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La Repubblica Rassegna Stampa
05.09.2007 Prodi apre anche alla Siria
senza chiedere nulla

Testata: La Repubblica
Data: 05 settembre 2007
Pagina: 17
Autore: un giornalista
Titolo: «Prodi: la Siria al tavolo della pace»
Da La REPUBBLICA del 6 settembre 2007:

ROMA - Si parla di Libano, ma il pensiero va sempre alla Siria: anche nei colloqui fra Romano Prodi e il primo ministro di Beirut Fouad Siniora è emersa la preoccupazione diffusa per il ruolo di Damasco nelle prossime elezioni presidenziali nel Paese dei cedri. Poche ore prima Javier Solana, responsabile Esteri dell´Unione europea, in visita a Beirut, aveva ammonito la Siria chiedendone l´astensione assoluta da ogni ingerenza negli affari libanesi. Prodi ha usato toni più indiretti, auspicando che Damasco venga ammessa alla Conferenza di pace per il Medio Oriente, organizzata dall´amministrazione Bush per il prossimo novembre.
«Il successo della conferenza di novembre sarà tanto più forte ed incisivo quanto più sarà ampio il numero dei suoi partecipanti», ha detto il presidente del Consiglio, sottolineando però che dal governo siriano devono venire «segnali di apertura al dialogo». L´Italia farà la sua parte già nei prossimi giorni, quando a Roma arriverà Faruq al-Sharaa: al vicepresidente siriano Prodi farà presente «la necessità che la Siria giochi un ruolo costruttivo non solo nel Libano, ma anche per gli altri capitoli del Medio Oriente, come il processo di pace e l´Iraq».
Siniora ha sottolineato l´apprezzamento libanese per l´operato del contingente italiano e del comandante Claudio Graziano nell´ambito della missione Unifil, il cui mandato è stato appena rinnovato per un anno dalle Nazioni Unite. Prodi si è congratulato con Siniora per l´operazione nel campo dei profughi palestinesi con cui «sono state eliminate le cellule islamiste». Nei combattimenti di Nahr al-Bared, aveva fatto sapere in mattinata il governo di Beirut, erano rimasti uccisi almeno 222 guerriglieri di Fatah al-Islam. Secondo la stampa libanese, i miliziani del gruppo qaedista stavano pianificando un nuovo attentato spettacolare contro il Patriarca cattolico-maronita Nasrallah Sfeir. I guerriglieri avevano già cominciato a seguire gli spostamenti del Patriarca, che con tutta probabilità intendevano colpire nei dintorni del patriarcato, a Bkirke, una quindicina di chilometri a nord-est di Beirut.

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