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Informazione Corretta Rassegna Stampa
09.10.2007 L’Islam dell’odio, da Gaza ad Istanbul passando per Teheran e Damasco
l'analisi di Federico Steinhaus

Testata: Informazione Corretta
Data: 09 ottobre 2007
Pagina: 1
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: «L’Islam dell’odio, da Gaza ad Istanbul passando per Teheran e Damasco»

Da quarant’anni e più ogni volta che nel Vicino Oriente si parla di pace con qualche elemento di concretezza vi sono gli estremisti del mondo arabo-palestinese che scatenano la loro violenza con maggiore intensità. Una volta era l’OLP con le sue componenti che spaziavano fra le diverse sigle in concorrenza ideologica l’una con l’altra (e tutte contro Israele), poi è stato quell’embrione di stato palestinese che Arafat gestiva con un controllo totale ed inflessibile di ogni attività; ora le poche sigle del terrore sopravvissute al cataclisma della morte di Arafat si saldano operativamente con Hamas e con Al Qaeda. Dietro le quinte, nell’ombra, la Siria che ospita alcune delle menti strategiche del terrorismo palestinese e l’Iran tirano le fila, finanziano, armano chiunque voglia distruggere Israele.

E’ vero, anche in Israele, nel passato, qualche gruppo radicale si è opposto con la violenza alle ipotesi di una pace possibile; ma si è trattato di episodi isolati per quanto drammatici, sempre repressi e mai tollerati dalle istituzioni.

In questo quadro l’uccisione di un libraio cristiano ha il medesimo valore simbolico del nuovo missile che da Gaza è in grado di penetrare più profondamente in Israele, ma ben diverso è il modo in cui queste due realtà vengono gestite: gli autori dell’omicidio verranno catturati e processati da Hamas per dimostrare l’affidabilità di questa organizzazione terroristico-politica, mentre i responsabili delle distruzioni, delle uccisioni, del terrore causati in Israele continueranno ad essere protetti ed ammirati.

La partita che viene giocata al tavolo della politica è dunque questa: persone in giacca e cravatta a parlare pacatamente di scambi di territori o di rispetto della sovranità, ed alle loro spalle uno scenario molto meno rassicurante di uomini col passamontagna che sparano missili sulle città o mandano donne e ragazzini a farsi saltare in aria.

Il senso di tutto ciò è palese: la pace non è impossibile, ma è estremamente difficile da conseguire quando vi sono gruppi armati e finanziati da potenti stati e da una vasta rete di complicità che vi si oppongono con la violenza. Per fare un solo esempio di attualità: il potenziamento della gittata dei razzi che piovono quotidianamente da Gaza su Israele è stato aumentato dai 7 Km. dei Kassam ai 20 Km. dei missili di fabbricazione russa sparati il 7 ottobre su Neviot. Altre città, anche di oltre 100.000 abitanti come Ashkelon, sono ora in pericolo. Questa escalation potrebbe indurre il governo israeliano, che dal 2000 ha gestito il lancio dei Kassam prevalentemente con procedure difensive blindando le scuole e costruendo rifugi, a modificare la strategia in offensiva, con conseguenze oggi non prevedibili.

Questo è lo scenario politico, ma non dobbiamo trascurare quello culturale. L’esaltazione sistematica della violenza e l’educazione all’odio che nei territori palestinesi sono parte essenziale di programmi televisivi dedicati ai giovanissimi e di attività scolastiche ipotecano pesantemente almeno i prossimi 25 anni in cui sarà questa generazione di scolari e studenti a governare.

Proviamo a passare in rassegna alcuni episodi particolarmente significativi nel contesto di questo lavaggio dei cervelli.

Il quindicinale per bambini "Al-Fateh", di cui è proprietario Hamas, viene pubblicato a Londra da 5 anni (www.al-fateh.net). Ha periodicamente esaltato le imprese di "martiri" della causa palestinese. Il numero 60, ad esempio, ha descritto l’eroica morte di Sa’id Hassan Hutari, che nel giugno del 2001 aveva ucciso 21 coetanei nella discoteca Dolphinarium di Tel Aviv ricordando le sue ultime parole: "Io trasformerò il mio corpo in pezzi e bombe the perseguiteranno i figli di Sion, li faranno esplodere, e bruceranno i loro resti". Nel numero 69 invece si raccontava, col titolo "Una missione di pace", la storia di un ragazzo che progetta il proprio "martirio". Abbondano storie che esaltano "i cavalieri dei Kassam" o narrano le vicende di altri terroristi suicidi. Nel numero 35 una nonna raccomandava alla nipotina di non dimenticare "che abbiamo a che fare con gli ebrei...che hanno assassinato gli inviati della pace, i profeti che Allah aveva mandato a portare giustizia e pace al mondo...ed hanno tentato di uccidere il Profeta Maometto....Oggi, essi uccidono i seguaci del messaggero di Dio".

