Rivolte studentesche e repressione in Iran la cronaca di Roberto Fabbri
Testata: Il Giornale Data: 09 ottobre 2007 Pagina: 15 Autore: Roberto Fabbri Titolo: «Nuova rivolta studentesca contro Ahmadinejad»
Dal GIORNALE di martedì 9 ottobre 2007:
Un centinaio di studenti universitari hanno contestato il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad durante una sua visita all’ateneo di Teheran, e si sono scontrati violentemente con miliziani islamici che ne avevano preso le difese. La polizia è intervenuta facendo anche uso di gas lacrimogeni. Si tratta di episodi rari in Iran: l’ultima volta qualcosa di simile era accaduto dieci mesi fa al politecnico Amir Kabir della capitale, dopo anni di silenzio. I tafferugli sono avvenuti prima dell’inizio della cerimonia di apertura dell’anno accademico, alla quale il presidente era stato invitato. Le premesse erano tese, perché gli studenti riformisti dell’organizzazione Tahkim Vahdat avevano diffuso nei giorni scorsi le cifre della repressione nelle università iraniane, in un documento intitolato «I diritti calpestati degli studenti», nei due anni della presidenza Ahmadinejad: 43 organizzazioni e centri studenteschi chiusi d’autorità, 70 attivisti arrestati, 550 convocati dai comitati disciplinari delle università. Gli studenti dell’opposizione avevano intenzione di chiedere ad Ahmadinejad di rispondere alle loro domande, invece di limitarsi a tenere un discorso. «Perché solo alla Columbia? Anche noi abbiamo domande da fare», si leggeva su uno striscione che faceva riferimento al recente incontro con domande e risposte con gli studenti della Columbia University di New York. Di fronte al centinaio di giovani riformisti c’erano però i loro avversari, i basiji, ovvero i miliziani islamici sostenitori dell’integralista Ahmadinejad. Sui loro cartelli c’era scritto «Al bando il Tahkim americano». Il clima si è surriscaldato quando dal gruppo dei riformisti - ragazzi e ragazze insieme - sono partiti slogan duri: «Ahmadinejad Pinochet, l’Iran non diventerà il Cile» e «Morte al dittatore», che riprendeva quello già gridato nello scorso dicembre al politecnico, ma anche la definizione di Ahmadinejad fatta la settimana scorsa dal rettore della Columbia, Leo Bollinger. Uno studente, rivolgendosi retoricamente al presidente che si è in realtà ben guardato dal darsi disponibile, ha gridato: «Se come ha detto alla Columbia l’Iran è il Paese più libero del mondo, perché cacciate i professori dalle università?». Questo perché numerosi docenti di orientamento liberale, negli ultimi mesi, sono stati mandati in pensione d’autorità.
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