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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Foglio Rassegna Stampa
13.09.2007 Dopo l'attacco da Gaza
Olmert rafforza il rapporto con Abu Mazen

Testata: Il Foglio
Data: 13 settembre 2007
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «I nervi saldi di Olmert»
Dal FOGLIO del 13 settembre 2007:

L’attacco missilistico lanciato dal territorio di Gaza e rivendicato dal Jihad, e glorificato da Hamas come “una vittoria mandata da Allah per la resistenza”, ha fatto decine di feriti tra le reclute israeliane della base di Zikim e aveva uno scopo evidente: quello di far saltare le intese che si vanno realizzando tra il governo di Gerusalemme e l’Anp di Ramallah. Un attacco di terra delle forze israeliane nella Striscia di Gaza, che sarebbe peraltro una risposta del tutto legittima, è stato suggerito da Bibi Netanyahu, leader del Likud, il maggiore partito di opposizione, ma per ora il premier Ehud Olmert ha deciso di non dare fuoco alle polveri. Si tratta di una decisione difficile, perché i lanci dei missili Qassam sul territorio israeliano in qualche modo debbono essere fermati, ma saggia. Tornare a invadere la Striscia, oltre a provocare inevitabilmente anche vittime civili, significherebbe rinunciare alla strategia adottata da Ariel Sharon, quando decise di ritirare unilateralmente le truppe in modo da mettere i palestinesi alla prova sulla loro effettiva capacità di autogoverno. L’esito di quella scelta è stata la rottura tra le tendenze estremistiche e quelle disposte alla trattativa, che ha portato al tentativo di colpo di stato di Hamas, riuscito a Gaza e fallito in Cisgiordania. Ora Israele e il presidente palestinese Abu Mazen hanno un obiettivo in comune, quello di ristabilire la legalità a Gaza, e un nemico in comune, Hamas e chi, all’interno e all’estero, lo sostiene. E’ una base politica importante, sulla quale forse è possibile costruire un percorso di pace, perché ora è evidente che la sicurezza di Israele e quella della leadership palestinese sono interdipendenti e che la sconfitta degli estremisti e dei terroristi ne è la condizione indispensabile.
Olmert ha saputo tenere i nervi saldi, rischiando l’impopolarità che deriva dalla mancata risposta immediata, il che gli permette di consolidare i rapporti con l’Anp, in modo che non si spezzino quando si sarà costretti a dare a Hamas la risposta che merita.

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