Ahmadinejad (come d’altronde gli altri leader al governo iraniano), ha violato tre leggi del Diritto Internazionale : la Charta delle NU (art.99 in base alle minacce reiterate alla sicurezza e alla pace internazionale) ; i Diritti Umani e la Convenzione sul Genocidio. A quel punto, essere invitato alla Columbia University, è stato solo conseguenza di un invito alle Nazioni Unite che doveva essergli negato per principio, già dall’anno scorso. Quali testimoni, abbiamo conosciuto dal vivo il suo delirio visionario, ma non gli si sarebbe dovuto offrire l’occasione di esprimerlo dal piedestallo privilegiato di quel consesso internazionale. Mi ha sorpresa la sua tranquilla indifferenza alla Columbia, usando dell’abilità a svicolare alle domande dirette e sentirsi attore della situazione, malgrado alcune pesanti critiche. Un’analista sul Jerusalem Post ha, secondo me, chiarito questo comportamento. Ahmadinejad si rivolgeva ai suoi sostenitori, al mondo islamico in particolare. Ha usato della massima istituzione occidentale, le Nazioni Unite, per fare la sua propaganda antioccidentale. L’eco mediatica sull’invito alla Columbia University ne è stato il corollario, ma è grazie all’invito alle Nazioni Unite che ha parlato unicamente al mondo islamico, nell’intento di accenderlo oltremodo nel periodo di maggior crisi quale è questo attuale. L’appoggio entusiasta ad Ahmadinejad di nazioni come il Venezuela e la Bolivia, lo stallo alle NU sulle sanzioni all’Iran a causa di Russia e Cina, hanno ancor più valorizzato il suo intervento presso i suoi sostenitori. C’è da chiedersi: come mai è stata offerta questa opportunità a Ahmadinejad, anziché inserirlo nella "US Watch list" e negargli il transito in territorio americano?
Danielle Sussmann |