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La Repubblica Rassegna Stampa
17.09.2007 Dall'Asia e dell'Africa migliaia di potenziali nuovi israeliani
discenderebero dalle tribù ebraiche perdute

Testata: La Repubblica
Data: 17 settembre 2007
Pagina: 27
Autore: Alberto Stabile
Titolo: «I nuovi israeliani? Da Asia e Africa»

Da La REPUBBLICA del 17 novembre 2007:

GERUSALEMME - Verrà dai discendenti delle Tribù perdute il soccorso all´Alyah da qualche tempo in difficoltà? A giudicare dai dati in possesso del Ministero dell´Interno, mentre continua il saldo negativo tra quanti arrivano in Israele e quanti se ne vanno in cerca di fortuna altrove, decine di migliaia sparsi ai quattro angoli della Terra aspettano di vedersi riconosciuti come ebrei per poter compiere la "salita", l´Alyah, appunto, nella Terra Promessa.
Diciamolo francamente: non sono tempi di vacche grasse, questi, per l´immigrazione in Israele, uno dei pilastri su cui si basava, ieri, il progetto sionista ed, oggi, la bilancia demografica dello Stato ebraico. L´anno appena concluso ha confermato il declino degli arrivi, 18.753 nel 2006-2007 contro i 20.050 del 2005-2006. Ma, soprattutto, sono di più quelli che emigrano, 30 mila lo scorso anno, la maggioranza dei quali giovani laureati, tecnici, scienziati in cerca di migliori opportunità all´estero. Fuga dei cervelli.
E poi c´è il fenomeno dei naziskin, fanatici e violenti (ultimo episodio, nel fine settimana una sinagoga di Dimona, nel Negev è stata imbrattata di svastiche e scritte naziste) che ha spinto a guardare un po´ meglio dentro la nebulosa della grande immigrazione che negli ultimi anni è stata soprattutto dall´ex Unione sovietica, per scoprire ciò che già si sapeva. E cioè che la maggioranza degli immigrati dalla Russia, non sono ebrei o per lo meno, pur avendo diritto alla cittadinanza, il loro ebraismo non è certo.
Ma ecco che, a riequilibrare parzialmente questi dati poco edificanti, si scopre che, secondo il Ministero dell´Interno, a decine di migliaia, e letteralmente dai quattro angoli della terra, desiderano essere riconosciuti come ebrei per poter emigrare in Israele. Il titolo, per così dire, che molti presentano è una lontana e tutta da verificare discendenza con le cosiddette Tribù perdute. E qui basti dire che le leggende sulle Tribù scomparse risalgono alla morte di Re Salomone (930 a. c.) quando il regno d´Israele fu diviso in Regno del Nord, che comprendeva 10 tribù (Ruben, Simone, Asher, Gad, Zebulon, Efraim, Manasse, Dan, Naftali, Issachar) ed il regno del Sud, con due sole tribù, quelle di Giuda e di Beniamino. Il regno del Nord fu conquistato e distrutto dagli Assiri nel 722 a. C. e la sua popolazione esiliata e dispersa nei territori dell´impero. Mentre gli appartenenti alle due tribù del regno del Sud subirono una sorte migliore: furono esiliati dai Babilonesi ma Ciro il Grande, fondatore dell´Impero persiano, ne permise il ritorno. Gli ebrei di oggi (detti anche giudei) sono in gran parte discendenti delle tribù di Giuda e Beniamino, regno del Sud. Ma chi sono questi potenziali candidati ad usufruire della legge del ritorno?
Per quanto riguarda l´Africa, essi provengono dalla Nigeria, dove alcune migliaia di membri della tribù Ibo rivendica di discendere dalla Tribù perduta di Gad, al Sud Africa, dove 70 mila appartenenti alla tribù Lemba dichiara di avere tratti genetici simili alla stirpe sacerdotale dei Cohaim. Dall´Uganda, dove 600 mila Abayudaya (qualche traccia nel nome?) hanno mantenuto tradizioni ebraiche negli ultimi 90 anni, all´Etiopia dove si sono fatti avanti 15 mila Falashmura, discendenti degli ebrei etiopi (Falashà, già emigrati in Israele negli anni ‘80) convertiti al cristianesimo.
Ma richieste di vagliare l´eventuale discendenza ebraica vengono anche dall´India (i cosiddetti figli di Menashe), dalla Cina e dal Sud America, dove, a fronte della sparuta comunità di Iquitos, in Perù, consistente solo in poche centinaia di persone, cominciano a farsi avanti i discendenti dei marrani, (ebrei costretti a convertirsi al cristianesimo) del Brasile, da un milione a dieci milioni. Senza tralasciare l´Europa (marrani spagnoli e portoghesi) e la Russia: i Sobotniks, discendenti da una comunità cristiana pravoslava, che all´inizio dell´800 decise di osservare il sabato secondo le regole ebraiche, da cui il nome.
Da notare che la maggior parte di questi potenziali immigrati provengono da paesi del terzo Mondo o da regioni coinvolte nel crollo dell´ex Impero russo. Sono, cioè, persone che, oltre alla spinta religiosa, o d´identità, sono alla ricerca di una soluzione "messianica" alle loro difficili condizioni materiali e di vita. In questo sforzo sono incoraggiati da un certo numero di organizzazioni private che sono interessate, chi per motivi laici, come il tentativo di equilibrare la bilancia demografica tra popolazione ebraica e popolazione araba, chi per motivi di fede a ritrovare le tracce delle cosiddette Tribù perdute. Ma sarebbe esagerato parlare di un fenomeno che coinvolge la società israeliana.

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