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Libero Rassegna Stampa
02.10.2007 Libri di scuola "islamicamente corretti"
un articolo di Renato Farina

Testata: Libero
Data: 02 ottobre 2007
Pagina: 1
Autore: Renato Farina
Titolo: «L'islam ha conquistato anche i libri di scuola»
Da LIBERO del 2 ottobre 2007:

Proponiamo una notizia ad Al Jazeera. Mondadori, la più grande casa editrice italiana, nel suo settore scolastico dev'essere stata conquistata con una splendida azione di cavalleria araba da qualche emiro, ma forse c'erano anche dei cammelli. I libri di storia per i ragazzini (...) segue a pagina 31 (...) si chiamano "Scambi tra civiltà", autrice Vittoria Calvani. La quale scrive bene ed ha un'idea chiara di questi ultimi millenni: la parte del leone buono e generoso la fanno i musulmani. Maometto è l'eroe pieno di virtù. E Gesù? Gesù ha il suo bel posto nel Corano, e si accontenti: è stato generosamente adottato dall'Islam insieme agli altri profeti biblici. La proliferazione militare dell'Islam è «prodigiosa» e ha una motivazione: il fascino umano dei conquistatori. I non credenti (così sono qualificati cristiani ed ebrei) sotto il regime degli imam e dei sultani non hanno di che lamentarsi. Basta che paghino una tassa in più e la fanno franca, i fortunelli. Certo, ci sono dei problemi: l'islam ammette la schiavitù, ma chi non ha qualche difetto? E via così. Il cristianesimo? Niente. Un fenomeno in fondo minore. Più da vicino. La réclame è: «Libri per la scuola che si rinnova». Prima media, volume uno. Qualche dato banalmente numerico. La trattazione dell'Impero Romano è da pagina 62 fino a 85. Totale 23 pagine. Quelle dedicate all'Impero Islamico e alla "Civiltà araba" vanno da pagina 160 a pagina 197. Totale 37 pagine. Radici islamiche battono radici latine. Nessun capitolo intitolato alla "Civiltà cristiana" o al "Cristianesimo" o a "Gesù Cristo". Il capitolo di Gesù è su internet

Al di là della quantità, anche il giudizio pende da quella parte. Nei capitoli intitolati «Islam» e «Maometto» i paragrafi trascritti nell'indice sono di sperticata ammirazione. Ne citiamo alcuni, caratterizzati da leccapiedismo linguistico: «La religione accoglie i profeti della Bibbia e Gesù» (secondo me, stavano bene anche a casa loro); «I dissidenti si riuniscono nella casa di Cadìgia e di Maometto» (i dissidenti, parola magica, che evoca mitezza e inermità, quando Maometto era notoriamente un predone); «L'arcangelo Gabriele consegna a Maometto il Corano» (non male come fatto storico accertato, neanche Tariq Ramadan osa sostenerlo, ma ai nostri figli Mondadori la passa come notizia sicura); «Maometto predica le virtù delle origini ma è costretto al- l'ègira (esilio)» (anche qui, lo cacciano perché buono). Un titolo dedicato magari alla strage degli ebrei? Figuriamoci. Cristo non è considerato? Certo che in questo oggettivo libro di storia si parla del Nazareno. Ecco il capitolo apposito: «Il Corano su Gesù e il Jihad». Procediamo svelti. Un altro capitolo: «Quale fu il segreto della prodigiosa espansione islamica?». Uno pensa: l'abilità nell'agitare la scimitarra, l'organizzazione guerresca. La risposta è questa, e la citiamo ancora: «Umanità nella conquista». Ci invadono, sgozzano: e sono umani, grazie. Meno male che Carlo Martello non la pensava in questa maniera e neanche Isabella di Castiglia. Altro capitolo: «I non credenti devono solo pagare una tassa». In quel «solo» c'è un mondo di tolleranza e di bontà. Cosa sarà mai. Altri titoli: «La scolarizzazione, base del successo dell'Islam». Be', qui diamo ragione alla professoressa Calvani. Se tutti i libri sono di questo tipo, la scuola è una garanzia di vittoria (per le moschee). E il cattolicesimo? Nel libro non c'è. Se uno vuole sapere qualcosa sul cristianesimo nella storia, bisogna accedere a internet, «se interessa» è «extra-testo». Mica male come discriminazione. Come dire, un'optional. Il motore è islamico, se volete le tendine cattoliche, fate domanda. Premio Mecca per la Geografia

Il libro di geografia che merita il premio Mecca è invece edito da Nuova Italia, «L'iper libro del mondo». Autore Giulio Mezzetti. Non si scappa. Uno deve studiare l'islam sia in storia sia in geografia. Mentre nei volumi dedicati all'Italia e all'Europa il cri- stianesimo è ignorato, in quello dedicato ai «Popoli della terra», cioè al resto del mondo, si dedicano sezioni del volume all'islam e al buddismo. Te lo sei sorbito in prima media. Eccolo che ritorna in terza media. Tre capitoli qui sono per Maometto, vero eroe universale, di storia, geografia, religione, di tutto e di più. Uno dice: parlando dell'America, almeno di quella latina, si suggerirà qualcosa sul cattolicesimo o sui Pentecostali. Niente. Persino i compiti delle vacanze ti addentano il polpaccio per ricordarti chi comanda. Vedi "Melazzurra" di Nicola e Nicco, edizione Petrini. È un quaderno per l'estate, e ha questo capitolo: "Arabi, cro- ciati e monaci". Comincia con questo paragrafo: «Lode a Maometto». Non abbiamo scelto queste perle in una produzione sconfinata. I volumi sono adottati tutti in un'unica sezione, normalissima, in Brianza. Si chiama signora Patrizia la ricercatrice che ha rinvenuto questa dispar condicio pro islamica. Lavora ed è madre di due bambine che vanno a scuola in provincia di Lecco. Invece di chiedere alle figlie solo che voto hanno preso, se hanno fatto gli esercizi di matematica e sono state brave, ha guardato i libri di testo e quello dei compiti della vacanze. E si è accorta che siamo morti, non insegniamo più niente che sia un senso della vita, qualcosa di solido su cui piantare il futuro. Va bene così? Forse sì. Non si protesta nemmeno più. Patrizia mi dice che la Lega sembrava interessata, si è fatta inviare il materiale di questa resa, per un'interrogazione parlamentare, ma - dice la signora - non è accaduto niente. È come se avessimo consumato le forze. Invece Patrizia si ribella. Grazie.

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