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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Neonazisti in Israele: la notizia c'è, ma è stata esagerata e fraintesa 10/09/2007
La notizia c’è, sarebbe assurdo negarla. Ci sono otto giovani neonazisti, il più grande ha 19 anni, sorpresi un anno fa a imbrattare una sinagoga con delle svastiche. Dopo un anno di indagini per capire l’ambiente nel quale erano cresciuti i giovani delinquenti, la polizia ha redatto il suo rapporto e sono partite le denunce ed è scattata la procedura giudiziaria. Se fosse avvenuto in qualsiasi altro paese, cosa che avviene purtroppo abbastanza spesso, quel rigurgito nazista, capace di annebbiare le facoltà mentali di otto ragazzi, avrebbe avuto poca eco sui giornali, poche righe in cronaca, come usa dire. Cimiteri dissacrati, svastiche sui muri di edifici di culto ebraico, aggressioni a persone e cose, fanno tutte parte di quel fenomeno che va sotto il nome di ripresa dell’antisemitismo, che in Europa comincia a preoccupare, legato soprattutto alla diffusione dell’islamismo fascista. Ma il fatto non è avvenuto a Francoforte o a Parigi, e nemmeno in qualche città dell’Europa orientale. E’ successo a Petah Tikva, una cittadina non lontana da Tel Aviv, in Israele. Ma dalle quattro righe in cronaca agli articoloni che abbiamo letto oggi ce ne corre. “Israele scopre con orrore i nazisti nel cortile di casa”, titola la Stampa, “Incredibile in Israele: arrestati 8 ebrei nazisti” sul Giornale, “Neonazisti,Israele sotto choc, sgominata una cellula ebraica”,ipotizza addirittura il Corriere della Sera, fornendo al lettore l’idea che il fenomeno può essere esteso, se esiste una cellula ce ne saranno sicuramente altre. La storia in realtà non richiede particolari lauree in sociologia per essere capita, e non fraintesa, come invece è avvenuto. Gli otto ragazzi sono tutti figli di immigrati dall’ex URSS, da quando a partire dagli anni ’90 ne sono arrivati in Israele un milione, quasi tutti integrati nel nuovo Stato che li ha accolti. Fra loro, qualche migliaio,  non erano neppure ebrei, un fatto comprensibile se si pensa alle famiglie derivate da matrimoni misti. Si poteva escludere nonni, suoceri o altri famigliari quando tutto un nucleo emigrava in Israele ? No di certo, e questa è la semplice spiegazione dell’arrivo in Terra d’Israele di russi non ebrei. Su sette milioni di israeliani, quanto pesano, quanto contano otto ragazzi di origine russa, sette dei quali nemmeno ebrei, invasati dal virus nazista, che è diventato il cemento ideologico che giustifica i loro comportamenti criminali ? Che il fatto preoccupi è sacrosanto, ma che senso ha estrapolare da una riflessione di Olmert “ abbiamo fallito come società” ? E Petah Tikva, la loro città diventa per un certo immaginario giornalistico “un quartiere dormitorio alla periferia di Tel Aviv” ? Comprendiamo il bisogno di sensazionalismo che contraddistingue certo giornalismo, e arriviamo anche a capire se un fatto da classificare quale puro teppismo giovanile, visti i contenuti, possa essere qualificato in maniera molto più forte se accade in Israele. Ma c’è un limite. In sessant’anni Israele è riuscito a creare una società  democratica, dove la libera informazione è uno dei pilastri che ne qualifica l’altissimo livello di libertà, politica, economica e di costume. Non saranno otto ragazzini bisognosi di un supplemento di educazione a minarne le fondamenta. Leggendo i giornali italiani verrebbe da pensare il contrario.
Angelo Pezzana
da Libero dell'11 settembre 2007

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