriali.
Per inviare una e-mail alla redazione del Corriere della Sera cliccare sul link sottostante