Signori,
ho letto la vostra agenzia dell’8 settembre sul rapimento di Mahawash al-Qadi.
Mi chiedo come possa la prima agenzia italiana d’informazione, per intenderci – l’agenzia che trasmette le notizie distorte su Israele ai maggiori quotidiani italiani – essere tanto disinformata quanto cinica.
Innanzitutto, definire “militari” i miliziani di un’organizzazione terroristica ANCHE per la UE, dimostra la disinformazione o colpevole allineamento al terrorismo. I militari fanno parte di un esercito regolare.
Per quanto riguarda la notizia, sono stati i palestinesi di Hamas a darla. Al-Qadi è ritenuto uno dei top carcerieri di Gilad Shalit. Shalit che ricordo: non gode – come i due soldati catturati anch’essi più di un anno fa da Hitzballah - di alcuna assistenza o Diritto Umano, tanto meno dalla Croce Rossa o Cristallo Rosso (che fine ha fatto?) Internazionale. L’idiozia addottata - e ben digerita dalla Croce Rossa Internazionale - è che altrimenti gli israeliani scoprirebbero il luogo di detenzione e farebbero un raid, mentre chiunque sa che basterebbe portare Shalit in un luogo d’incontro diverso. Ma non basta.
Al momento della scomparsa di al-Qadi (bel nome…ricorda una certa organizzazione del terrore…) l’Israel Radio ha effettivamente annunciato che un commando israeliano aveva sequestrato il top carceriere. Ma l’Israel Radio non è l’Army Radio e per chi conosce Israele – l’Ansa gode della collaborazione di un’ottima persona a Tel Aviv, ma si sa anche che l’Ansa vive SOLO di agenzie altrui che poi spaccia ai quotidiani italiani – è l’Army Radio a contare. Tant’è che, nella stessa giornata, il raid israeliano è stato del tutto smentito. E a leggere la cronaca di quanto avvenuto - l’Ansa dimentica opportunamente di informare sugli scontri tra Hamas e Fatah nella Striscia di Gaza del giorno prima, venerdì 7 settembre, con 20 feriti - e dimentica di ricordare che Hamas ha subito pensato che il sequestro fosse attribuibile a Fatah. Forse Israele ha appoggiato un commando di Fatah, ma non si sognerebbe di mandare l’IDF a rischiare di farsi fare a pezzi – ve li ricordate i soldati israeliani fatti a pezzi e i loro pezzi in varie buste di plastica nel 2004? – e sarebbe ora che la politica estera italiana, che evidentemente influenza l’Ansa, la smettesse di rompere. Glielo stanno dicendo tutti: da Abbas a Solana. Miracolo!
Vi auguro di ritrovare la vostra coscienza e il senso di responsabilità. A voi dell’Ansa e ai responsabili delle redazioni dei quotidiani e ai direttori, giornalisti ed opinionisti che “trattano” di Medio Oriente.
Shana Tovah
Danielle Sussmann