Viviana Mazza, inviata dal CORRIERE della SERA a Ramallah, pubblica oggi, 30/09/2007, a pag.9, un interessante articolo che ci illumina sul cancetto di < moralità > in vigore nell'Autorità palestinese. Le strade sono pattugliate dalla cosidetta " polizia della moralità", una istituzione che non avevamo finora avuto il piacere di vedere in nessun altro regime musulmano. E dire che a Ramallah ci sono i " moderati " di Abu Mazen.....
RAMALLAH — Divisa blu, kalashnikov al collo, faccia da ragazzino, Ahmed Daraghmi, 22 anni, è di ronda nel centro di Ramallah: ha il compito di mantenere l'ordine. Di controllare il traffico e la moralità della gente. «L'altro ieri ho arrestato due ragazzi — racconta sorridendo —. Fumavano per strada. Mi hanno risposto: "Siamo cristiani". Ma io ho guardato le loro carte di identità: erano musulmani. Li abbiamo ammanettati e portati via. E poi li abbiamo pure rapati a zero per punirli». Dal 13 settembre, il primo giorno del Ramadan, 12 poliziotti sono stati spediti per le strade di Ramallah con l'autorità di arrestare ogni musulmano che mangi, beva o fumi in pubblico. Hanno una fascia rossa al braccio che dice: «Polizia della moralità». Nel mondo musulmano il digiuno del Ramadan è ampiamente rispettato, ma solo in alcuni Paesi, come Arabia Saudita e Bahrain, viene imposto. Si tratta di una novità in Cisgiordania, inaspettata a Ramallah, la più aperta e moderna delle città palestinesi: anche qui i musulmani generalmente digiunano e chi non lo fa evita di ingozzarsi in pubblico per rispetto. Ma il digiuno non era mai stato imposto. C'è chi crede che il presidente Abu Mazen e il suo partito laico Fatah cerchino di sfidare sul piano dei valori Hamas, che ha conquistato Gaza. E di mezzo ci va la libertà a Ramallah. In manette sono finite 35 persone, dice il portavoce della polizia, Adnan Dameiri. Uomini, per lo piu giovani. C'è chi è stato rinchiuso per alcuni giorni e chi è stato rilasciato dopo aver firmato un impegno a comportarsi «eticamente». I cristiani sono esentati, ma Sa'ed Abu Ghannam, 23 anni, dice che a differenza dell'anno scorso sta evitando di fumare in strada. Anche se Dameiri sostiene che i controlli avvengono solo nei luoghi pubblici, un ristoratore musulmano che chiede di restare anonimo è stato arrestato una settimana fa insieme a sei clienti: aveva venduto loro alcolici. È stato rilasciato due ore dopo, avendo firmato un impegno a non farlo più durante il Ramadan. Una mattina la polizia si è piazzata anche davanti alla gelateria Roukam per tenere lontani i potenziali clienti, racconta il venticinquenne Ghaleb Jasser, che non digiuna («sono malato e quindi esentato», dice strizzando l'occhio). I soli locali che servono il pranzo appartengono ai cristiani, spiega, come la pizzeria Angelo, che pero di questi tempi non vende birra («per scelta», afferma il proprietario). Dameiri sostiene che Fatah rispetta da sempre la religione. «I poliziotti hanno il compito di punire la violazione della santità del Ramadan — spiega —. Noi siamo un'autorità laica, ma rispettiamo la religione come dottrina e fede. E inoltre puniscono chi infastidisce le ragazze. Molti giovani vengono per lavoro dai villaggi. Vedono le ragazze moderne di Ramallah e credono che siano "facili". Ma si interviene solo se le ragazze protestano», specifica subito per evitare analogie con l'Afghanistan talebano o l'Iran. A Ramallah non tutti ne sono convinti. «Dopo gli eventi di Gaza, l'autorità palestinese vuole dimostrare di avere il controllo in Cisgiordania. Mi fanno arrabbiare. Ramallah è una città aperta e loro si comportano come Hamas », dice Yahia Barakat, 50 anni, regista. L'avvocato Mohamad Ismail, 35 anni, invece guarda alla situazione attraverso altre lenti: «La polizia della moralità è legale, con qualche riserva. Secondo la legge giordana del 1963 che è ancora in vigore qui, chi infrange il digiuno può essere multato o incarcerato fino alla fine del Ramadan se ha precedenti penali, altrimenti firma un impegno a non ripeterlo. Inoltre non è lecito vendere alcol nei ristoranti in questo mese. Il governatore ha emanato quest'anno un atto sulla base di quella legge. Però ha sbagliato a non informare la gente di questi cambiamenti. E i poliziotti non sono qualificati, non capiscono lo spirito della legge. Devono rispettare le persone, non picchiarle, sgridarle, umiliarle».
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