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La Repubblica Rassegna Stampa
06.09.2007 Hamas, Iran, Siria: le risposte di Peres
nella cronaca di Alberto Stabile

Testata: La Repubblica
Data: 06 settembre 2007
Pagina: 19
Autore: Alberto Stabile
Titolo: «"La Siria al tavolo della pace? Prima smetta di aiutare Hamas"»
Da LA REPUBBLICA del 6 settembre 2007 la cronaca della conferenza stampa di Shimon Peres a Roma:

ROMA - Simon Peres non è un politico avvezzo ai de profundis. La chiave della sua lunga e ostinata battaglia per la pace è stata sempre la speranza, anche quando molti, intorno a lui, disperavano. Ieri, incontrando prima Giorgio Napolitano e poi Romano Prodi, nella sua prima visita ufficiale all´estero da quando è stato eletto presidente dello Stato ebraico, Peres ha voluto esprimere il suo ottimismo nel futuro di un processo di pace appena sottratto ad un fallimento che sembrava irreversibile, senza, ovviamente, nascondersi le difficoltà che, a volerle elencare, si chiamano Hamas, Siria, Iran. E Prodi non gli è stato da meno. Italia e Israele guardano alla Conferenza di pace che si terrà in autunno (probabilmente) a Washington con punti di vista sempre più ravvicinati.
Mentre D´Alema chiude la sua missione in Medio Oriente, raccogliendo segnali incoraggianti su una possibile partecipazione della Siria ad un tavolo negoziale, sia o no la Conferenza d´Autunno, Peres, con accanto Prodi, dopo ave concluso l´incontro, rispondeva alle domande dei giornalisti sullo stesso tema.
Gli abbiamo chiesto: pensa che la Siria debba esser invitata a Washington?
«La Siria - risponde il presidente, Nobel per la Pace - va invitata a interrompere alcune azioni come il sotegno ad Hamas e agli Hezbollah che ala comunità inetrnazionale non piacciono e che rischiano di creare un Libano iranianizzato. Se continuerà su questa strada, cosa ci sarà da negoziare? Loro nonvogliono il negoziato che altri, come Hussein e Arafat, hanno voluto. Quello che vogliono i siriani è una mediazione americana (per uscire dall´isolamento internazionale, n.d.r.). Ma non l´otterranno".
Chiede un corrispondente israeliano: è ottimista sulla possibilità che il processo appena iniziato prosegua?
«Israele, la Giordania, i palestinesi hanno concordato di cooperare nei progetti della Valle della pace. Olmert e Abu Mazen si vedono ogni 15 giorni, in un´atmosfera di fiducia reciproca. Non dico che tutti i problemi sono stati risolti, ma le soluzioni sono quelle conosciute, bisogna tradurle in fatti. L´ipotesi di un accordo basato su due Stati, come suggerisce il presidente Bush, è accettato da tutti...»
Ma è concepibile - insistiamo - uno stato palestinese senza la Striscia di Gaza, uno stato palestinese senza un milione e trecentomila palestinesi?
«Questa è una questione interna loro. Non sta a noi decidere. Lo scontro che divide Gaza dalla Cisgiordania è di natura ideologica. Hamas non vuole la pace, vuole imporre un´egemonia religiosa, fanatica. Il nostro punto di vista coincide con quello di Abu Mazen e del premier Fayyad: Hamas è responsabile delle sofferenze della popolazione di Gaza. Ma continua a sparare missili contro Israele che minacciano i nostri bambini, anche se Israele s´è ritirato da Gaza».
"La stagione migliore nei rapporti tra Italia e Israele", dice Peres. Il Presidente israeliano se n´è compiaciuto, prima con Napolitano, poi con Prodi. Napolitano ha voluto esprimere la sua vicinanza alle famiglie dei soldati rapiti, tre dagli Hezbollah in Libano, nel luglio del 2006, e uno, Gilad Shalit, ai confini con Gaza ilm 25 giugno dello stesso anno.
Cosa fa concretamente l´Italia per far luce sulla sorte degli ostaggi Domani - chiede un giornalista israeliano, lei incontrerà il vicepresidente siriano Faruq al Shara. Che gli dirà a questo proposito"?
Prodi: "in tutti i miei incontri con i leader della regione ho posto il problema dei soldati rapiti e ho chiesto che venga fatta luce. Lo farò anche domani".
L´Iran. Ancora un appello all´Europa a fronteggiare la minaccia iraniana. Ma cosa dovrebbe fare, concretamente, la comunità internazionale per fermare il programma nucleare di Teheran?
"Le misure economiche sono, tra quelle politiche, le più efficaci", risponde Peres. "Le misure economiche hanno funzionato con Ukraina, Kazakhstan, Bielorussia, Libia. Nessuna arma nucleare deve finire in mani improprie o in quelle di gruppi terroristi. Per Israele si tratta di evitare una nuova catastrofe".
In serata Shimon Peres ha compiuto una visita al Tempio di Roma. "Come ebreo sogno di rimanere antico come i Dieci comandamenti e moderno come Internet".

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