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Libertà d'opinione 05/09/2007

Sono un iscritto ai forum di "Altroveequantunque" e di "Senzacuore", da parte vostra messi anche solo indirettamente all'indice a causa della pubblicazione di post (peraltro riconducibili ad uno ed un solo soggetto) di contenuto antisemita. Nel comprendere come la sensibilità personale, tanto sul piano dei singolo quanto su quello di ben determinate realtà collettive, sia insindacabile nella sua soggettività, devo convenire con quanto già a voi scritto da uno dei gestori di "Senzacuore", ovvero che mi sembra che il vostro sito abbia deciso di agire in maniera non appropriata: al riguardo, nonchè per meglio comprendere il mio punto di vista, vi invito a rivalutare e riprendere in considerazione quanto di buono offerto dal comportamento a suo tempo tenuto dalla comunità ebraica della città di Skokie, nello stato dell'Illinois. Andando a memoria e a beneficio di chi non conoscesse o ricordasse quell'episodio ne faccio un rapido riepilogo: negli anni '60, un movimento neonazista americano programmò una marcia per le vie di quella cittadina, ricevendo così grandissima attenzione e risonanza anche sui media nazionali perchè tra i residenti di quella cittadina vi era una non piccola comunità di fede ebraica, compresi anche alcuni sopravvissuti all'Olocausto. Il dibattito che infuriò in seno all'intera popolazione della cittadina e, soprattutto, in seno a quella comunità ebraica vide la contrapposizione tra due differenti tesi: la prima, comprensibilissima, era quella dell'impedire a tutti i costi che quella manifestazione si svolgesse; la seconda, invece, era quella che, per quanto odiosa e straziante per le relative implicazioni di carattere tanto generale quanto personale, si dovesse permettere che la manifestazione si svolgesse proprio per marcare il punto di quanto fosse differente il concetto di tolleranza proprio tra chi predicava l'odio razziale e chi, invece, di quello stesso odio era stato ed era ancora oggetto. La tesi che prevalse fu la seconda ma, alla fine, la manifestazione non si tenne perchè annullata dagli stessi organizzatori: al riguardo, il capo di quel movimento neonazista dichiarò nelle susseguenti interviste che non era mai stata sua intenzione che quella manifestazione avesse luogo, ma che ne aveva annunciato lo svolgimento per creare il caso a livello nazionale e far parlare di sè, del suo movimento e delle sue "idee". Ho l'impressione che il vostro sito abbia operato in maniera diametralmente opposta a quella (a mio parere invece assolutamente condivisibile) scelta a suo tempo dai cittadini di Skokie: devo, peraltro, rilevare con dispiacere come questa scelta appaia fatta in un modo assolutamente calcolato che, a questo punto, mi pare ponga un giustificato sospetto sulle possibili velleità ingiustificatamente censorie di questo sito. Proprio perchè gli interventi erano riconducibili ad un solo soggetto alla cui identità si può tranquillamente risalire nonostante lo schermo del nickname (grazie agli strumenti tecnologici ora a disposizione delle autorità), in caso fossero ricorsi gli estremi di reato ai sensi della vigente normativa sarebbe stata cosa inappuntabile la vostra denuncia alla Polizia Postale; nel caso tali esternazioni, per quanto oggettivamente sgradevoli, non si fossero invece configurate come fattispecie penalmente perseguibile, bene avreste fatto invece a pubblicamente stigmatizzarle ma a rispettare anche solo formalmente il diritto di opinione costituzionalmente sancito ed al quale, per essere massimamente efficace, deve essere garantito accesso anche al più meschino degli esseri umani. Il vostro sito ha scelto, in tutta evidenza, una terza soluzione che mi appare essere scientemente pilatesca, per poi rispondere a chi vi ha criticato che non siete responsabili delle autonome decisioni da parte di MSN: sono costretto a farvi rilevare come il vostro comportamento appaia molto "codino", in quanto la policy di MSN in materia è decisamente ben nota ("Prima cancello il gruppo per evitare problemi, poi magari si vede!") e l'averne da parte vostra suscitato la reazione sembra essere stato quindi atto ben calcolato. Vi invito nuovamente a recuperare una lezione della quale mi sembra abbiate purtroppo perduto memoria: se si vuole sottolineare quanto abietta ed ingiustificata sia una persecuzione, allora il perseguitato deve farsi carico di essere sempre e comunque moralmente superiore al proprio persecutore, specialmente quando tale linea di comportamento ha un costo e si ha la tentazione, invece, di rendere pan per focaccia... in sintesi, tanto per parafrasare un grande uomo come Simon Wiesenthal, "Giustizia, non vendetta".

lettera firmata

1)Il caso di Skokie, qualunque cosa se ne pensi, è molto diverso da quello in discussione. Si trattava allora di impedire o consentire una pubblica manifestazione.
Il caso dunque, riguardava effettivamente il problema della libertà di espressione, perché contro la manifestazione sarebbe dovuto intervenire, in modo coercitivo, il governo.
Msn è una società privata e come tale ha il diritto di scegliere cosa ospitare sui sui sito e cosa escludere.
Escludendo forum che ospitano messaggi contrari alle sue regole non attua nessuna   forma di coercizione verso chicchessia. Anzi.
E' chi posta su un forum di Msn un messaggio contrario alle regole,  ed è chi, gestendo il forum, lo consente, ad attuare una coercizione ai danno di Msn, non rispettando il contratto di utilizzo
2)Non abbiamo mai declinato la responsabilità per le decisioni di Msn, che abbiamo sollecitato. Abbiamo scritto che Msn ha chiuso il forum in base alle sue regole contro i messaggi che diffondono odio e razzismo e che noi approviamo queste regole, ma siamo disposti a discuterne
3) Informazione Corretta è realizzata da ebrei e da non ebrei. Comunque, non da "perseguitati"o da rappresentanti dei perseguitati, ma da cittadini che si assumono in proprio la responsabilità delle loro scelte politiche e morali. Nessun altro deve esserne ritenuto automaticamente partecipe.
Detto questo, dobbiamo dire che non condividiamo l'idea che " il perseguitato deve farsi carico di essere sempre e comunque moralmente superiore al proprio persecutore". La vittima di una persecuzione non ha, per questo solo fatto, doveri morali diversi e più stringenti di quelli del resto dell'umanità.
Mentre, nel momento in cui viene aggredita, calluniata, minacciata di morte o realmente uccisa, è ovviamente "moralmente superiore" al suo aggressore.
redazione IC


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