Da L'OPINIONE del 14 settembre 2007 un articolo su come i ministri italiani Paolo Ferrero e Giuliano Amato affrontano ( o meglio non affrontano la minaccia fondamentalista) :
Qualche giorno fà gli italiani egli europei hanno potuto constatare
sullapropria pelle cosa significhi arrendersi ideologicamente alla
prepotenza jihadista: un sindaco, quello di Bruxelles, il socialista Freddy
Thielemans, ribattezzato dai suoi avversari politici come, "il Gran Muftì
del Belgio", ha rifiutato di fare svolgere una manifestazione in memoria
dell'11 settembre e contro l'estremismo islamico e chi lo tollera. Non solo,
non ha neppure tollerato che una cinquantina tra europarlamentari e
militanti di gruppi della destra europea, tra cui Mario Borghezio della Lega
Nord, esponessero innocui striscioni che ripetevano gli slogan degli scritti
di Bat Yeor e di Oriana Fallaci: "No all'Eurabia".
Senza tanti complimenti la Bruxelles del Gran Muftì socialista li ha
sbattuti in galera. Usandoli anche come capri espiatori di una situazione
interna prossima alla secessione tra valloni e fiamminghi. Una secessione
che potrebbe essere favorita da questo bestiale approccio di malintesa
tolleranza con chi vorrebbe sostituire la costituzione europea con il Corano
e la shar'ia.
In Italia, possiamo consolarci così: non è che stiamo molto meglio. Basta
prendere due minsitri a caso del nostro governo, ad esempio quello
dell'Interno Giuliano Amato e quello delle politiche per la solidarietà
sociale Paolo Ferrero.
Il primo parla di tolleranza zero solo in riferimento ai clienti delle
prostitute o ai lavavetri o ai piccoli rapinatori, ma regolarmente omette di
elencare i predicatori di odio nelle moschee e anche quelli tra questi
predicatori che siedono nella sua Consulta islamica. Il secondo, Paolo
Ferrero, proprio nei giorni scorsi ha fatto un'altra gaffe di cui, per sua
fortuna e per servilismo dei mezzi di comunicazione, sembra non essersi
ancora accorto nessuno.
Ferrero infatti, dopo le polemiche estive che lo avevano travolto, allorchè
presentò nell'Aula Magna della Grande Moschea di Roma il primo programma
pilota di una serie di progetti di integrazione per extra comunitari di
religione islamica incredibilmente delegati proprio ai centri islamici
italiani (nei quali, proprio con l'unica eccezioone della Moschea di Roma,
di solito si predica la non integrazione quando non l'odio con chi non è
musulmano) che costeranno al contribuente italiano 50 milioni di euro,
alcuni giorni fa se ne è uscito fuori dicendo che il suo ministero ancora
non aveva stanziato una lira e che era da poco stato pubblicato il bando per
partecipare a detti progetti.
Questa doppiezza, unita al fatto che il bando di concorso su internet è una
copia scannerizzata male e quindi illegibile, aveva fatto molto incazzare
Souad Sbai, la presidentessa dell'associazione delle donne marocchine in
Italia, raro esempio di islamica moderata e anti terzo mondista.
Infatti delle due l'una: o quando Ferrero fece la prima conferenza stampa
alla Moschea di Roma questi corsi di integrazione per extra comunitari li
aveva già finanziati oppure non si capisce in che maniera siano stati tenuti
e chi li abbia pagati. Il comunicato messo su internet dal sito del
ministero di Ferrero non scioglie l'enigma: "I finanziamenti del ministero
della
Solidarietà sociale per i corsi di italiano per immigrati
attendono ancora un regolare bando per essere utilizzati, e le iniziative
già svolte hanno visto la partecipazion e del ministro Ferrero solo per le
conferenze stampa di apertura e chiusura".
Eppure a fine giugno quando scoppiò la polemica almeno i primi due corsi per
insegnare l'italiano in moschea, sia quella moderata di Monte Antenne, sia
quella salafita della Magliana, si erano già svolti per detta dei loro
stessi organizzatori. Resta da capire chi e come li abbia finanziati se il
bando di gara per il lavboratorio di cittadinanza deve ancora essere
pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, come ammette una nota dello stesso
minsitero in risposta ad interrogazioni parlamentari sulla delicata materia.
E se Ferrero è questo tipo di ministro che non sfigurerebbe nella
maggioranza socialista che governa Bruxelles, Giuliano Amato, se possibile è
anche un po' peggio: ieri infatti molti hanno letto con sgomento le idiozie
contenute nell'articolo sulla tolleranza che verrà pubblicato da "Reset" e
che il "Corriere" ha dato in anteprima. Oltre a occuparsi sproloquiando del
presunto significato simbolico del Ramadan, come se questa festività debba
costituire una notizia per tutti noi, fra le altre cose Amato dice che non è
vero che con l'islam sarebbero incompatibili ideologicamente la libertà e la
democrazia come invece lo erano con il comunismo.