Il programma dell’emittente televisiva Al-Aqsa, gestita da Hamas, ha scelto un’ape gigante per inculcare nei bambini il proprio messaggio: "Amici miei, Al-Aqsa vi aspetta. Miei cari, Al-Aqsa è molto triste. Amici, Al-Aqsa è tenuta prigioniera ed è assediata da criminali assassini di bambini. Dobbiamo sollevarci per vendicarci degli ebrei criminali, i sionisti occupanti...Come? pregando, col sangue, coi sacrifici e col dolore, per mezzo dei martiri, con tenacia...".

Sappiamo che Hamas è radicale ed antisemita ma non dobbiamo generalizzare, potrà replicare qualcuno. E allora spostiamo la nostra attenzione sul Fatah e sul moderato presidente Abu Mazen.

Ai moltissimi esempi che abbiamo citato in passato aggiungiamo qualche perla più recente.

A metà dello scorso mese di agosto una scuola di Tulkarem, in Cisgiordania, ha dedicato un torneo di calci studentesco a Ziyad Da’as, che nel gennaio del 2002 aveva ucciso 6 persone e ne aveva ferite 30, riunite per una festa familiare. Il quotidiano Al Hayat Al Jadida – di cui è proprietaria l’Autorità Palestinese - ha riferito di questo torneo il 15 agosto, ringraziando l’amministrazione scolastica e definendo quel terrorista "uno degli audaci della resistenza popolare palestinese".

Non è meno significativo il fatto che l’Autorità Palestinese celebra ogni anno l’11 settembre con vignette antiamericane. Quest’anno la vignetta disegnata per l’occasione ritraeva un gioioso Bin Laden che alzava la mano destra con le due dita simboleggianti il segno di vittoria che avevano la forma delle torri gemelle del World Trade Center.

Il 28 agosto, infine, Hamza Dhib Mustafa, nominato un anno prima da Abu Mazen membro del Supremo Consiglio della Fatwa, ha scritto  su Al Quds che "I musulmani e le loro società sono più avanzati e più sublimi dell’Occidente e delle sue società...essi sono più perfetti nel loro sistema dei valori e nella loro umanità". Nel contesto del saggio egli ha poi rivendicato per l’Islam l’affermazione di princìpi umanitari molto più avanzati della Dichiarazione dei Diritti Umani dell’ONU ed antecedenti di ben 14 secoli. Questo scritto ed il ruolo assegnato al suo autore mostrano una tendenza del Fatah di Abu Mazen ad appropriarsi del fondamentalismo religioso che trova in Hamas e nei Fratelli Musulmani i suoi più accreditati interpreti. "I musulmani sono i padroni del mondo, i suoi insegnanti e le sue guide" scrive ancora Hamza Dhib Mustafa. Non a caso nel recente Ramadan Abu Mazen ha fatto pattugliare le strade di Ramallah da alcuni "poliziotti della moralità" che arrestavano chiunque violasse i precetti religiosi fissati dal Corano.

Va bene, obietterà ancora qualcuno, ma non esiste solamente il fondamentalismo religioso che inquina nel mondo islamico alcuni settori della società e della politica ; esiste anche, ed anzi è maggioritario, un Islam moderato, con il quale si può e si deve dialogare da pari a pari. Non è la Turchia, uno stato islamico, l’esempio più lampante della possibilità di esistenza per un Islam che conviva con una società laica ed un governo filo-occidentale?

Vediamo più da vicino cosa sta succedendo in Turchia, allora.

Come è noto il partito del primo ministro Erdogan ha vinto le elezioni ed è riuscito a far eleggere presidente il suo candidato Gül, malgrado entrambi fossero osteggiati dall’esercito custode della laicità dello stato.

Lo scorso 1 luglio una emittente televisiva turca, Flash TV, ha mandato in onda una lunga intervista all’ex primo ministro Necmettin Erbakan, fondatore e leader carismatico di un movimento islamista, "Milli Gorus", e di altri partiti di analoga ispirazione, tutti messi al bando per ordine di tribunali turchi. Sia Erdogan che Gül sono stati allievi di Erbakan ed hanno ricoperto posizioni di grande responsabilità nei suoi partiti.

Ecco alcuni estratti dalla lunga intervista, nella quale il giornalista si rivolge a lui usando sempre l’appellativo "mio maestro".

