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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
19.09.2007 Bologna non regalerà una moschea ai fondamentalisti dell' Ucoii
un editoriale di Magdi Allam

Testata: Corriere della Sera
Data: 19 settembre 2007
Pagina: 1
Autore: Magdi Allam
Titolo: «Ideologia e buonsenso nella sfida della moschea»

Dal CORRIERE della SERA del 19 settembre 2007:

A Bologna ha vinto il buonsenso. Di tutti coloro che — chi da sempre e chi soltanto in extremis — hanno capito che una moschea non può essere imposta contro la volontà della cittadinanza. Specie se a beneficiarne è un gruppo radicale, l'Ucoii, che predica la distruzione di Israele, inneggia ai terroristi mediorientali e mira a monopolizzare l'islam in Italia.
A maggior ragione se il risultato finale sarebbe stata la creazione della più ampia e solida roccaforte dell'estremismo islamico in Europa.
Ma il dubbio sulle reali intenzioni dell'amministrazione Cofferati è forte. E' evidente che il dietro-front che l'ha indotta a revocare la delibera sulla costruzione di una mega-moschea di 6 mila mq all'interno di una cittadella islamica di 52 mila mq, è la consapevolezza che si sarebbe ribellato non solo il quartiere di San Donato ma tutta la città. Una consapevolezza scaturita solo all'ultimo dopo aver finalmente deciso di ascoltare l'umore dei residenti nell'area dove sarebbe dovuta sorgere la moschea. Perché non lo si è fatto prima? E perché si continua a negare il diritto dei cittadini a esprimersi liberamente, tramite un referendum, su una questione che è oggettivamente problematica e che inevitabilmente avrà delle pesanti ricadute sul piano della sicurezza, del valore degli immobili e della convivenza? Perché limitare la consultazione al «Comitato dei residenti», mettendolo sullo stesso piano degli esponenti dell'Ucoii al tavolo delle trattative? Perché si è deliberatamente ignorato che la permuta dei terreni del Comune con il Centro islamico dell'Ucoii era di fatto una regalia sostanzialmente illegale, così come denunciato dallo stesso Ufficio legale e persino dalla Segreteria generale di Palazzo D'Accursio? E perché infine lo stesso Cofferati, dopo aver annullato il progetto della mega-moschea, continua a insistere che la moschea si farà comunque e si dovrà fare al San Donato?
La spiegazione sta nell'approccio ideologico di chi, come l'assessore all' Urbanistica Virgilio Merola, sostiene «la necessità e la volontà di costruire un nuovo luogo di culto islamico, che è un diritto che va garantito». Da quando in qua in Italia la moschea è «un diritto» che «va garantito» dalla pubblica amministrazione? Cosa dovrebbero pensare tutti gli italiani a cui lo Stato o gli enti locali non garantiscono la casa o il lavoro o l'istruzione che sono sanciti come un diritto dalla Costituzione? E perché non si parla mai dei «doveri» che dovrebbero ottemperare gli islamici fruitori di diritti, a cominciare dall'adesione piena e incondizionata alle leggi, ai valori e alle regole della civiltà occidentale che non accetta compromessi sulla sacralità della vita e sulla dignità della persona? Come può Cofferati continuare ad avere come interlocutore il convertito Daniele Parracino, che dopo aver mentito spudoratamente negando di appartenere all'Ucoii, ha ammonito rivolgendosi a Enzo Raisi - parlamentare di An che ha accostato l'estremismo islamico odierno con le Br - «che le teste calde che potrebbero reagire sono dappertutto»?
Noi ci auguriamo che Cofferati, interpretando correttamente e onestamente la volontà della maggioranza dei bolognesi, desista definitivamente dal progetto di una nuova moschea da regalare all'Ucoii. Francamente le motivazioni sulla «inidoneità per motivi logistici» della moschea attuale dell'Ucoii di via Pallavicini, sono pretestuose e non giustificano in alcun modo il progetto della mega-moschea. Già in passato Cofferati ha dato prova di sensibilità nel raccogliere la preoccupazione crescente dei bolognesi per il venir meno della sicurezza in una città che si sente tradita dopo essere stata fin troppo magnanime con gli immigrati, così come ha confermato la sua capacità ad assumere provvedimenti efficaci a contenere il disagio della popolazione. L'ha fatto ritenendosi giustamente responsabile principalmente nei confronti dei suoi elettori, anche se ciò gli ha creato problemi con il suo partito e con gli alleati nel governo locale. Ebbene oggi solo se saprà essere il sindaco di tutti i bolognesi, riuscirà a uscire dall'empasse in cui è sprofondata la sua giunta con lo scellerato accordo con l'Ucoii. Ma se dovesse immaginare di fare il furbo facendo rientrare dalla finestra la moschea che è uscita dalla porta, allora vorrà dire che preferisce lasciare all'opposizione il compito di rappresentare l'interesse autentico dei bolognesi. E a quel punto non servirà nulla sfogarsi con il Calderoli di turno.
www.corriere.it/allam

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