Per capire come una certa sinistra comunista si rapporta alla questione palestinese, niente di meglio di questa nota uscita sul MANIFESTO di oggi, 29/09/2007 a pag.2. nella quale si narra di una interrogazione presentata al parlamento europeo da due deputati comunisti, con la richiesta alla comunità internazionale affinchè " il campo profughi di Naher al Bared, alle porte di Tripoli, in Libano, sia ricostruito al più presto." Noi riteniamo invece che i campi profughi per i palestinesi dovrebbero essere smantellati tutti , e il più presto possibile,altrochè ricostruirli . Come tutti i profughi di questo mondo, anche per i palestinesi, la permanenza in un campo profughi avrebbe dovuto rappresentare un periodo di tempo molto limitato, nell'attesa di inserirli in un nuovo tessuto sociale. Così avviene per tutti i profughi, tranne che per i palestinesi. Dal 1948, l'anno del loro rifiuto ad accettare uno Stato palestinese, come decretato dall'Onu, è stato tutto un moltiplicarsi di campi di accoglienza, che si sono mantenuti tali e quali fino ad oggi. La loro strumentalizzazione è ovvia. Finchè restano nei campi, aumentando di numero ad ogni nuova generazione, sono uno strumento accellente per accusare Israele, il tutto con la benedizione dell'UNWRA, la sezione dell'Onu per i rifugiati. Allora si capisce perchè Rifondazione Comunista & C. si preoccupano tanto perchè il campo di Naher el Bared, devastato dalle fazioni libanesi in lotta, venga ricostruito. Invece di cercare, per i palestinesi, l'integrazione.
Ecco il pezzo del Manifesto:
20 palestinesi guardano se stessi e il Libano
Il vice presidente del Parlamento europeo, Luisa Morgantini, e l'eurodeputato Umberto Guidoni hanno presentato un'interrogazione prioritaria alla Commissione Europea per chiedere quali azioni Bruxelles intenda intraprendere presso il Governo libanese e la Comunità Internazionale affinché il campo profughi di Naher al Bared, alle porte di Tripoli, in Libano, sia ricostruito al più presto. Dopo gli scontri tra l'esercito libanese e i miliziani di Fatah al-Islam nei mesi passati, i profughi palestinesi del campo, vivono infatti ancora più di prima, in condizioni di estremo disagio e povertà. È per dare voce ai profughi che Stefano Chiarini aveva iniziato l'esperienza della scuola di fotografia del campo di Mar Elias (Beirut). La foto qui sopra è la terza di una serie di otto scatti che gli allievi della scuola nata da un'idea del nostro compagno e collega collega mettono in vendita per far andare avanti quest'esperienza.
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