Ma Amato, conosce e sa indicarci un singolo stato della galassia arabo
isalmica che abbia mai conosciuto democrazia e libertà dai tempi del Profeta
a oggi?
Di seguito, un articolo sulla sentenza di assoluzione di Shayk Maulana
Palazzi, dall'accusa di diffamazione verso il presidente
dell'Ucoii Nour Dachan :
Il 12 settembre lo sceicco dell'Islam moderato in Italia, Shayk Maulana
Palazzi, è stato assolto dall'accusa di avere diffamato il presidente
dell'Ucoii Nour Dachan e la stessa organizzazione da lui rappresentata,
definendoli fiancheggiatori del terrorismo islamico in un'intervista data al
magazine "Sette" del Corriere della sera nell'ottobre del 2002.
Esiste la proprietà transitiva. E si fa beffe dell'islamically correct. E se
il giudice di Milano Enrico Manzi, il cui cognome ricorda quello del bravo
maestro Alberto che strappò mezza Italia dall'analfabetismo con le proprie
trasmissioni televisive intitolate significativamente "Non è mai troppo
tardi", afferma che "la accusa di legittimare ideologicamente il terrorismo
scaturisce da una analisi politica dei documenti e delle dichiarazioni della
UCOII", questo significa che questa organizzazione da anni svolge una simile
nefasta azione nella società italiana.
Non possiamo quindi accontentarci della semplice assoluzione di amici come
Magdi Allam o Shaiyk Palazzi dalla ridicola accusa di avere diffamato
l'Ucoii.
Pretendiamo ora qualcosa di più: le pubbliche scuse di chi chiama
provocatori quelli che dicono la verità non islamically correct e una presa
di posizione del ministero dell'Interno che a questo punto deve essere
consapevole di starsi covando una bella serpe nel seno della propria
risibile Consulta islamica.
E tutto questo nel segno di un dialogo che è fatto solo di fraintendimenti.
La parabola di Nour Dachan, di Hamza Piccardo, dell'Ucoii in genere, mi
sembra oggi stare ricalcando quella dell'editore guerrigliero Giangiacomo
Feltrinelli oltre 30 anni fà. All'epoca veniva querelato chi definiva
terrorista l'editore che fu il primo motore immobile della lotta armata in
Italia. Poi quando venne trovato fatto a pezzi dall'ordigno che lui stesso
doveva piazzare su un traliccio a Segrate per togliere la luce a Milano
mentre vi si stava svolgendo un cruciale congresso dell'ex Pci, dopo tante
ridicole teorie complottistiche, la cruda verità venne fuori: l'editore era
un terrorista ed era morto nell'"adempimento del suo dovere" di terrorista.
Nella memoria allegata alla difesa di Palazzi sono stati inclusi, oltre ad
articoli e brani di pubblicazioni provenienti da autori notoriamente ostili
al fondamentalismo islamico (quali il noto giornalista Magdi AQllam ), anche
molti documenti provenienti dalla stessa UCOII in cui non si nega il
rapporto con il movimento dei Fratelli Musulmani nonchè "un comunicato
stampa della UCOII in cui si pone in rilievo la partecipazione al congresso
islamico in Italia di un parlamentare egiziano, leader dei deputati legati
ai Fratelli Musulmani" per non parlare dei "commenti positivi del Dr.
Piccardo ( ma dottore de che? , ndr), esponente della UCOII, in merito alla
vittoria di HAMAS nelle elezioni svoltesi nei territori della autorità
palestinese e alcune frasi tratte da un libro del noto giornalista Gad
Lerner circa le posizioni del citato Piccardo in merito alla legittimità
delle azioni terroristiche contro lo stato di Israele e alla giustificazione
del martirio dei suicidi nei territori occupati della Palestina."
Dice il giudice che "..dalla lettura di questa documentazione emerge un
quadro preciso delle posizioni ideologiche della UCOII e della sua vicinanza
alle posizioni più radicali del mondo islamico, ivi compresa una sorta di
"comprensione" ideologica verso Hamas, che è stata notoriamente favorevole
all'uso del terrorismo contro Israele."
Se non è la classica pistola fumante di certo poco ci manca. Se una
qualunque organizzazione politica di estrema destra o di estrema sinistra
avesse fatto negli anni '70 quelle apologie di reato che fa l'Ucoii oggi
sarebbe andata incontro a pesanti sanzioni penali e poltiche. Compresa
l'essere messa fuori legge. Oggi, ci si domanda, cosa frena la mano di
Giuliano Amato? Per lui l'ordine pubblico è disturbato solo dalle mignotte e
dai lavavetri?
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