A lezione da Ghandi per combattere il terrorismo ? ricordando quel che diceva sul nazismo, si capisce che non è il caso
Testata: La Repubblica Data: 03 ottobre 2007 Pagina: 27 Autore: Amartya Sen Titolo: «LA LEZIONE DI GANDHI CONTRO IL TERRORISMO»
Secondo George Orwell Ghandi avrebbe consigliato agli ebrei di combattere il nazismo "suicidandosi". E' certo comunque che condannò il sostegno dato da Chaim Weitzman alle forze alleate (mentre approvò le violenze arabe contro la comunità ebraiche in Terra d'Israele). A proposito dell'invasione giapponese della Cina sostenne che si trattava di un'occasione ideale per applicare la nonviolenza. I cinesi potevano farsi massacrare a centinaia di migliaia, erano così tanti che i giapponesi si sarebbero senza dubbio fermati prima di averli uccisi tutti.
La "lezione" di Ghandi può certamente funzionare con Stati democratici. Tale era la Gran Bretagna contro la quale condusse la sua lotta indipendentista e tali erano gli Stati Uniti nei quali Martin Luther King condusse con metodi nonviolenti la lotta contro la segregazione razziale. E' molto più dubbio che i suoi metodi potessero funzionare contro i totalitarismi del XX secolo, o, oggi, contro il terrorismo.
Eppure Amartya Sen, economista e filosofo morale indiano, premio nobel, propone la lezione di Ghandi per l'attuale guerra al terrorismo. Non, per fortuna, per invocare metodi non violenti, ma per condannare qualsiasi infrazione delle regole, in una guerra condotta contro un nemico che non ne rispetta alcuna.
Che dire ? Solo che a noi sembra che alla lezione di Ghandi sia oggi , di fronte al terrorismo jihadista, preferibile quella di Churchill, che perse il confronto con il "fachiro" (come lo definiva) sull'indipendenza dell'India (proprio perché la Gran Bretagna era una democrazia) , ma seppe sconfiggere Hitler. Se al suo posto ci fosse stato Ghandi, cosa sarebbe successo ?
Ecco l'articolo di Amartya Sen, pubblicato da La REPUBBLICA del 3 ottobre 2007:
Gandhi si preoccupava della moralità del comportamento personale, ma non solo di quello, e noi sottovaluteremmo l´ampiezza del suo pensiero politico se cercassimo di vedere la nonviolenza semplicemente come un codice di comportamento (per quanto tale codice possa essere importante). Consideriamo il grande problema del terrorismo nel mondo di oggi. Nel combattere il terrorismo, la risposta gandhiana non può essere vista prendere la forma, principalmente, del pregare gli aspiranti terroristi di desistere dal perpetrare le loro crudeltà, e nemmeno la forma aperta (nuovamente, per quanto importante essa sia) del dialogo e dell´interazione pubblica in modi pacifici con degli avversari potenziali. Le idee di Gandhi sulla prevenzione della violenza andavano molto più in là, includendo istituzioni sociali e priorità pubbliche così come credenze e impegni individuali. Tenendo a mente questo, e perseguendo il tema generale della rilevanza dei valori gandhiani al di fuori dell´India, pongo questa domanda: c´è qualcosa che gli Stati Uniti d´America e l´Inghilterra in particolare possano oggi proficuamente imparare dall´analisi politica di Gandhi? Alcune delle lezioni di un approccio gandhiano alla violenza e al terrorismo mondiali sono abbastanza chiare. Forse la più semplice e una che è stata recentemente molto discussa è l´importanza dell´educazione nel coltivare la pace piuttosto che la discordia. Le implicazioni di questo includono la necessità di scoraggiare, e se possibile di eliminare del tutto, scuole nelle quali l´odio verso altre comunità o gruppi di persone in generale sia incoraggiato e nutrito. Questo non si applica solo alle scuole coraniche militanti [le madrassas], ma anche ad altre strutture educative di impostazione ristretta, nelle quali sia promosso un forte senso di identità settaria, che allontanino un essere umano dall´altro sulla base della religione, dell´appartenenza etnica, della casta o del credo. C´è ancora molto da fare in questo campo in India, come sappiamo da diversi eventi recenti, inclusi gli omicidi settari a Mumbai nel 1992-1993 o la violenza nel Gujarat del 2002. Ma fortunatamente il paese sembra aver fatto un passo indietro rispetto a quello che sembrava a un certo punto essere un inarrestabile allontanarsi dalla tolleranza laica e dal rispetto reciproco non settario che erano così importanti per Gandhi.
