Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Chi sono i veri razzisti e come si difende l'islam moderato l'opinione di Martin Amis
Testata: La Repubblica Data: 13 ottobre 2007 Pagina: 1 Autore: Martin Amis Titolo: «Perchè i relitti ideologici mi accusano di islamofobia»
REPUBBLICA di oggi, 13/10/2007, a pag.1-27, pubblica un articolo dello scrittore inglese Martin Amis in risposta all'accusa di razzismo. titolo "Perchè i relitti ideologici mi accusano di islamofobia". Eccolo:
Con questa lettera a Yasmin Alibhai-Brown,opinionista dell´Independent, Martin Amis replica alle accuse di islamofobia che gli sono state rivolte in Inghilterra.
Cara Yasmin, mi ricordo di quei drinks che ci siamo bevuti al Cheltenham Festival lo scorso anno, noi quattro da soli, tu e tuo marito, io e mia moglie. (Tu ti eri gustata un Ribena, se ricordo bene, mentre io mi ero indirizzato su un robusto scotch). Quella sera rivelasti, tra le altre cose, che eri sciita; e la minoranza sciita, per come la intendo io, rappresenta il volto più sognante e poetico dell´islam, il più rilassato e spazioso (tollerante, ad esempio delle rappresentazioni della forma umana), il più spirituale (nel senso generale della parola), contrariamente ai sunniti, il cui approccio è notoriamente più rigido e più legalistico. Eagleton, Yasmin, ha una cattedra all´Università di Manchester, dove di recente ho iniziato a lavorare con grande piacere, ed è un uomo che appartiene a un genere ridondante ma familiare: un relitto ideologico, incapace di alzarsi dal letto la mattina senza la duplice assistenza di Dio e di Marx. Ancora più rimarchevole è il fatto che combina un´ostilità di prammatica a un´indifferenza quasi nevrotica alla verità: quanto a verifica di ciò che dice è un autentico imbarazzo, a esser franchi, per la professione accademica. Ma la sua umana esigenza è abbastanza semplice: vuole che sia dedicata attenzione alla sua moralistica convinzione di essere nel giusto (il giusto è il suo specifico marchio di vanità).
.
Correggere le distorsioni di Eagleton è una faccenda noiosa, ma tale è il lavoro che mi costringe a fare. Le misure antislamiche che io, dice lui, «raccomando», le ho appena adombrate, non «in un saggio» («lui scrive», «scrive Amis»: ognuna di queste è una falsità), ma in una lunga intervista con la stampa. Era un esperimento del pensiero, o un esperimento dell´umore, e le mie osservazioni erano precedute da quanto segue: «C´è un forte impulso – lei non lo avverte? – a dire… [ecc. ecc.]». Io ho avvertito questo impulso, per un giorno o due. Il mio umore, lo ammetto, era tetro (quanto desideravo, Yasmin, la tua mano consolatrice sulla mia fronte!).
Altri due fattori depressivi entravano in gioco. Almeno uno degli aspiranti assassini di massa si era preso il fastidio di convertirsi all´Islam, indizio che il virus sterminatore era sul punto di mutare, come l´influenza aviaria. E sono sicuro che tu ricordi, Yasmin, che ai passeggeri in viaggio su quella tratta, per un tragitto lungo otto ore, venne improvvisamente proibito di portarsi a bordo libri, un´eclatante vittoria simbolica per le forze dell´ignoranza, dell´antiumorismo, dell´interpretazione letterale, della noia e dell´infelicità.
Quell´umore, tuttavia, quell´«impulso» ritorsivo evaporò ben presto, e tornai a sentire che dobbiamo, è ovvio, costruire tutti i ponti che possiamo tra noi e la maggioranza dei musulmani, che sappiamo essere moderata. Moderata, e muta. Questo mutismo forse si spiega facilmente. Nella Spagna del XV secolo, pochi, mi immagino, proclamavano apertamente che l´Inquisizione si era spinta troppo in là. Gli estremisti, per il momento, hanno il monopolio della violenza, dell´intimidazione e della convinzione di essere nel giusto. Nel contempo, non voglio sottoporti a perquisizione corporale, Yasmin, o fare qualsiasi altra cosa che offenda, o anche sorprenda momentaneamente, la tua dignità, o quella di qualsiasi altro musulmano irenista.
Gente come Eagleton è la cosa più vicina che abbiamo ai «mullah di ferro»: lui, in altre parole, è un fustigatore e un agitatore illuso. Recentemente ha fatto un lavoro analogo al mio vecchio compare sir Salman Rushdie; e l´alterco montato in fretta e furia è finito con inefficaci scuse da quel di Manchester. Non so, o non ricordo, quale fosse la tua opinione sull´istituto del cavalierato. Mio padre (anch´egli diffamato svogliatamente e con poca originalità da Eagleton), disse, quando fu nominato lui baronetto: «Non è troppo poco, ma è troppo tardi». Una ricompensa anacronistica, forse, anche se pienamente meritata dall´autore dell´esuberante Shalimar il clown. La «tempesta» che è seguita all´annuncio non se l´aspettava nessuno, nemmeno quelli della Fourth Estate, la casa editrice (che hanno gridato a gran voce che era «inevitabile»). Vedi, il tempo è andato avanti, in Occidente, dal 1989 a oggi. In Iran e in Pakistan, il tempo si muove più lentamente. E non serve che te lo dica, Yasmin, l´orologio islamico ha qualcosa che non va.
Fai torto alla tua intelligenza quando scrivi che l´ateismo è un´altra forma di fanatismo. È un concetto che non sta in piedi, da un punto di vista filosofico. Aderire, per quanto con moderazione, a un libro sacro che raccomanda (per fare un esempio) di uccidere gli apostati e picchiare le donne (se sospettate di disobbedienza) comporta determinate conseguenze. Mentre dall´ateismo non consegue niente. Con l´ateismo, non c´è nessun "e poi?". Domani pomeriggio vado a Cheltenham. E spero di vederti al bar. I miei migliori auguri a te a tuo marito. Martin
Per inviare a Repubblica la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante.