Quid est veritas? E' la domanda che fece Ponzio Pilato a Gesù Cristo, prima di farlo crocifiggere.
Questa domanda pilatesca si propone ancora oggi e produce, anche se non in modo troppo visibile, gli stessi effetti di 2000 anni fa. Sì, perché affermando, scrivendo e recensendo che gli Ebrei hanno fatto una montatura della Shoah e ne traggono vantaggio, significa incitare prima a un rigetto, poi a un pogrom, poi a nuova Shoah.
Perché è bene che tutti lo ricordino: le persecuzioni contro gli Ebrei, le loro espulsioni da vari stati, la più feroce delle quali fu la cacciata dalla Spagna, i pogrom, la Shoah hanno avuto origine soltanto da menzogne continuamente ripetute.
Sebbene sono d'accordo con il contenuto dell'intevento di Luciano Tas, a proposito della critica a Iudith Zertal e al suo recensore Luzzatto, non convengo su un punto.
Non è vero che esiste verità e verità, verità vera e verità mediatica. Esistono soltanto la verità e la falsità. Tertium non datur. Non esistono altre possibilità. E come si fa a sapere quando una notizia è vera e quando è falsa?
La verità è per definizione "adaequatio mentis et rei". Si ha la verità quando ciò che si dice corrisponde in modo adeguato alla realtà. Con questo non si vuol dire che la verità sia una cosa facile da raggiungere; però è possibile farlo se si segue una rigorosa metodologia, che non consiste solo nei ragionamenti e nelle prove, ma anche del fine che si vuol raggiungere. E il fine deve essere onesto e morale.
Se invece si parla di certe cose, di certi eventi in modo incompleto e non documentato, oppure lo si fa per un fine disonesto e immorale si ha la falsità, in quanto si dà per vero ciò che è errato.
Se è vero il detto "bonum ex integra causa, malum e quovis defectu" è anche vero "verum ex integra causa, falsum e quovis defectu". Come il bene, anche il vero deriva da una causa integra, il male e l'errore da qualsiasi difetto. Per questo occorrono le prove prima di formulare un giudizio, perché la realtà attraverso le prove acquisisce la sua evidenza.
Quindi esistono soltanto la verità e la falsità. E la falsità può diventare mediatica, se si serve della stampa o della TV per raggiungere i propri scopi, ripetendo in continuazione le stesse falsità. Così si spera e anche si ottiene l'ottundimento delle menti, requisito necessario per scatenare qualsiasi tipo di rappresaglia o persecuzione.
La falsità mediatica è sempre esistita, non occorreva l'invenzione della stampa, della radio o della TV per diffondere le interessate falsità. Bastava diffonderle a voce: erano certamente veloci più di quanto si creda e raggiungevano gli scopi disonesti e malvagi dei persecutori.
Saluti
Dario Bazec