Scoraggiare l´educazione settaria
Vorrei concentrare l´attenzione sulla rilevanza delle idee gandhiane al di fuori dell´India, inclusi gli Stati Uniti d´America e l´Inghilterra. Si potrebbe pensare che le lezioni di Gandhi siano ampiamente comprese in America e in Inghilterra, e ad un certo livello certamente lo sono. Per esempio, la predicazione militante nelle moschee e nelle scuole coraniche è stata ultimamente al centro di molta attenzione in Inghilterra, specialmente dopo il massacro del luglio scorso a Londra operato da alcuni terroristi di origine locale. Gli inglesi sono stati molto scioccati dal fatto che dei giovani provenienti da famiglie immigrate, nati e cresciuti in Inghilterra, fossero inclini a uccidere altre persone in Inghilterra con tanta determinazione. In risposta a questo choc molti luoghi di predicazione dell´odio e di insegnamento vengono limitati o chiusi in Gran Bretagna, il che è certamente una mossa comprensibile. Ma io sostengo che l´intera forza della comprensione di Gandhi in questo campo non sia ancora stata afferrata dalla politica britannica.
La perdita di statura morale dei combattenti per la democrazia
Comunque, prima di entrare in questo argomento, voglio parlare di un altro punto di rilevanza generale. Uno dei grandi messaggi di Gandhi è che tu non puoi sconfiggere la cattiveria, inclusa la cattiveria violenta, finché tu non ti sei completamente liberato di una simile sporcizia. Questo ha una grande e immediata importanza oggi. Per esempio, ogni atrocità commessa allo scopo di ottenere informazioni utili alla sconfitta del terrorismo, che sia nel centro di detenzione di Guantanamo oppure nel carcere di Abu Ghraib in Iraq, contribuisce a generare più terrorismo. Il problema è non solo che quella tortura è sempre sbagliata (il che è vero), né che la tortura difficilmente produce informazioni affidabili, dal momento che il torturato dice qualunque cosa possa liberarlo da quella misera condizione (il che è altrettanto vero). Ma andando oltre questi punti ovvi sebbene importanti, Gandhi ci ha anche insegnato che la perdita di statura morale da parte di una persona fornisce una forza immensa ai suoi oppositori violenti.
L´imbarazzo globale che l´iniziativa anglo-americana ha sofferto a cau-sa di queste trasgressioni sistematiche, e il modo in cui un comportamento cattivo da parte di coloro che pretendono di combattere per la democrazia e i diritti umani è stato usato dai terroristi per avere più reclute e un po´ di simpatia e sostegno pubblici, potranno avere sorpreso gli strateghi militari che siedono a Washington o a Londra, ma sono perfettamente allineati con ciò che il Mahatma Gandhi ha cercato di insegnare al mondo. Il tempo non ha diminuito la forza degli argomenti di Gandhi, né la loro straordinaria rilevanza per il mondo.
Gandhi sarebbe anche stato sorpreso del fatto che sebbene gli Stati Uniti stessi, almeno in linea di principio, si oppongano fermamente alla tortura eseguita sul suolo americano o da parte di personale americano (in effetti l´America ha una storia rimarchevole di codificazione e asserzione dei diritti e delle libertà individuali che risale agli emendamenti alla Costituzione degli Stati Uniti elaborati nel secolo XVIII), molte persone che ricoprono ruoli di rilievo in America approvano, e supportano attivamente, la procedura di quelle che sono chiamate extraordinary renditions. In quella terribile procedura, sospetti di terrorismo vengono spediti in paesi che praticano la tortura sistematicamente, cosicché gli interrogatori possono essere condotti senza le restrizioni che si applicano negli Stati Uniti d´America. Il punto che emerge dagli argomenti di Gandhi non è solo che questa è una pratica fortemente antietica, ma anche che non è questo il modo di vincere una guerra contro il terrorismo e la crudeltà. È importante capire che Gandhi non solo ci ha offerto una visione della moralità, ma anche una comprensione politica di come il comportamento di una persona può essere, secondo la sua natura, sorgente di una grande forza o di una tremenda debolezza. Naturalmente, i valori gandhiani devono essere visti e compresi nei termini degli argomenti posti da Gandhi a loro sostegno. Non importa quanto uno possa essere terribilmente ben armato, la perdita di statura morale ne mina la forza in modo definitivo. Il valore di una tale visione non è mai stato più grande di quanto lo sia oggi.
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