"Il nostro Profeta è stato inviato con amore e pietà, e la nostra mèta è la felicità di tutti i 6 miliardi di popolazione nel mondo. Noi siamo musulmani, e la nostra civiltà ha portato la felicità a tutto il mondo...Quando guardiamo la mappa del mondo vediamo circa 200 nazioni indicate con vari colori, e pensiamo che vi sono molte razze, religioni e popoli. Il fatto è che per 300 anni tutte queste 200 nazioni sono state controllate da un solo centro. Questo centro è razzista, è il sionismo imperialista...Questa fede è iniziata 5.765 anni fa, quando i figli di Israele vivevano in Egitto, tramite un libro di magia scritto da una persona che si chiamava Kabbala...In cosa crede questo popolo? La loro fede si basa su quattro princìpi: 1) Voi siete il vero popolo di Dio; tutti gli altri sono stati creati per essere vostri schiavi; voi siete stati creati uomini e gli altri sono stati creati scimmie...2) Questa superiorità non si manifesterà solo nel pensiero, ma sarà concreta...3) Perché tutto ciò si avveri loro (gli ebrei) devono osservare tre doveri: il primo dovere sarà di riunire i figli esiliati d’Israele a Quds (Gerusalemme); il secondo dovere è di edificare il "Grande Israele" tra il Nilo e l’Eufrate...Sapete cosa significa la salvezza d’Israele? Significa che essi governeranno le 28 nazioni dal Marocco all’Indonesia...Questa è la religione degli ebrei, la loro fede...".

Con una capacità incredibile di presentare come verità assiomatiche madornali menzogne e di dare alla propria profonda ignoranza l’aspetto di fatti incontrovertibili, Erbakan prosegue:

"I sionisti hanno lavorato 5.767 anni per costruire un ordine nel quale tutto il denaro e tutta la forza-lavoro dipendesse solo dagli ebrei...Questa è una religione razzista. Se tua madre non è ebrea tu non puoi essere ebreo. Questo è il motivo per il quale non possono moltiplicarsi e crescere. Fra sei miliardi di persone essi sono solo 30 milioni...Ora torniamo a noi musulmani. Grazie al nostro amato Profeta luce e felicità sono venuti ai 6 miliardi di persone del mondo. Noi siamo divenuti i padroni. Noi abbiamo governato per 11 secoli. Ma sfortunatamente negli ultimi tre secoli i figli d’Israele si sono appropriati di questo potere. Ora essi controllano il mondo nel quale viviamo..."

E d’ora in avanti si esibisce in esemplificazioni strampalate di questa tesi:

"Facciamo l’esempio che tu, musulmano, voglia andare alla Mecca per il pellegrinaggio (Haj), e vuoi volare su un aereo turco. Se una compagnia aerea vuole volare ed atterrare in un altro paese deve essere membro della IATA. La IATA è un’organizzazione dei figli d’Israele, di Rockefeller (che non è ebreo, n.d.t.).Per diventarne membro le compagnie aeree devono dare agli ebrei il 9% sul costo dei biglietti..."

Poi Erbakan fa analoghi esempi per dimostrare che tutto il sistema bancario è nelle mani degli ebrei, sono gli ebrei che per mezzo della banca centrale degli Stati Uniti stampano dollari che poi attraverso altri trucchi trasformano in obbligazioni; a capo di tutto si trova sempre Rockefeller, e tutto il denaro così raccolto viene trasformato dagli ebrei in armi.

"Ad ogni bambino che nasce si dovrebbe dire "Benvenuto in questa casa, mio caro, ma questa casa ha un padrone, e bisogna pagargli l’affitto. Il padrone di questa casa – cioè di questo mondo – è il sionista e tu gli devi pagare 1.200 dollari ogni mese...".

Ma non basta. Chi sa raccontare fesserie ne trova sempre a iosa:

"Questo sionismo razzista ed imperialista ha organizzato 19 Crociate solo per raggiungere i suoi scopi. Per organizzare le Crociate si è servito dei cristiani...E’ stato il sionismo a creare la setta del protestantesimo. L’ordine capitalista di oggi è l’ordine religioso del protestantesimo. E’ perché il papa respinge il concetto di interesse per impedire lo sfruttamento dei suoi figli. E’ per questo motivo che gli ebrei hanno deciso di cambiare la religione cristiana ed hanno fondato il protestantesimo. In questo modo possono far pagare gli interessi e costringere tutti a lavorare per loro".

La conclusione è prevedibilmente assoluta:

"Gli ebrei hanno iniziato 19 Crociate. La diciannovesima è stata la seconda guerra mondiale. Perché? Solo per poter creare Israele".

Gli increduli potranno trovare l’intervista su http://www.milligorusarsiv.com/videolar/file.php?f=5.

(Le informazioni usate ed i testi tradotti provengono da PMW,MEMRI e DEBKA)


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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