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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
01.10.2007 Sull'Iran l'ambiguità è impossibile, il governo Prodi dovrà decidere
un editoriale di Angelo Panebianco

Testata: Corriere della Sera
Data: 01 ottobre 2007
Pagina: 1
Autore: Angelo Panebianco
Titolo: «Il rischio di isolarsi»

Dal CORRIERE della SERA del 1 ottobre 2007, un editoriale di Angelo Panebianco:

Come indicano i diversi atteggiamenti sulla questione del programma nucleare dell'Iran, l'Europa potrebbe di qui a poco sperimentare nuove e pesanti divisioni, dopo quelle che si verificarono all'epoca della guerra in Iraq. In tal caso, soprattutto se il governo Prodi dovesse durare ancora per diversi mesi, sarebbe proprio l'Italia a trovarsi nella posizione più scomoda. Come era prevedibile, l'uscita di scena dell'antiamericano Chirac e la vittoria di Sarkozy hanno dato una botta pesante alla politica estera italiana così come originariamente impostata da Romano Prodi e dal ministro degli Esteri Massimo D'Alema. È venuta meno per il governo italiano la sua principale sponda europea. Che la Francia di Chirac fosse questo per gli italiani lo si vide durante e dopo la guerra del Libano del-l'estate 2006. L'Italia non avrebbe potuto svolgere, come svolse, un ruolo brillante in quella crisi, mantenendo per giunta unita la coalizione di governo, senza la copertura di Parigi.
Quei tempi sono finiti. L'arrivo di Sarkozy ha cambiato tutto. Sarkozy ha dismesso sia l'antiamericanismo chiracchiano (egli pensa che il rilancio del ruolo internazionale della Francia necessiti del riavvicinamento agli Stati Uniti) sia la tradizionale ostilità francese per lo Stato di Israele. In queste condizioni, i responsabili italiani della politica estera, i quali non possono seguire Sarkozy su quella strada (le componenti massimaliste della coalizione di governo non lo permetterebbero), si sono trovati spiazzati e tendenzialmente isolati.
La questione iraniana, in particolare, sta diventando un banco di prova molto insidioso per l'Italia: potrebbe rendere manifesto l'isolamento italiano dal contesto europeo e occidentale. I francesi, infatti, in perfetta sintonia con gli americani, stanno picchiando sempre più duro. Prima, Bernard Kouchner, il ministro degli Esteri di Sarkozy, dichiara (salvo poi, diplomaticamente, addolcire la pillola) ciò che tutti sanno, ossia che la guerra con l'Iran può diventare inevitabile se non cesserà la preparazione della bomba. E ora, ancora Kouchner, prendendo atto dello stallo al Consiglio di Sicurezza dell'Onu a causa dei veti russi e cinesi, propone che sia l'Europa a imporre proprie sanzioni agli iraniani. L'Italia, primo partner commerciale europeo dell'Iran, e esclusa, fin dai tempi del governo Berlusconi, dal gruppo europeo (Francia, Gran Bretagna, Germania) che si occupa del nucleare iraniano, non perde occasione per testimoniare i propri legami speciali con l'Iran: da ultimo, con il tentativo di D'Alema, prima dell'intervento armato italo-britannico, di ottenere la mediazione iraniana nella vicenda degli agenti del Sismi rapiti in Afghanistan.
Ma che farà l'Italia se sulle sanzioni la Francia otterrà l'assenso della Germania e di altri Paesi europei? Sceglierà di dissociarsi? Difficile crederlo. Anche dal punto di vista simbolico, continuare a nascondersi dietro l'ombra dell'Onu (impotente a causa delle posizioni russe e cinesi) rifiutando di partecipare a una azione concertata europea sarebbe assai difficile. Il dilemma può essere così riassunto: aderire a una iniziativa tutta «occidentale » (americana e europea) contro l'Iran al di fuori dell'Onu sarebbe impossibile per il governo Prodi a causa dei suoi equilibri interni di coalizione. Ma non aderire sarebbe altrettanto impossibile a causa dell'insostenibile isolamento italiano che ciò provocherebbe. Comunque vada, il tempo degli equilibrismi e delle ambiguità della politica estera italiana sembra ormai scaduto.

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