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Il Foglio Rassegna Stampa
27.09.2007 All'Onu Ahmadinejad ha attaccato l'Onu, e l'ordine internazionale scaturito dalla vittoria sul nazifascismo
l'analisi di Carlo Panella

Testata: Il Foglio
Data: 27 settembre 2007
Pagina: 2
Autore: Carlo Panella
Titolo: «All'Onu Ahmadinejad vara una coalizione apocalittica contro l'Onu»
Dal FOGLIO del 27 settembre 2007:

Roma. Il presidente iraniano ha cambiato ghost writer e quest’anno il suo discorso all’assemblea dell’Onu ha ritmi e toni, soprattutto un finale, estremamente rivelatori. L’anno scorso, il suo discorso era stato grossolano, martellante, arrogante, apodittico, demagogico. Quest’anno, invece, il presidente iraniano ha pronunciato un discorso con una certa unitarietà interna, di marcata ispirazione religiosa, con una costruzione delle frasi più armonica e soprattutto con un inizio e una conclusione di forte timbro etico. Un brutto segnale, tutto sommato, per quei pochi analisti che non si limitano alla sintesi dei discorsi. Sintomo di un abbandono della spinta alla mobilitazione immediata, di piazza, al facile applauso. Soprattutto rivelatore di una non disprezzabile capacità di calare il dissennato disegno strategico di sempre, dentro una griglia comunicativa che equilibra la denuncia con la proposizione e immerge tutte e due in un contesto salvifico forte, di sicuro richiamo per il mondo islamico. Un discorso tutto diretto alla umma musulmana, più che alle nazioni avverse dentro l’Onu, a cui peraltro ha riservato non pochi dispiaceri, perché ha avuto buon gioco nel ringraziare “i nostri amici nel Consiglio di sicurezza e il board dell’Aiea, in particolare il direttore generale, assieme al Movimento dei Non Allineati”. Una notazione pesante, perché evidenzia come, rispetto alla situazione di relativo isolamento registrata ancora l’anno scorso, l’Iran sia riuscito in pochi mesi a costruire una strategica alleanza diplomatica con i Non Allineati di Fidel Castro e Hugo Chávez – che dispongono di decine determinanti di voti in assemblea – a mantenere il solido partenariato con la Russia di Putin e con la Cina – che ostacolano in Consiglio il percorso delle sanzioni – e in più a giocare come il gatto con il topo con il sempre servizievole ElBaradei che spende dissennatamente il suo prestigio di premio Nobel favorendo tutte le manovre iraniane. Il tutto, naturalmente, mantenendo i capisaldi di sempre, che anche quest’anno la stampa di tutto il mondo non ha voluto raccogliere nella loro estrema pericolosità. Con termini un po’ più aulici, infatti, Ahmadinejad continua a negare recisamente ogni diritto all’esistenza dello stato di Israele (ma quest’anno ha eliminato gli accenni negazionisti della shoah) e ad accusarlo – assieme agli Stati Uniti – di ogni nefandezza e calpestamento dei diritti umani su tutta la terra. Ma questo era scontato. Quello che non era scontato è che in nome di una “Coalizione della pace”, basata sul monoteismo e sulla giustizia, da lui battezzata e varata proprio due giorni fa all’Onu, Ahmadinejad ha ribadito la totale illeggittimità dell’assetto dell’Onu stessa, quale è stato disegnato dalla vittoria sul nazifascismo nel 1945: “Dichiaro ufficialmente finita l’era dei rapporti internazionali definiti dalla Seconda guerra mondiale. Era segnata da ideologie materialistiche, basate sull’arroganza e il predominio”. Questa Coalizione che deve superare l’assetto antifascista dell’Onu e lavorare per la pace “sostenibile” (ormai il lessico à la page è universale) conta già quali membri distintissimi, appunto, Hugo Chávez, Fidel Castro, Evo Morales, Bashar el Assad e altri dittatori, ormai stretti a difesa dell’Iran nucleare. Coalizione, si badi bene, che Ahmadinejad colloca, per la prima volta da una tribuna internazionale, dentro l’orizzonte apocalittico, abituale nei suoi discorsi in patria (e stranamente sottovalutato dagli analisti occidentali). Secondo Ahmadinejad, dunque, quando questa Coalizione avrà il controllo della scena internazionale “l’aroma piacevole della giustizia pervaderà il mondo e l’umanità vivrà fraternamente e dolcemente. Vivrà nello sforzo di costruire l’avvento dell’Imam, l’Uomo Perfetto, il Promesso, il Mahdi, cura finale per le ferite dell’umanità, unica soluzione per tutti i problemi e per il dominio di amore, bellezza, giustizia e vita piena di dignità, ovunque nel mondo. La fede in questo è indubbiamente l’architrave per l’unità e l’azione comune tra nazioni, paesi, popoli del mondo e chiunque sia assetato di giustizia. Senza alcun dubbio verrà il Promesso, il dodicesimo Imam, il Mahdi, l’ultimo Sapiente, assieme al Cristo e gli altri Santi Imam e Sapienti. Assieme a tutti i fedeli, agli assetati di giustizia e agli uomini retti, Egli stabilirà un futuro di luce e riempirà il mondo di giustizia e bellezza. Questa è la promessa di Dio. Così sarà”. Una motivazione di ferro, come si vede, per dotarsi dell’arma atomica.

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