Uno strano concetto di "pace" quello del quotidiano comunista
Testata: Il Manifesto Data: 26 settembre 2007 Pagina: 11 Autore: Michele Giorgio Titolo: «Addio Abdel Shafi, dottore di pace»
Gli accordi di pace di Oslo furono per l'Olp l' "amaro calice". Erano destinati a fallire perché la sciavano irrisolta la questione degli insediamenti israeliani. in realtà, la rimandavano semplicemente al momento di stipulare un accordo definitivo, ma sono comunque i "coloni" ad aver fatto fallire gli accordi di pace in Medio Oriente. Che dovrebbero, includere per rispettare la "dignità" dei palestinesi il loro "diritto al ritorno" in Israele. Dunque la scomparsa per via demografica di uno dei firmatari dell'accordo. Strano concetto di pace. . . E' quello espresso da Michele Giorgio nel necrologio di Heider Abdel Shafi, negoziatore palestinese a Madrid.
Ecco il testo:
Quella sera di inizio novembre del 1991 le lacrime segnavano il volto di molti dei palestinesi sintonizzati sulle frequenze della Bbc. Internet ancora non esisteva e neppure le dirette di al-Jazeera. L’unico modo per ascoltare il discorso del dottor Heider Abdel Shafi, capo della delegazione giordano-palestinese, in apertura della Conferenza di Madrid, era quello di restare con l’orecchio incollato alla radio. Si stava concludendo un altro anno disastroso per il Medio Oriente. La prima guerra del Golfo aveva avuto conseguenze terribili, non solo per gli iracheni rimasti per oltre un mese sotto le bombe sganciate dai jet statunitensi (e anche dai Tornando italiani). Centinaia di migliaia di palestinesi erano stati cacciati via da Kuwait, Arabia saudita e Stati del Golfo, a causa del sostegno che Yasser Arafat aveva dato a Saddam Hussein. L’Olp era isolata, di fatto già incamminata sulla strada che l’avrebbe portata, due anni dopo, al calice amaro degli accordi di Oslo. La convocazione della Conferenza di Madrid, con la partecipazione di Israele, fu il contentino che George Bush padre diede ad arabi e palestinesi. Il premier israeliano Yitzhak Shamir fu obbligato ad accettarla ma riuscì a impedire la partecipazione dei leader dell’Olp. Ad Haider Abdel Shafi, stimato da tutti i palestinesi, messo alla testa di un manipolo di sindaci, dentisti e insegnanti provenienti da Cisgiordania e Gaza, venne affidata la speranza di tutto un popolo. Il suo discorso non verrà mai dimenticato da un’intera generazione di palestinesi. «Ci rivolgiamo direttamente al popolo di Israele - disse - con il quale troppo a lungo abbiamo scambiato solo dolore e con il quale possiamo condividere la speranza. Siamo disposti a vivere l’uno vicino all’altro nella terra e nella promessa del futuro». Tuttavia, aggiunse, «condividere significa essere in due e considerarsi alla pari. Se vogliamo una genuina riconciliazione e coesistenza, allora la reciprocità deve subentrare al dominio ed all’ostilità». Il dottore che molti chiamavano affettuosamente «nonno», parlò di dignità, del diritto dei profughi di tornare nella loro terra. Quel discorso, che molti hanno paragonato per importanza a quello del «mitra e del ramoscello d’ulivo» pronunciato da Yasser Arafat quasi venti anni prima all’Onu, è stata la traccia che Haider Abdel Shafi, morto ieri mattina a Gaza all’età di 88 anni, ha seguito per tutta la vita, ben prima di partecipare alla fondazione dell’Olp. Pace sì, ma rispettando i diritti palestinesi e la legalità internazionale. Per questo nel 1993, quando Arafat si piegò alla firma di accordi di Oslo, Abdel Shafi rassegnò le dimissioni da negoziatore, prevedendo che la mancata risoluzione del problema delle colonie ebraiche nei Territori occupati avrebbe portato all’insuccesso di ogni iniziativa diplomatica. Cinque anni dopo lasciò anche il Consiglio legislativo autonomo, lui che alle elezioni aveva raccolto il maggior numero di preferenze, perché intravide il pericolo al quale la corruzione e l’abbandono degli ideali palestinesi. Preferì dare vita a un movimento per la democrazia, assieme all’amico Mustafa Barghuti. Poi, poco alla volta, complice anche l’eta avanzata, il «nonno» dei palestinesi ha abbandonato la vita politica. Haider Abdel Shafi si è spento ieri mattina, dopo una lunga battaglia contro il cancro, forse rammaricandosi di aver vissuto troppo da conoscere anche l’ultimo dei disastri che hanno colpito il suo popolo, spaccato a metà e sempre più prigioniero dell’occupazione.
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